Con un impiego di circa 400 uomini sul territorio calabrese e in alcune regioni del Nord Italia è stata portata a termine la complessa attività della Polizia di Stato contro le contrapposte cosche della ‘ndrangheta Iannazzo Cannizzaro-Daponte e Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme, che ha portato all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 45 soggetti.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione, danneggiamento e detenzione illegale di armi ed esplosivo.
Le complesse attività investigative condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro e coordinate dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, hanno potuto contare sulle attività di riscontro delle diverse dichiarazioni di più collaboratori di giustizia, oltre che dall’imponente attivazione di servizi tecnici che hanno permesso di ricostruire vicende connesse con riunioni di ‘ndrangheta, veri e propri “summit mafiosi” tra i vertici delle cosche per la gestione delle estorsioni e la spartizione dei relativi proventi.
L’operazione denominata “Andromeda”, quale naturale seguito delle precedenti operazioni “Medusa” e “Perseo”, ha consentito di individuare alcuni dei responsabili degli omicidi di Antonio Torcasio, avvenuto a Lamezia Terme nel maggio 2003 all’epoca reggente della cosca Cerra- Torcasio -Gualtieri, nonché quello dell’omicidio di Vincenzo Torcasio e del ferimento di Vincenzo Curcio avvenuto in Falerna nel luglio dello stesso anno, entrambi esponenti della stessa cosca.
I due episodi si inquadravano in una strategia criminale volta a mantenere, da parte delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, l’esclusivo controllo del territorio di gran parte del comprensorio di Lamezia Terme, anche attraverso l’eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca Cerra- Torcasio- Gualtieri anch’essa attiva soprattutto nel campo delle estorsioni.
Tra gli arrestati anche un noto imprenditore del settore della grande distribuzione alimentare ritenuto organico del clan mafioso, proprietario del centro commerciale “Due Mari” di Lamezia Terme e dirigente di primo piano della Vigor Lamezia. Nell’inchiesta sono coinvolti anche altri imprenditori lametini, operanti nel settore della grande distribuzione e del settore edile.
La Squadra Mobile di Catanzaro ha eseguite 36 provvedimenti, 27 dei quali in carcere e due ai domiciliari, mentre sette sono stati notificati a persone già detenute.
L’esecuzione delle restanti ordinanze è stata delegata al personale della locale Sezione della Direzione Investigativa Antimafia e del G.I.C.O. della Guardia di Finanza. Alcuni degli indagati sono stati tratti in arresto in provincia di Alessandria dove da tempo si erano trasferiti.
Per la cattura degli indagati sono stati impiegati, oltre che i Reparti Prevenzione Crimine della Calabria e della Basilicata, anche numerose unità delle Squadre Mobili di Alessandria, Cosenza, Crotone, Messina, Perugia, Potenza, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa e Vibo Valentia, nonché unità cinofile della Questura di Vibo Valentia e del Reparto Volo di Reggio Calabria, che sono stati di supporto operativo, disposto dalla Direzione Centrale Anticrimine e dal Servizio Centrale Operativo di Roma.