Piogge incessanti, condutture che non reggono alla pressione e dai tombini si sprigiona un getto d’acqua degno delle migliori fontane di Catania. Ecco quello che succede nel capoluogo etneo tutte le volte che piove. Che ci siano bombe d’acqua o meno gli impianti sotterranei ormai risultano esse inadatti per una città che raccoglie anche le acque piovane provenienti dai paesi dell’ hinterland.
Scenari come via Etnea, viale Mario Rapisardi, via Plebiscito e decine di altre arterie che si trasformano in fiumi in piena non è più una novità. Stessa cosa per le piazze che diventano laghi e interi quartieri che finiscono letteralmente sommersi. Problemi che poi si ripercuotono sulla sicurezza pubblica e sulla viabilità. Basta un temporale, quando la gente esce di casa per andare a lavorare oppure per accompagnare i figli a scuola, che scatta sistematicamente il caos. In qualità di componente del comitato spontaneo “Terranostra” il sottoscritto Carmelo Sofia, durante i sopralluoghi effettuati con abitanti e commercianti delle zone interessate, soprattutto sul viale Rapisardi e sulla Circonvallazione, ha potuto riscontrare come, nonostante gli ultimi interventi del Sindaco Pogliese, decine e decine di caditoie siano ancora otturate dai detriti oppure restino ricoperte da colate di catrame dei vecchi cantieri.
Per queste ragioni, insieme al presidente del comitato “Terranostra” Nico Sofia, chiediamo al Primo Cittadino e all’assessore ai Lavori Pubblici di attivarsi ora, per quanto possibile, con un piano di interventi tampone per ridurre al minimo la piaga delle strade allagate. Il dissesto rappresenta un grosso problema per consentire all’amministrazione di attivare tutte quelle opere necessarie a rendere la città più vivibile e sicura. Questioni che però passano in secondo piano se confrontare con il nodo legato alla pubblica incolumità. Non capire questo vorrebbe dire commettere un grosso errore di fronte ai catanesi che già dovranno affrontare gli inevitabili tagli ai servizi basilari per il capoluogo etneo.