Nella mattinata di ieri, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto, in flagranza di reato, D. R. Giuseppe (cl.1981) e O. Salvatore (cl.1993) per estorsione e ricettazione, in concorso. Le indagini hanno preso avvio da una segnalazione pervenuta da parte di un cittadino residente nella provincia catanese il quale, il 21 agosto scorso, durante una sua visita presso questo centro storico, era stato vittima del furto della propria Fiat “Panda”. L’uomo, poche ore dopo, era stato contattato telefonicamente da un soggetto che, spacciandosi quale parcheggiatore della zona coincidente con quella ove era avvenuto il furto, asseriva di aver trovato i documenti della citata autovettura ed altri effetti personali, offrendosi particolarmente disponibile a recapitarli personalmente a casa. Tuttavia la vittima aveva preferito dare appuntamento a Catania per ritirare i propri documenti, avvisando nel contempo la Polizia, alla quale aveva regolarmente denunciato il furto dell’auto.
Intuito che potesse essere il preludio ad una richiesta estorsiva per la restituzione dell’autovettura, secondo modalità note del c.d. “cavallo di ritorno”, gli agenti della Sezione “Reati contro il Patrimonio” predisponevano un servizio che consentiva di percepire distintamente la richiesta di € 500,00 fatta alla vittima del furto da due giovani che, oltre alla consegna dei documenti, avrebbero consentito il recupero dell’autovettura. Quest’ultima, effettivamente, era stata condotta nelle immediate vicinanze del luogo ove si è tenuto l’incontro.
A questo punto, non essendovi più dubbi su quanto stava accadendo, gli agenti intervenivano, bloccando i due giovani e recuperando l’autovettura.
Nelle fasi dell’arresto uno dei malviventi, esternava all’altro il suo disappunto, dicendogli: “te l’avevo detto che c’era la Polizia”.
I due uomini, entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio, venivano pertanto tratti in arresto e condotti presso la casa circondariale “Piazza Lanza”.