“Il maltempo che sta imperversando da giorni anche in provincia di Reggio Calabria, ed in particolare nell’area dell’alta locride, rischia di aprire un’altra tragica pagina come quella di Sibari, la cui area archeologica è finita sotto il fango dovuto allo straripamento del fiume Crati”.
E’ quanto sostiene il Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera che lancia l’allarme sui rischi immediati che incombono sull’antica Kaulon, nel territorio di Monasterace, funestata dalle mareggiate di questi giorni.
“Fa piacere sapere che il Ministro dei Beni culturali Massimo Bray abbia già deciso un primo stanziamento di 300 mila euro per far fronte all’emergenza, ma il rischio è che i soldi inviati dal Ministero giungano in Calabria a disastro già avvenuto. E’ assurdo, solo immaginare, che una mareggiata, seppure di straordinaria potenza e durata, possa devastare e ahimè distruggere una delle aree archeologiche più importanti del nostro territorio. Senza contare il reperto più importante che rischia di essere irrimediabilmente spazzato dai marosi: il famoso mosaico della “Sala dei draghi e dei delfini”, scoperto pochi mesi orsono e ritenuto fin da subito il più grande mosaico di epoca ellenistica rinvenuto nel Sud Italia, assieme ad uno dei pochi edifici termali greci trovati nel Mezzogiorno d’Italia”.
“Un’area – argomenta il Segretario Questore del Consiglio regionale, che assieme a Sibari, appunto, ed a Locri Ephizefìri, è tra i territori a più alto interesse archeologico ed artistico della nostra Regione. Come sempre accade in Italia ci troviamo a fronteggiare l’emergenza. Eppure i rischi incombenti su quell’area erano noti da tempo, tanto da spingere la Soprintendente archeologica della Calabria, dr.ssa Simonetta Bonomi a chiedere l’intervento tempestivo della Provincia di Reggio Calabria. Interventi che – a ben guardare – non sono serviti a molto, visto che le mereggiate hanno risucchiato alcune parti dell’antico tempio dorico di Kaulon. Un disastro annunciato che forse si sarebbe potuto evitare fin da primi segnali dello scorso dicembre, quando alcuni resti del tempio scivolarono in mare”.
“Quell’area – ricorda il consigliere regionale Giovanni Nucera – nel corso di innumerevoli campagne di scavo ha restituito preziosi reperti che presto potremo ammirare all’interno del ristrutturato Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Tuttavia mi chiedo quanto altro prezioso materiale, scavato dalle onde, stia finendo irrimediabilmente in mare”.
“Qui non si tratta soltanto di difendere e preservare un sito archeologico di inestimabile valore. Tremo al solo pensiero che il mare possa lambire e sgretolare i preziosi tasselli che compongono il meraviglioso ed unico mosaico di epoca ellenistica. C’è in gioco il futuro della locride, che devastata dal maltempo in molte parti rischia di vedere compromessa chissà per quanto tempo ogni prospettiva turistica legata al litorale. Non serve fare qui la cronaca, già abbastanza ampia di quanto è avvenuto a Siderno, e lungo tutta la costa ionica, per la quale deve essere prontamente chiesto lo stato di calamità naturale, ed intervenire con urgenza per limitare i danni laddove possibile. Comprendo – aggiunge il consigliere regionale Giovanni Nucera – le preoccupazioni espresse in queste ore da molti imprenditori turistici della locride. Forse avrebbero meritato più ascolto prima! La Locride chiede da tempo attenzione, e non proclami e belle parole – conclude Nucera che sollecita il Consiglio regionale e con esso il Governo nazionale a prendere coscienza della situazione drammatica che si sta vivendo in Calabria a ad avviare un serio confronto di natura legislativa sulla Locride, per tutelarne il presente ed il futuro”.