Confermata la linea contraria ad altre forme di attraversamento stabile. Invocata la redazione di un piano esecutivo. Prosegue l’interlocuzione tra la Regione Calabria e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulle proposte progettuali in merito alla realizzazione di un attraversamento stabile dello Stretto di Messina. Nei giorni scorsi, l’assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, dopo l’audizione dello scorso 9 dicembre con il gruppo di lavoro del Mit, ha inviato la relazione sugli studi e gli approfondimenti della Regione Calabria in merito all’eventuale progetto dell’opera.
«PROSEGUIRE CON IL PROGETTO ESISTENTE»
«Come già esposto – è scritto nel documento –, si conferma la richiesta della Regione Calabria di proseguire le azioni connesse al progetto esistente e di procedere all’immediato affidamento al contraente generale della redazione di un progetto esecutivo con adeguamento alle norme intervenute. Rispetto all’iter già avviato in passato e interrotto, e solo qualora ciò non comporti ulteriori ritardi, si chiede di valutare la possibilità di un minore apporto di capitale privato, al fine di consentire la redazione di un differente piano economico-finanziario di gestione che preveda minori introiti tariffari e specificamente: la gratuità dell’attraversamento per i mezzi di trasporto collettivo e una tariffa significativamente ridotta per i residenti nelle città metropolitane dello Stretto».
«NO A SOLUZIONI DIFFERENTI»
«L’ipotesi di riavviare l’iter delle valutazioni di fattibilità tecnica di differenti soluzioni di attraversamento stabile con connesse nuove analisi benefici-costi – prosegue la nota –, nonché qualunque altra ipotesi che metta in discussione la stessa valutazione sulla utilità di realizzare l’opera, non trova alcuna condivisione da parte di questa Regione. Si ritengono infatti tali eventualità solo dilatorie, in considerazione dei seguenti aspetti: la necessità del completamento del corridoio scandinavo-mediterraneo, quello che maggiormente interessa il territorio italiano, attraversandolo da nord a sud, partendo dal valico del Brennero e giungendo fino a Palermo».
«AVVIO OPERA IMPRENSCINDIBILE»
«Tenuto conto che la priorità europea è quella di assicurare la continuità di tutti i corridoi entro il 2030 – si sottolinea –, completando i collegamenti mancanti ed eliminando i colli di bottiglia, il tempestivo avvio della realizzazione dell’opera risulta imprescindibile (al pari, ad esempio, della galleria del Brennero); la necessità di evitare che a fronte dell’atteso completamento dell’alta velocità ferroviaria a Sud permanga il collo di bottiglia dell’attraversamento dello Stretto, vanificando l’utilità dell’investimento con una perdita di tempo nell’attraversamento comparabile, o anche forse superiore, alla riduzione dei tempi consentiti dall’investimento dell’alta velocità ferroviaria».
«SÌ ALL’AREA INTEGRATA DELLO STRETTO»
«Deve inoltre essere considerato – spiega la relazione – che le due Regioni hanno individuato un bacino territoriale ottimale interregionale per i servizi di trasporto pubblico locale. Un Accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto, tra la Regione Siciliana, la Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto, è stato sottoscritto l’1 marzo 2019 e ratificato dalla Regione Calabria con la legge regionale 7 maggio 2019, n. 12. La perimetrazione del bacino è stata approvata con deliberazione di Giunta regionale Calabria n. 354, del 31 luglio 2019, e con deliberazione di Giunta regionale Sicilia n. 380, del 25 ottobre 2019, e ricomprende complessivamente 57 comuni. Sono attualmente in corso le interlocuzioni finali per la designazione o istituzione dell’ente di governo del bacino. Si tratterebbe del primo bacino interregionale in Italia, a testimonianza della forte esigenza di integrazione territoriale dell’Area».
«Tutte le sopra esposte considerazioni – conclude la nota –, anche nell’ipotesi di voler rivalutare la fattibilità e l’analisi benefici-costi, si ritiene che possano portare in tempi brevi alla conclusione che l’unica soluzione efficace sia quella proposta con il presente documento di massima, riavviando le attività connesse al progetto esistente e all’appalto in essere. Si auspica quindi che le proposte che verranno avanzate dalla Struttura tecnica di missione, e le scelte conseguentemente adottate dal Mit, prendano in debita considerazione quanto sopra osservato, in un’ottica di condivisione con i territori e con l’obiettivo di un efficace sviluppo dell’intero Paese».