Nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia” si terrà martedì 30 luglio 2019 alle ore 21,30 l’iniziativa:“Alla scoperta dei capolavori del Rinascimento castelbuonese”. L’appuntamento è davanti la Matrice Vecchia in Piazza Margherita a Castelbuono. La manifestazione è promossa da BCsicilia, per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in collaborazione con la Comunità Ecclesiale Castelbuonese e il patrocinio della Regione Siciliana.
Dopo l’introduzione di P. Lorenzo Marzullo, in rappresentanza delle Comunità Ecclesiali Castelbuonesi, e di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, sarà il prof. Salvatore Grisanti, in passato docente di teologia, a guidare i partecipanti alla scoperta del patrimonio rinascimentale di Castelbuono attraverso una lettura iconologica delle opere.
Si inizia dalla Matrice Vecchia che risale al XIV secolo e che ospita il polittico attribuito prima ad Antonio di Saliba, (nipote del pittore Antonello da Messina) e più recentemente a Pietro Ruzzolone. Nella parte centrale sono dipinte le figure dell’arcangelo Gabriele e dell’Annunziata, che hanno accanto Sant’Elisabetta e Sant’Anna. La chiesa ospita anche la copia del polittico, detto del Beato Guglielmo, il cui originale, trafugato intorno al 1875, si trovava nel Santuario di Santa Maria del Parto. Al centro è raffigurata la Vergine col Bambino sovrastata dall’Eterno Padre.
La cappella del Santissimo Sacramento è caratterizzata dallo straordinario ciborio, alto più di quattro metri e largo due , attribuito a Giorgio da Milano ed eseguito intorno al 1493, che si presenta riccamente decorato. Prevista anche la visita alla cripta con i suoi ambienti ipogei ubicati in corrispondenza del presbiterio con pareti ricche d’affreschi raffiguranti i cicli di vita, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Si raggiungerà poi la Matrice Nuova, dedicata alla natività di Maria, che ospita al suo interno una grande Croce pensile quattrocentesca attribuita a Riccardo Quartararo, anche se alcuni studiosi la ritengono opera del Ruzzolone. Inoltre si potrà ammirare il Trittico cinquecentesco di scuola Antonelliana di struttura tardo-gotica con influssi fiamminghi e proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio Abate che raffigura la Madonna, Sant’Antonio Abate e Sant’Agata e in alto l’Ecce Homo con l’Annunziata e l’arcangelo Gabriele.
Attiguo alla chiesa di S. Francesco si trova uno splendido chiostro settecentesco e annesso, nella cappella dedicata a Sant’Antonio, il mausoleo dei Ventimiglia del XV secolo, a pianta ottagonale con forme tardo-romanico riferibile a Francesco Laurana.
Le opere d’arte destinate alla liturgia non possono essere lette solamente nel loro aspetto storico-artistico, ma per loro natura e per loro destinazione, collocandosi nell’alveo della Tradizione, sono testimonianze della fede celebrata e vissuta.
Questo patrimonio teologico liturgico e spirituale di cui le opere destinate alla liturgia sono portatrici, rappresenta il contenuto più profondo, talvolta non immediatamente percepito, che per il credente viene vissuto nel mistero celebrato, e per il non credente deve essere percepito come fatto culturale per non correre il rischio di trovarsi davanti a un bel contenitore, ma vuoto. Gli iconografi, antichi e moderni, per dipingere una tavola destinata al culto usano il verbo “grafein” scrivere: l’icona si scrive, per cui “ciò che è scritto, leggere si vuole”.
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