Illustrare agli attuali e futuri urologi le novità in campo tecnologico, anche con dimostrazioni pratiche nel corso di interventi
chirurgici “live” che si sono svolti in contemporanea in due diverse sale operatorie.
Questo l’obiettivo dell’evento formativo, dal titolo “Update sulle tecnologie urologiche” patrocinato dalla associazione scientifica
nazionale WeUro, che si è svolto nell’Unità Operativa Complessa di Urologia del Policlinico diretta da Nello Cimino.
I live surgery dimostrativi dell’iniziativa, hanno fatto uso della robotica, vera rivoluzione degli ultimi decenni soprattutto in campo
urologico, e fiore all’occhiello degli interventi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco”. Nello
specifico, in una prima sala è stata effettuata una prostatectomia radicale con tecnica robotica, dal direttore Cimino coaudiuvato dal
collega Giorgio Russo nella seconda un intervento su calcolosi con la partecipazione dell’urologo Graziano Maugeri e la collaborazione del
collega Salvatore Privitera.
Focus dell’evento è stato l’applicazione della chirurgia robotica in particolare nel trattamento dell’adenocarcinoma prostatico. L’Unità
operativa complessa di Urologia del Policlinico ha al suo attivo circa 50 procedure di prostatectomia radicale l’anno assistita da robot.
Questa strada, abbracciata ormai da tempo in favore di una chirurgia conservativa e quanto più possibile mininvasiva, molto sofisticata e
complessa, richiede dunque una cura speciale nelle manovre, padronanza e appropriatezza che solo una formazione specialistica può offrire.
Alla due-giorni hanno preso parte esperti del settore tra i più noti e autorevoli del panorama nazionale. In particolare, Carlo Introini
(Genova), Antonio Carbone (Università La Sapienza), Paolo Gontero (Università di Torino), Vincenzo Ferrara (Primario UOC di Iesi),
membri del comitato direttivo WeUro. Inoltre hanno partecipato Paolo Fedelini (Primario UOC Cardarelli Napoli), Angelo Peroni (Primario UOC Poliambulanza Brescia), Salvo Bartolotta (direttore UOC di Urologia del presidio San Marco Catania), Eugenio Di Grazia (Catania) ed
Giovanni Di Lauro (Ospedale civile di Pozzuoli).
Dopo la giornata nelle sale operatorie, il programma formativo è proseguito nella sala convegni della Idi Pharma (Aci Bonaccorsi), con
una serie di talk sulle nuove tecnologie per la diagnosi ed il trattamento di alcune tra le più comuni patologie urologiche, con la
partecipazione di decine di urologi provenienti da tutta Italia.
LA CHIRURGIA ROBOTICA:
Il robot Da Vinci Xi, impiegato nell’UOC di Urologia del Policlinico di Catania, è una piattaforma tra le più tecnologicamente evolute per
la chirurgia mininvasiva, che permette di coniugare, nel segno della più moderna innovazione del campo operatorio, attività didattica,
ricerca e assistenza. Il chirurgo opera manovrando le “braccia robotizzate”, a distanza, tramite una consolle chirurgica
computerizzata posta all’interno della sala operatoria, trasformando di fatto, quindi, il movimento delle mani in impulsi che vengono
convogliati alle “braccia robotiche”.
La tecnologia robotica che subentra successivamente alla metodica laparoscopia, proprio per la sua bassa invasività risulta, altresì,
particolarmente vantaggiosa per i pazienti più fragili, soprattutto vista l’incidenza di alcuni tumori di pertinenza urologica nella
fascia di età più avanzata, ovvero laddove i pazienti presentano più comorbilità e, spesso, non sono candidabili ad un intervento
tradizionale. Il sistema computerizzato sfrutta la visione tridimensionale del campo operatorio migliorando la precisione del
gesto chirurgico, che comunque rimane centrale, in considerazione del fatto che il robot non è dotato di intelligenza artificiale e, dunque,
non prende certo da solo le decisioni.
Il Da Vinci rappresenta il perfetto connubio tra l’alta ingegneria e la visione 3 D. Lo strumento permette di ridurre alcune complicanze
intraoperatorie, facilitando, ad esempio, l’accesso a vie anatomiche particolarmente difficoltose e conferisce maggior precisione
demolitiva nei confronti dei tumori.
I vantaggi della chirurgia robotica, dunque, sono significativi, a cominciare da una più puntuale individuazione delle aree anatomiche da
asportare e migliorando, così, ad esempio, la possibilità di conservare le adiacenti strutture vascolari e nervose. Inoltre,
favorisce, al contempo, la contrazione dei tempi di degenza post-operatoria, con conseguente riduzione dei costi a carico del
sistema. A tale aumentata precisione, ad esempio, conseguono ad esempio maggiori tassi di continenza e mantenimento della funzione
sessuale, dopo chirurgia oncologica demolitiva nella neoplasia prostatica.
Il Robot da Vinci Xi –che in Italia raggiunge la quota complessiva di 140 installazioni mentre nel mondo ne conta più di 5.500- oggi viene
utilizzato anche in chirurgia generale, pediatrica, trapiantologica, otorinolaringoiatrica, toracica, ginecologia e cardiochirurgia.