Nota diffusa da Cambiamo Messina dal Basso: <<Sì, perché in tema di sicurezza sanitaria, dove certamente il trasporto pubblico locale (TPL) è un’occasione di rischio contagio, anziché investire risorse per ridurre gli affollamenti sui mezzi (aumentando le corse o dilazionando opportunamente gli ingressi e le uscite in scuola, uffici e negozi), l’Amministrazione De Luca eroga fondi pubblici per rimuovere il pagamento delle strisce blu “al fine di disincentivare l’utilizzo del T.P.L.”, come si legge nella delibera di Giunta n. 63.
Ora, che i parcheggi normalmente a pagamento siano (e saranno a lungo) gratuiti, per molti è senza dubbio una buona notizia. Certo in tanti avranno notato l’incremento del traffico e la difficolta a trovare parcheggio in centro, tuttavia risparmiare quei pochi euro certamente fa piacere. Bisogna però ricordarsi che, in questo modo, il parcheggio ora lo paghiamo tutti: chi usa l’auto e chi no. Infatti ATM non rinuncia ai proventi delle strisce blu, ma si fa ripagare dei mancati introiti dal Comune, utilizzando risorse pubbliche, quindi soldi di tutti noi. In particolare, le risorse sono quelle destinate ai ristori e quindi risorse che non andranno, come avrebbero potuto, a famiglie e imprese in difficoltà economica a causa del COVID-19.
Ma c’è di più.
Leggendo la delibera, si vede che, dei circa 120mila € che il comune riconosce ad ATM ogni mese per il mancato pagamento delle strisce blu, oltre la metà, circa 61mila €, sono di “mancato utile”. Quest’utile è conteggiato come differenza tra la previsione di incasso e le spese relative che si sarebbero sostenute normalmente per il controllo delle zone a pagamento. Ora, se un ristoratore ha dovuto chiudere il proprio ristorante durante il lockdown, in cambio ha ricevuto un ristoro (spesso del tutto parziale) per le spese che ha dovuto comunque sostenere (gli affitti, i mutui, il personale ecc). ATM invece chiede di avere ristorato l’utile complessivo, come se il ristorante fosse stato pieno tutti i giorni!
Va peraltro ricordato che questa storia ci fa fare i conti con la sostanziale trasformazione che l’azienda ha attuato, con il recente cambio in SpA, per cui ora i servizi sono erogati per avere utile di esercizio. Si svela dunque l’amara verità che le strisce blu non sono più uno strumento deterrente all’uso del veicolo privato, bensì sono un’occasione lucrativa a vantaggio dell’azienda trasporti locale.
Infine va sottolineato che sono numerosi gli studi scientifici che hanno individuato nel particolato presente in aria (il cosiddetto PM10 – PM2,5) un ulteriore fattore di rischio che può aggravare i sintomi del COVID-19. Tra le maggiori responsabili di PM10-PM2,5 sono proprio le nostre autovetture per cui il TPL andrebbe incentivato e non disincentivato. Questo comportamento è quindi irresponsabile non solo per motivi ambientali e sociali ma, potenzialmente, anche sanitari.>>