“È una iniziativa importante, diventata un punto di riferimento, per la qualità e l’autorevolezza delle presenze, non solo per la nostra regione. Bisognerebbe moltiplicare eventi come questo in modo diffuso, nel nostro Paese ed in Europa, in questo particolare momento storico.” Così, il Presidente della Regione Mario Oliverio intervenendo alla settima edizione della Summer School Giornate d’Europa, organizzata dall’Associazione culturale ” Centro Rinascimento” , tenuta dal 24 al 29 luglio nel Palazzo Rinascimentale di Aieta e nella quale la Regione, con il suo Dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria diretto da Paolo Praticò, ha curato un ciclo di seminari dedicati ai Fondi europei. ” Europa. 60 anni insieme, uniti e diversi” , il tema affrontato per questo anno dagli esperti insieme a giovani provenienti da varie nazioni e sul quale confrontati, nella serata di ieri, nella tavola rotonda di chiusura, moderata dal giornalista Gennaro Cosentino, presidente del Centro Rinascimento, il Presidente Oliverio, il Dirigente Generale Paolo Praticò , il Presidente del Parco nazionale del Pollino Domenico Pappaterra, i docenti Luciano Monti dell’ università LUISS e Giampaolo Gerbasi dell’ Universita della Calabria, il direttore dello Château de Coppet, Renzo Baldino. “La vera ragione della difficoltà che vive oggi l’Europa- ha detto Oliverio- è che nel corso di questi anni abbiamo avuto processi che hanno interessato i vertici degli Stati , che hanno determinato in spazi istituzionali nuovi passi in avanti anche se non del tutto compiuti, ma hanno coinvolto poco o in modo non sufficiente le realtà sociali, le comunità locali. Questo dato si riverbera in termini di rigurgiti che di volta in volta si ripropongono nel cuore dell’Europa stessa. Una impostazione, che è stata piegata su una logica di bilancio, sul controllo ragionieristico dei fondi, che ha sacrificato l’aspetto dei bisogni sociali, ha determinato in alcune zone via via sempre più larghe una crescente ostilità sulla quale hanno soffiato i nazionalismi. Una impostazione che si tenta di mettere in discussione.” ” Credo- ha indicato ancora il Presidente della Regione- occorra riaprire una grande discussione sulle ragioni fondative dell’Europa, sulle ragioni dell’Europa come necessità, non solo per i singoli Stati ma per l’insieme del continente. Assumere, in questa discussione, un nuovo schema, una nuova impostazione adeguata ai cambiamenti che anche a livello globale si sono affermati, alla presenza di nuove potenze emergenti. L’Europa non è la sommatoria di tante realtà; la diversità è una ricchezza, quando non è frammentazione, ma piuttosto spinta verso la sintesi e l’unità. In questo senso credo si imponga un rilancio della cultura europeista.” ” Nella necessità di rilanciare dal basso e fare crescere una cultura europeista diffusa, iniziative come la Summer School contribuiscono in questa direzione” ha rimarcato il Presidente della Regione che ha ampiamente parlato, ancora, del rapporto che lega la Calabria all’Europa determinato, innanzitutto dall’utilizzazione delle risorse, per la quale ha sottolineato come esista una interlocuzione costante, e che mette in relazione l’Europa stessa con il mondo agricolo, delle imprese, dei comuni, delle realtà del territorio. ” I fondi comunitari sono un’opportunità importante; li abbiamo programmati in direzione della realizzazione di obiettivi, chiari, precisi di crescita, di piena espressione delle potenzialità di sviluppo dei territori ” ha spiegato Oliverio che ha messo ancora in rilievo una circostanza significativa : “Siamo proiezione naturale nel Mediterraneo; possiamo per ciò essere una opportunità per l’Europa” ha infatti dichiarato, per quindi riservare la parte conclusiva del proprio intervento ai giovani: ” Grazie alla contaminazione che ha pervaso le nuove generazioni- ha affermato- , attraverso gli scambi, le opportunità di nuova formazione, i progetti quali l’Erasmus, si sono posti alcuni pilastri, alcune deterrenze ad una deriva negativa. Oggi i giovani hanno oggettivamente assunto un ruolo di cittadini europei. In questo, la speranza di un non ritorno, di una irreversibilità del progetto europeo.”