Di seguito la noa diffusa dall’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”: <<Governo incapace di rispondere alle domande dell’On. sul mancato ammodernamento della S.S.106. Occhiuto chiede al governo di sapere a chi appartengono le responsabilità sul ritiro del progetto del 3° megalotto e quali sono i tempi per l’avvio dei lavori. Il governo non risponde sulle responsabilità e sui tempi previsti per l’avvio dei lavori. Ammette una chiara responsabilità delle osservazioni inviate al progetto dai turisti di Ferrara che sono riuscite nel loro compito di ritardare, forse cancellare, la realizzazione dell’opera.
L’On. Roberto Occhiuto nella giornata di oggi ha proposto, in seno alla Camera dei Deputati, una interrogazione al Ministro alle Infrastrutture ed ai Trasporti Graziano Delrio in cui ha chiesto di poter conoscere per quali ragioni il Governo ha inteso ritirare dal CIPE il progetto dell’ammodernamento della S.S.106 previsto tra Sibari e Roseto Capo Spulico.
Il progetto – come ha spiegato nella sua risposta all’On. Occhiuto il sottosegretario alla giustizia Alfano – ha già le coperture necessarie: si tratta di un progetto di ben 1.200 milioni di euro di cui 970 sono disponibili da anni mentre i restanti sono stati già reperiti dal Piano Pluriennale Anas Spa 2015 – 2020. Nonostante ciò non esiste al momento, per come è apparso chiaro nel dibattito, la volontà politica del Governo di avviare i lavori.
Il sottosegretario alla giustizia Alfano, in pratica, non risponde ed è in evidente difficoltà (non si capisce perché non abbia risposto il Ministro Delrio oppure un sottosegretario al MIT), alla prima domanda dell’On. Occhiuto che gli chiedeva perché il Governo ha ritirato il progetto dal CIPE, così come non ha voluto chiarire di chi sono le responsabilità di questa scelta ed, infine, non solo non ha chiarito quali saranno ora le azioni che il Governo metterà in campo per rimediare all’accaduto per avviare in tempi brevi l’opera ma ha lasciato intendere che i tempi per l’avvio dell’opera non sono al momento prevedibili.
L’unico elemento chiaro – emerso nel dibattito – resta il fatto che i Ministeri coinvolti hanno recepito le osservazioni contrarie pervenute sull’opera. Si tratta di quelle osservazioni pervenute sul progetto – come ha spiegato bene l’On. Occhiuto – per il 93% da due comuni della Calabria (Amendolara e Trebisacce e poi dalla provincia di Ferrara). Tutte queste osservazioni – che meriterebbero una indagine attenta da parte della Magistratura – sono identiche e presentano format simili e, come se non bastasse, arrivano firmate dai “turisti di Ferrara”, molte, invece, da un cittadino di Amendolara che firma le osservazioni “per conto di”.
Queste osservazioni strumentali sono state accolte dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali anche per precise responsabilità della politica che non è stata capace di difendere un’opera che mai come oggi sembra drammaticamente compromessa.
Così come è emerso che il progetto – che per il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici doveva essere approvato nella sua totalità – è stato presentato ad agosto dal Ministero alle Infrastrutture al CIPE solo per una metà nonostante era noto a tutti che la Corte dei Conti in queste condizioni non lo avrebbe mai approvato.
Ai calabresi resta, quindi, l’amarezza per aver perso un’altra grande occasione ma anche la consapevolezza che questa volta sono state chiarite in modo evidente le responsabilità precise di un Governo Nazionale e Regionale che ad agosto, con toni trionfalistici, con Matteo Renzi e Mario Oliverio annunciavano l’ammodernamento della S.S.106 tra Sibari e Roseto mentre oggi vengono smascherati per aver semplicemente preso in giro tutti i cittadini calabresi.
L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ringrazia l’On. Occhiuto per aver ricordato in aula le vittime della S.S.106 e le loro Famiglie e per aver proposto una interrogazione che finalmente restituisce verità alla Calabria. L’Associazione auspica, infime, che a seguito di quanto è emerso oggi in aula possa determinarsi quella consapevolezza collettiva che è necessaria a comprendere il totale disinteresse che anima l’intera classe politica dirigente calabrese oggi al Governo incapace di tutelare e difendere l’interesse generale della nostra regione.>>