Polizia 333La Questura di Catania, con un comunicato diffuso stamani, rende noto che personale di della Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in data 9 dicembre 2013 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di Di Stefano Francesco , ritenuto, in concorso con Musumeci Michele , collaboratore di giustizia, già separatamente giudicato con sentenza della Corte d’Assise, responsabile dell’ omicidio di Paratore Daniele (cl.1974), commesso  la notte del 18 aprile 2009, nonché di detenzione e porto illegali di armi da fuoco, aggravati dall’art. 7 Legge 203/91, per avere agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa dei “Cursoti milanesi” della quale il Di Stefano era a capo.

Continua il comunicato:

Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotte da questa Squadra Mobile.

Il pregiudicato PARATORE Daniele venne assassinato nella notte di domenica 18 aprile 2009 in via Bainsizza, nel quartiere catanese “San Berillo Nuovo”. La vittima tentò di sfuggire alla guida del proprio scooter ai killer che erano anch’essi a bordo di un grosso ciclomotore e che riuscirono, dopo un inseguimento, a colpirlo alle spalle.

Le investigazione avviate dopo il fatto di sangue indicarono che la causa scatenante del delitto era il coinvolgimento del PARATORE in traffici di stupefacenti. Peraltro la vittima stringeva ancora in mano alcune banconote di piccolo taglio, ritenute il provento di una cessione di droga avvenuta pochi istanti prima di avvedersi della presenza degli assassini.

Secondo il quadro accusatorio che si è delineato, PARATORE Daniele, spacciatore che operava in proprio nel rione “San Berillo Nuovo” per l’acquisto di stupefacenti, accumulò debiti nei confronti di trafficanti che, non ottenendone il pagamento, si determinarono ad ucciderlo. Per sfuggire a questi, il PARATORE si vide costretto a cercare protezione nel gruppo dei “Cursoti milanesi”, che gestisce gran parte dello spaccio di droga in quel quartiere. Tale cosca saldò subito parte dei suoi debiti, chiedendogli in cambio di vendere lo stupefacente per conto del sodalizio. In un primo momento PARATORE mantenne i patti, ma, successivamente tornò a spacciare per conto proprio. Ciò non fu assolutamente tollerato dal gruppo, che decretò la sua uccisione.

Il provvedimento è stato notificato presso la casa circondariale “Lorusso e Cotugno” di Torino dove Di Stefano Francesco è detenuto per altra causa.

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