Il Sindaco, “In qualità di capo della delegazione italiana del Comitato delle Regioni Ue, racconterò quello che abbiamo fatto qui oggi. Catania, città dell’accoglienza, sa far collaborare i suoi ragazzi senza lavoro con quelli che vengono dall’altra parte del mare e per tutti loro nasce una speranza”.
“Questo è un esempio per tutta l’Italia e non soltanto per il nostro Paese”.
Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco inaugurando – con il taglio di un “nastro” di tralci di vite – nella Villa Santa Maria degli Angeli, l’orto urbano didattico realizzato da quattordici Minori stranieri non accompagnati beneficiari della seconda accoglienza Sprar e otto giovani catanesi disoccupati con formazione nelle discipline agrarie.
L’orto è stato realizzato nell’ambito di un corso di “Progettazione per la sostenibilità e sistemi biologici di agricoltura urbana”, organizzato dal consorzio di cooperative sociali Il Nodo, in collaborazione con l’Università di Catania, Gaia Education e Comune di Catania nell’ambito del progetto “Sicilia Integra”, finanziato attraverso i fondi Sprar.
“In qualità – ha affermato Bianco – di capo della delegazione italiana del Comitato delle Regioni Ue, andrò a Bruxelles l’8 e il 9 febbraio e racconterò quello che abbiamo fatto qui oggi. Questa era una zona abbandonata, quasi una discarica ed è nato un orto urbano straordinariamente innovativo, pulito, biologico, con tecniche straordinarie che valorizzano il nostro territorio e le nostre colture: con questo lavoro comune diamo un esempio a tutta l’Europa. Catania, città dell’accoglienza, sa far collaborare i suoi ragazzi disoccupati con quelli che vengono dall’altra parte del mare e per tutti loro nasce una speranza”.
Prima dell’inaugurazione, nella sala della Villa, il corso era stato presentato, anche attraverso un breve film di Mauro Maugeri, da Fabrizio Sigona, presidente del Consorzio, May East di Gaia education e Paolo Guarnaccia, del dipartimento di Agricoltura dell’Università. L’orto è stato realizzato tramite i principi dell’agricoltura sinergica al termine di un percorso di due mesi costituito da cinque settimane di formazione sull’agricoltura biologica e sulle dimensioni di sostenibilità sociale, economica e ecologica e da altre tre settimane di implementazione in campo.
Il consorzio di cooperative sociali Il Nodo, da anni porta avanti un modello di accoglienza basato sull’ospitalità diffusa, sui piccoli numeri e sull’interconnessione fra i servizi che, partendo dalle comunità di prima accoglienza per Minori stranieri non accompagnati e passando per le comunità di seconda accoglienza, gli appartamenti di sgancio e le strutture Sprar per adulti, crea, attraverso formazione e inserimento lavorativo, percorsi finalizzati a una crescente autonomia degli ospiti.