Intervento del Presidente Oliverio alla Corte dei Conti: <<Porgo un saluto cordiale al Presidente Salamone, agli illustri consiglieri della Sezione di Controllo e al Procuratore dott.ssa Scerbo. Anche quest’anno, nell’apprestarmi a rappresentare la Regione Calabria ringrazio, prioritariamente, la Corte per la sua opera di affiancamento costante e vigile all’Amministrazione regionale, tesa a garantire l’utilizzo appropriato ed efficace dei fondi pubblici e la regolarità dell’azione amministrativa. Ringrazio, anche, per le preziose relazioni sulle tipologie di copertura finanziaria adottate nelle leggi regionali e sulle tecniche di quantificazioni degli oneri, che hanno guidato l’operato dell’Assemblea legislativa e dell’apparato amministrativo e hanno contribuito a rendere le leggi regionali conformi ai dettami costituzionali in materia ed esenti da impugnative connesse alla mancanza di copertura finanziaria. Nell’anno appena trascorso e sottoposto al giudizio di codesta Corte, la Regione Calabria ha dovuto affrontare importanti difficoltà di carattere sociale, economico e finanziario derivanti anche dai continui sforzi e sacrifici richiesti dal Governo centrale agli enti territoriali in termini di concorso agli obiettivi di finanza pubblica. Nonostante ciò, anche nel 2016 siamo riusciti a raggiungere detti obiettivi, oltre che a dare attuazione alle disposizioni dettate in sede di giudizio di parifica dell’esercizio finanziario 2015 adottando le richieste misure conseguenziali. E’ stato raggiunto lo sfidante obiettivo legato al raggiungimento del pareggio di bilancio, è stato confermato il”rating”, ovvero la valutazione del grado di affidabilità dell’Ente regione da parte della società Fitch ratings, è stato rispettato il limite di indebitamento, che è tra i più bassi tra quelli del comparto delle Regioni, ed è stata portata avanti una politica di rigore, che ha consentito di ridurre notevolmente il disavanzo di amministrazione generatosi anche in sede di applicazione delle nuove regole contabili introdotte dal decreto legislativo 118/2011. Non senza difficoltà e grazie all’abnegazione di pochi, è stata avviata la contabilità economico–patrimoniale, sono stati approvati oltre 50 rendiconti arretrati degli enti strumentali, è stato redatto e approvato dalla Giunta il primo bilancio consolidato del “Gruppo Regione Calabria” ed è stata effettuata la revisione straordinaria delle partecipazioni entro il 30 settembre dell’anno in corso. Atti dovuti, è vero, ma non per questo scontati o di facile realizzazione, che sono stati perseguiti e voluti con ostinazione, anche riuscendo a recuperare un atavico ritardo ereditato dalle precedenti amministrazioni. Nonostante gli sforzi compiuti da questa amministrazione, le risultanze contabili dell’anno 2016 rendono evidenti diverse problematiche che, tuttavia, non sempre sono addebitabili a disfunzioni della macchina regionale. Stiamo scontando, anche in termini di livello di fabbisogni, gli effetti di discutibili riforme, quali quella connessa all’eliminazione delle Comunità montane, alla legge “Delrio” relativa alla riforma delle Province; stiamo facendo fronte alle difficoltà finanziarie ed economiche in cui versano gli enti locali. Infatti, con grande senso di responsabilità, anche quest’anno abbiamo gestito il Sistema dei rifiuti soli urbani, facendo fronte al ritardo con cui gli Enti locali stanno realizzando gli ATO, liquidando con risorse regionali tutte le spese di questa gestione e incassando le somme dovute dai comuni con estrema e inspiegabile lentezza. E proprio da ciò discende la rilevata riduzione del livello della Cassa regionale. Siamo sottoposti a continui attacchi che provengono anche da insospettabili soggetti giuridici, oltre che da privati senza scrupoli, che incardinano liti, talvolta temerarie, contro l’Amministrazione e che, chiamando in causa la Regione anche in qualità di terzo e confidando in sviste giudiziarie (purtroppo esistenti a causa della fallacità umana) o nella disorganizzazione della Regione e dei propri Enti, pignorano somme di fatto non dovute. Gli esempi sono purtroppo numerosi, ma per non tediare, potrei ricordare i continui pignoramenti subiti dalla Regione per conto di presunte somme che l’Afor dovrebbe dare ai propri dipendenti, sebbene la Regione non abbia in bilancio somme da erogarsi all’AFOR, oppure le somme relative ai lavoratori della Fondazione Terina non erogabili a causa dell’esistenza di una pendenza giudiziaria in cui la Regione è stata chiamata in causa; ed ancora l’annosa questione dei pignoramenti subiti da parte delle Case di cura, risolta a seguito dell’intervento della nota sentenza della Corte di Cassazione in cui viene sancita l’estraneità della Regione nella specifica vicenda. Queste distorsioni, voglio sottolineare, non sono indolori e drenano indebitamente risorse destinabili alla risoluzione di emergenze sociali, ingolfano e rallentano gli Uffici dell’Avvocatura regionale, impegnati anche a quantificare e monitorare l’andamento del Fondo per rischi legali. Per ciò che concerne la vicenda delle risorse provenienti dalla chiusura degli strumenti finanziari derivati, deve emergere che questa Giunta ha fortemente voluto il riaccantonamento delle risorse in questione, utilizzate dal precedente Governo regionali in occasione della legge di assestamento dell’anno 2014. L’Amministrazione regionale, ha ritenuto doveroso, poi, utilizzare tale accantonamento, dopo ben due anni e con modalità ritenute corrette, sostanzialmente in sintonia con la normativa vigente e senza, si ribadisce, produrre effetti espansivi della spesa. Considerato, tuttavia, che i chiarimenti forniti in sede istruttoria anche dai Revisori contabili non ha convinto pienamente, per come emerso dalle Relazioni appena ascoltate, si chiede, sin da ora, un immediato incontro teso ad individuare e tracciare dettagliatamente, in un clima di controllo collaborativo, le idonee modalità di registrazione contabile. Preme, ancora, sottolineare che le criticità segnalate sulle registrazioni contabili, non sono solo connesse alla incompleta assimilazione da parte delle strutture regionali del cambio culturale richiesto dalla Riforma sull’armonizzazione dei bilanci, ma anche dall’assenza di univoci orientamenti teorici in merito alla rilevazione integrata dei fatti gestori sotto gli aspetti finanziari, economici e patrimoniali, dalla carenza e/o incompletezza di indicazioni di carattere pratico e da importanti ritardi nell’implementazione delle necessarie funzionalità del sistema informatico di contabilità. La riforma contabile dell’armonizzazione dei bilanci, infatti, oltre a richiedere profondi cambi culturali necessita di importanti modifiche nei software di gestione contabile. Questi ultimi, che non erano presenti sul mercato, vengono sostanzialmente implementati sulla base di riscontri empirici registrati nel corso della gestione e forniscono soluzioni non sempre tempestive. Sostanzialmente, il legislatore statale ha previsto la necessità di modificare la modalità di registrazione dei “fatti gestori” ma non ha fornito i mezzi strumentali per attuarli e le Regioni, sulla propria pelle e con le proprie risorse, stanno facendo fronte alle nuove esigenze. Anche in sede ARCONET, e specificamente in merito alla contabilità economico patrimoniale, è stato rilevato che gran parte delle Regioni sta incontrando difficoltà nell’applicare, per la prima volta, i nuovi principi contabili che regolano la materia. Nonostante ciò, posso dire con soddisfazione che grazie all’alacre lavoro degli Uffici interessati siamo stati in grado non solo di redigere il conto economico e lo Stato patrimoniale, dai quali emergono anche i costi e i ricavi generati dalla gestione posta in essere da questa amministrazione, ma abbiamo anche redatto il primo bilancio consolidato regionale e conosciamo, oggi, il risultato economico generato dall’Amministrazione regionale e dalle principali articolazioni della stessa, quali gli Enti strumentali e delle maggiori società partecipate. Molto è stato fatto, con impegno e abnegazione; tuttavia dai risultati raggiunti, che pur sono importanti e quasi insperati, emerge una non piena assimilazione dei Principi armonizzati da parte di alcune strutture regionali, che ha cagionato alcune delle osservazioni emerse nella Relazione di codesta Corte. Convinti che la riforma sull’armonizzazione e le sue continue evoluzioni non possano essere compiutamente attuate se i principi introdotti non diventano patrimonio comune di tutta l’Amministrazione, e che i concetti di carattere economico patrimoniale, vera e più recente innovazione della riforma contabile, necessitino di specifico approfondimento, in collaborazione con dirigenti del Ministero dell’Economia e delle finanze, di docenti universitari, e di componenti della Commissione ARCONET sono stati attivati corsi di formazione per dipendenti e dirigenti regionali vertenti sulla contabilità economica e sul principio della competenza finanziaria potenziata. E’ stato sottolineato nella Relazione testè ascoltata che la Regione, nell’anno 2016, non ha concluso la valorizzazione dei propri beni immobili. E’ vero, ma va anche specificato che il termine assegnato scade alla fine dell’anno in corso (2017) e che ci stiamo impegnando per provare a compiere il rilevante sforzo richiesto. A me corre anche l’obbligo di segnalare che nell’anno 2016, sono stati comunque compiuti notevoli passi avanti: per tutti gli immobili iscritti nel conto sono stati individuati i titoli di proprietà e sono stati inventariati circa 6.000 beni immobili, prima inclusi nell’elenco dei beni in corso di inventariazione. E’ vero, non si è ancora azzerato il problema annoso del deficit di conoscenze del patrimonio immobiliare, nato, nei tempi che furono, dall’errata impostazione nella metodologia di valorizzazione, basata su valutazioni presuntive degli immobili, ma si può ben dire che questa Amministrazione ha invertito la rotta rispetto al passato. Sono state anche avviate concrete iniziative intese a favorire il completamento degli adempimenti di ricognizione e censimento immobiliare. Fra queste è possibile citare il potenziamento della struttura competente alla tenuta degli inventari, attuato nei primi mesi dell’anno in corso, che ha consentito l’acquisizione in organico di nuove figure professionali che sono state adibite alle attività di inventariazione e censimento confluite nel conto 2016 nonché la sottoscrizione, nel giugno di quest’anno, di un Protocollo d’intesa tra Agenzia del Demanio statale e Regione Calabria finalizzato all’avvio di una serie di iniziative di valorizzazione, razionalizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico di ambito regionale. Tale protocollo consente di sviluppare le operazioni di finanza immobiliare, l’adozione del nuovo regolamento di disciplina delle concessioni, locazioni e degli usi a vario titolo del patrimonio immobiliare regionale (Regolamento n°6/2017) che si auspica possa consentire un significativo aumento di redditività del patrimonio immobiliare. A seguito delle misure di carattere organizzativo adottate per far fronte alle questioni sollevate in materia di contenzioso legale in occasione del Giudizio di parifica dell’anno 2015, l’Ente è riuscito ad effettuare, nell’anno in corso, il monitoraggio della vertenze ancora in essere e a quantificarne la consistenza numerica: 42.580 di cui ben 24 risalgono ai lontani anni “80”. In termini prettamente finanziari, poi, si deve evidenziare come nel corso dell’anno 2016 a fronte delle vertenze in corso, in ossequio alle disposizioni vigenti, è stato implementato ulteriormente il Fondo rischi facendolo attestare a oltre 25 milioni di euro. Per completezza devo anche aggiungere che in sede di predisposizione del Bilancio 2018, tale fondo è stato ulteriormente aumentato a oltre 39 milioni di euro. Questo accantonamento prudenziale, teso a garantire gli equilibri di bilancio in caso di soccombenza alle liti, deve aggiungersi ai 33 milioni di euro stanziati per fare fronte ai pignoramenti e ai circa 5 milioni di euro per debiti fuori bilancio riconosciuti nell’anno 2016. Nel porre l’attenzione, sebbene pleonastica, sulla destinazione di ingenti risorse pubbliche (oltre 63 milioni di euro nel solo anno 2016) al soddisfacimento di debiti provenienti dalle passate gestioni, non posso esimermi dal rilevare anche l’urgente necessità di monitorare l’entità del Fondo rischi legali, onde evitare anche l’eventuale rischio di sottrarre eccessive risorse pubbliche al soddisfacimento di attuali fabbisogni e obbligazioni giuridicamente vincolanti che, ove non affrontate, potrebbero, a loro volta generare contenziosi. In tema di enti strumentali e società partecipate, l’attività di rafforzamento della Governance regionale è stata perseguita anche nel 2016 attraverso modifiche organizzative e l’assunzione di atti di indirizzo esaminati anche da codesta Sezione. Nel 2017, poi, è stata effettuata la ricognizione delle partecipazioni possedute (DGR n. 424 del 29 settembre 2017). In merito alla incompleta verifica dei debiti e dei crediti reciproci tra la Regione e i propri Enti strumentali e società partecipate, premesso che la Regione ha effettuato la cosiddetta “circolarizzazione” con tutti gli Enti che rientrano nel perimetro del consolidamento, si garantisce che il mancato rispetto della tempistica dettata dalla Giunta regionale ai dirigenti con la Dgr 442/2016 sarà sanzionato in termini di raggiungimento degli obiettivi dei dirigenti stessi, così come statuito nell’atto di indirizzo. E’ mio preciso impegno, continuare a richiedere a tutte le strutture amministrative coinvolte nella gestione e controllo degli enti strumentali e degli Organismi partecipati, di perfezionare annualmente la razionalizzazione societaria, i relativi piani di riassetto utili ad effettuare accorpamenti, liquidazioni, cessazioni o dismissioni. Mi impegno, inoltre, e non solo nell’ambito dell’attività degli enti strumentali e delle società, ad adottare ogni mezzo per evitare il perpetrarsi di omissioni o ritardi nel compimento di atti dovuti dalla burocrazia regionale. In merito ai rilievi effettuati sulla spesa comunitaria, concordo su tutti le criticità elencate nelle Relazioni proprio perché io usualmente sono abituato a valutare non tanto l’entità delle risorse stanziate o spese, quanto i risultati effettivamente conseguiti in termini di sviluppo reale del territorio. Devo sottolineare che stiamo parlando della programmazione 2007/2013 che, purtroppo, noi abbiamo ereditato. La necessità di adottare immediati interventi è stata chiara ed evidente già nei primi giorni dell’insediamento della nuova giunta, una situazione estremamente rischiosa in ordine alla concreta possibilità di perdere un pezzo importante di risorse comunitarie. Abbiamo fatto i salti mortali per evitare che tale ulteriore catastrofe si abbattesse sulla già fragile situazione finanziaria regionale e senza ombra di dubbio i risultati registrati devono essere considerati un successo, considerando la posta in gioco. Con il nuovo programma 2014-2020, programmato e gestito da questa Amministrazione, stiamo cercando di realizzare infrastrutture orientate a produrre concreti effetti sul territorio in termini di sviluppo concreto, di crescita effettiva della dotazione infrastrutturale e di incremento del tasso occupazionale, cui faceva riferimento pocanzi la Procura regionale nella requisitoria ascoltata. In conclusione, non illudendomi sulla semplicità del percorso, posso solo affermare che questo Governo regionale continuerà a perseguire con tenacia l’opera di moralizzazione nel segno della legalità e la realizzazione della completa trasparenza dell’azione amministrativa, provando a recuperare l’atavico “ritardo” ereditato dalle precedenti gestioni e a essere all’altezza delle impegnativi risultati imposti dalle continue riforme della finanza pubblica. In questa complessa attività il Governo regionale ha bisogno dell’apporto di tutti gli attori istituzionali, della burocrazia ma soprattutto del costante supporto di codesta Magistratura.>>