“Erano tutti miei figli”, il nuovo allestimento del capolavoro di Arthur Miller con protagonista Mariano Rigillo, approda al teatro Politeama per celebrare il centenario della Prima guerra mondiale.
La pièce, in programma il prossimo 3 febbraio alle 21, con ingresso gratuito, rappresenta un dramma familiare scritto immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale che mostra riferimenti ancora coerenti con i giorni nostri.
L’iniziativa, promossa dalla Prefettura di Catanzaro e fortemente sostenuta dalla Fondazione Politeama, è realizzata con il contributo della Camera di Commercio, dell’Amministrazione provinciale e di Confindustria Catanzaro.
Si tratta del primo grande successo teatrale di Arthur Miller, testo di svolta della carriera dello scrittore americano adattato anche per il grande schermo, che precede il noto “Morte di un commesso viaggiatore” (Death of a Salesman) del 1949. Sorprendentemente attuale, nella traduzione di Masolino D’Amico con la regia di Giuseppe Dipasquale e con Mariano Rigillo nel ruolo del protagonista Joe Keller, viene raccontato un affresco spietato della società americana del secondo dopoguerra che infrange gli ideali della famiglia, del successo e del denaro.
Con Mariano Rigillo recitano Anna Teresa Rossini, Filippo Brazzaventre, Annalisa Canfora, Barbara Gallo, Enzo Gambino, Giorgio Musumeci, Ruben Rigillo, Silvia Siravo. Le scene sono di Antonio Fiorentino; i costumi di Silvia Polidori; le luci di Franco Buzzanca.
Il dramma, pubblicato nel 1947, è incentrato sulla figura dell’imprenditore Joe Keller, il quale durante la seconda guerra mondiale, da poco terminata, non aveva esitato a trarre lauti profitti dalla vendita di pezzi “difettosi” destinati all’aeronautica militare che erano costati la vita a ben 21 piloti. Arrestato per fornitura di materiale non conforme alle norme, l’uomo riesce a scagionarsi dall’accusa scaricando tutta la responsabilità sul suo socio, che Keller sacrifica impassibile alla sua brillante carriera di magnate. Intanto la sua famiglia fa i conti da tre anni con il dramma della scomparsa in guerra di un figlio mai più ritrovato. Sarà la giovane fidanzata del ragazzo, figlia del socio finito in galera, della quale si è innamorato anche il fratello che la vuole sposare, a far emergere le contraddizioni nella vicenda e a svelare i misfatti e le verità abilmente celate dal cinico uomo d’affari.
Arthur Miller infrange gli ideali della famiglia, del successo e del denaro: il suo Joe Keller rappresenta una “minaccia” per la società non in ragione di ciò che ha commesso ma perché rifiuta di ammettere la sua responsabilità civile convinto che un certo grado di illegalità sia necessario. “Un grandissimo testo che come tutti i veri capolavori conserva un’attualità costante”, è il commento di Mariano Rigillo che non manca di sottolineare come sia possibile ritrovare anche oggi “la corruzione, la spregiudicatezza e il cinismo incarnati dal ricco imprenditore”.