Ennesima operazione antidroga dei Carabinieri nell’agro di Carini. Al termine di un’estate costellata da colpi inferti all’organizzazione del narcotraffico – con decine e decine di chili di marijuana sequestrata e varie persone finite in manette – stavolta a finire nella rete tesa dagli i investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile di Carini è stato G.v., muratore carinese di 48 anni.
Da settimane i Carabinieri si alternavano, organizzati in piccole squadre, in perlustrazioni notturne nel territorio in località Cozzo Lupo.
Affidandosi alla luce della luna e al proprio fiuto investigativo, i militari della Compagnia di Carini hanno battuto metro per metro le montagne della zona, da anni ormai utilizzate per la coltivazione della cannabis indica. E proprio nel corso dell’ennesima perlustrazione, lo scorso 27 settembre, i militari dell’Arma hanno individuato una piantagione grande all’incirca come un campo di pallacanestro, nascosta tra la vegetazione e raggiungibile solo attraverso alcuni cunicoli molto stretti, ricavati nella fittissima parete di rovi e sterpaglie.
Le non facili condizioni morfologiche, tuttavia, non hanno scoraggiato i Carabinieri che si sono introdotti nella piantagione, facendo molta attenzione a non lasciare alcuna traccia del loro passaggio, e si sono appostati in attesa della loro “preda”. D’altronde, la posta in gioco era troppo alta: una coltivazione di 355 piante, dalle dimensioni ridotte ma dalle infiorescenze già molto sviluppate.
Al mattino, dopo ore di paziente attesa, la tenacia dei Carabinieri di Carini è stata ripagata: un uomo, G.v., strisciando lungo gli stessi cunicoli che poco prima avevano percorso gli investigatori, si è introdotto nella piantagione e, senza destare alcun sospetto, si stava preparando ad innaffiare il prezioso “raccolto”, quando in breve gli uomini dell’Arma sono usciti dal proprio nascondiglio e gli sono piombati addosso, traendolo in arresto.
I Carabinieri, al momento, stanno lavorando per ricercare degli eventuali complici e, soprattutto, per risalire al livello direttivo del narcotraffico, sulla scorta della considerazione che le persone sin qui tratte in arresto costituiscano semplice manovalanza, niente più che braccianti assunti a giornata.
Nel frattempo le 355 piante sono state sequestrate e verranno campionate presso il L.A.S.S. (Laboratorio di Analisi Sostanze Stupefacenti) del Comando Provinciale di Palermo.
G.v. tradotto presso il Tribunale di Palermo nella giornata di lunedì scorso, a seguito della convalida dell’arresto è stato ristretto ai domiciliari.