Expo 3Solo il 5% dei comuni calabresi ha trasmesso al Centro Geologia e Amianto dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) le schede di auto-notifica che i proprietari degli immobili, con presenza di manufatti contenenti amianto, hanno presentato in seguito ad ordinanze di Censimento Obbligatorio emanate dai comuni di appartenenza; questi dati permettono, infatti, all’Arpacal di procedere con la mappatura geo-referenziata delle coperture in cemento-amianto, proprio sulla base dei dati derivanti dal Censimento Obbligatorio effettuato dai Comuni e dalle ASP. Attività che l’agenzia ambientale, attraverso la sua struttura specialistica, ha avviato da più di sei mesi, dando attuazione alle azioni previste dalla Legge Regionale n. 14 del 27 aprile 2011.
E’ questo uno dei dati presentati dalla dr.ssa Alessandra Spadafora, geologo del Centro Geologia e Amianto dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), nel corso del seminario dal titolo “La gestione del rischio amianto in Calabria: problematiche e soluzioni”, tenuto nei giorni scorsi nell’ambito della fiera Edil-Expo a Catanzaro.
Dai dati Arpacal presentati, inoltre, emerge che, delle strutture contenenti amianto mappate, il 93% interessa le coperture degli edifici, mentre per la rimanente parte si tratta di canne fumarie, serbatoi e pannelli. Sul totale dei siti mappati, inoltre, più del 96% dei manufatti presenta un discreto stato di conservazione, con danneggiamenti inferiori al 10% della superficie totale del manufatto stesso.
I dati presentati permettono di avere una prima immagine della presenza e dei quantitativi di materiali contenenti amianto (MCA) nel territorio regionale, seppure limitata da una insufficiente risposta degli Enti interessati, ad oltre 20 anni dall’inizio del processo di dismissione.
Il seminario, promosso dall’INAIL e dal Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, ha focalizzato sulla necessità di procedere al completamento della mappatura geo-referenziata dei siti contenenti amianto; tutto ciò per capire realmente quanto materiale contenente amianto ci sia sui nostri territori, al fine di effettuare una realistica valutazione del rischio e procedere con la bonifica.
La dr.ssa Alessandra Spadafora, già componente dell’Unità Speciale Amianto istituita dalla Regione Calabria nel 2012, ha quindi illustrato i compiti che la legislazione regionale assegna all’Agenzia ambientale calabrese, individuata come ente tecnico di riferimento per la materia, ovvero la mappatura geo-referenziata delle zone del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto nell’ambiente naturale o costruito, e le attività di monitoraggio ed analisi di laboratorio sui manufatti o siti contenenti amianto, svolta su richiesta della Regione, delle ASP, e dei Comuni o seguendo un’analisi di priorità sulla base dei dati emergenti dal censimento effettuato.