Nota diffuisa dal Movimento Cambiamo Messina dal Basso:<<Quando la non politica fa da trampolino di lancio per la politica. Uno sport nazionale che diventerà disciplina olimpica a breve è quello della lotta libera contro la politica. Facilissimo, allo stato attuale, guadagnare consensi sulla scorta di un continuo turpiloquio – spesso giusto – contro i politici di turno, rei di non agire in modo trasparente e soprattutto coerente.
A livello nazionale, abbiamo un governo gialloverde che del populismo e della lotta contro i diritti ha fatto il suo cavallo di battaglia.
A Messina, invece, abbiamo un Sindaco che si è fatto eleggere sulla scorta di una campagna elettorale votata alla protesta , incentrata sulla lotta ai partiti, ai politici di professione e agli sprechi: un Sindaco che, tuttavia, è l’esatto opposto di ciò che dice di essere, che crea profili mediatici con sceneggiate teatrali di altissima caratura. Un sindaco che finisce per non risolvere mai i problemi da lui stesso sollevati (vedi chiusura degli istituti scolastici, Città metropolitana, rifiuti, ATM ecc…). Un Sindaco in politica da decenni, che ha costruito il personaggio di Don Chisciotte con la sua Giunta Comunale composta da persone apparentemente lontane dalla politica.
Insomma, fare il sindaco di Messina come lo fa De Luca è facile poiché non devi amministrare e gestire nulla; e di fronte a qualsiasi difficoltà basta tagliare, licenziare, insultare, buttare fuori lavoratori, privatizzare, appaltare all’esterno e vendere, manco se fosse roba di sua proprietà. E il Consiglio Comunale muto.
E in Giunta Comunale c’è l’assessora Dafne Musolino, candidata alle recenti amministrative nelle quali ha avuto 220 preferenze. La stessa Dafne Musolino che alle prossime competizioni europee sarà candidata.
Direte:
– “sicuramente sarà una candidatura contro i partiti costituenti la vecchia politica!”
– “sarà candidata per combattere i privilegi della Kastah!”
– “tenterà di portare in Parlamento Europeo i dettami del dio De Luca, la punta di diamante della lotta alla mala politica”.
Niente di tutto questo: Dafne Musolino si candiderà con Forza Italia (notizia confermata dalla deputata forzista nazionale Matilde Siracusano). Evidentemente, bastano 220 voti presi alle amministrative per candidarsi alle elezioni europee, dove, se va bene, per tutta la circoscrizione Italia insulare (Sicilia e Sardegna) servono tantissime preferenze in più (almeno 50 volte tanto, e più).
Alla luce di tutto ciò, ci chiediamo:
Forza Italia non era partito combattuto in campagna elettorale perché vicino a Genovese?
Forza Italia non era il partito che in campagna elettorale fece parlare di sé per presunti accordi con il candidato Bramanti, deriso in pubblica piazza del nostro attuale Sindaco De Luca?
E adesso? Ci risiamo, tutto e il contrario di tutto, un continuo mischiare le carte. Un confondere il cittadino al punto tale che neanche gli osservatori più attenti riescano ad avere una chiara visione dei fatti.
Notiamo solo noi qualcosa che non va?
Fare Politica non vuol dire dare l’impressione di avere il controllo ferreo del Palazzo, o spingere i cittadini a pensarla come te a tutti i costi, bensì vuol dire spingerli a pensare e a partecipare attivamente alla vita politica, vivendone a pieno lo spirito collettivo. Spingere a pensare come un insieme, e non solo come un singolo, come invece fa l’attuale amministratore.
Fare politica alla De Luca, invece, significa “avanti futuro” ma ritorno al passato. Ed è il suo punto debole.
Puoi lanciare l’amo lontano e riportarlo indietro con infiniti giri di mulinello, qualcuno abboccherà e molti no, ma alla lunga rimarrai senza esche, e lì i nodi verranno al pettine.
La candidatura di Dafne Musolino rappresenta l’esempio lampante del più grande paradosso: quello del come la (presunta) lotta alla mala politica riesca ad aprire le porte della (mala) politica.>>