Il bilancio del WWF: anno nero per la Sicilia, controlli scarsissimi e norme permissive hanno favorito impennata del bracconaggio. Anche “vittime umane” sotto i colpi delle doppiette: 2 cacciatori ed un bambino morti e vari feriti. Ieri 31 gennaio si è chiusa la stagione venatoria iniziata in Sicilia il 1° settembre 2012 con un’apertura anticipata – in deroga alla legge statale – decisa, tra le polemiche, dall’ex Assessore regionale all’Agricoltura on. Francesco Aiello.
Bilancio shock di 5 mesi: fra le vittime umane 2 morti e almeno 6 feriti (solo quelli resi noti dalla stampa). Decine di migliaia, invece, gli animali uccisi dai 47.799 cacciatori siciliani appartenenti a 27 (!) specie inserite nel calendario venatorio, tra cui specie estremamente rare come la canapiglia, o endemiche e minacciate come la lepre italica.
“E’ stato un anno nero per la Sicilia con una stagione venatoria micidiale per tutte le specie, umane e non – dichiara Ennio Bonfanti, referente “caccia” del WWF Sicilia e coordinatore regionale delle Guardie venatorie WWF -: abbiamo assistito ad un aberrante attacco alla natura ed all’impennata del bracconaggio che ha colpito anche le zone protette come Parchi e Riserve. Grazie ai controlli scarsissimi ed alle norme troppo permissive emanate dalla Regione – continua Bonfanti – sono stati tantissimi i casi di caccia selvaggia: specie protette abbattute o ferite (ad Alì Terme (ME) nello scorso settembre è stato sparato un Biancone, grosso rapace munito di radiocollare satellitare nell’ambito di un progetto scientifico dell’Università di Alicante, in Spagna); cacciatori con richiami elettronici ed altri mezzi di caccia illegali; a Montallegro (AG) un consigliere comunale andava illegalmente a caccia di notte ed all’interno di un’area protetta gestita dal WWF arrestato dai Carabinieri; ecc.”. Calcolare con esattezza gli animali uccisi è difficile; basti solo pensare che, secondo il calendario assessoriale, ogni cacciatore ha potuto legalmente uccidere ben 15 animali al giorno, ovvero quasi 717mila (!) animali al giorno per l’insieme delle doppiette siciliane.
Secondo il WWF i tanti morti e feriti che la caccia causa in Sicilia ed il dilagare del bracconaggio sono la micidiale conseguenza della legge venatoria regionale n. 33 del 1997 e della politica estremista “filodoppiette” finora attuata dalla Regione: norme troppo permissive che consentono di sparare sempre e ovunque. Per legge almeno il 60% del territorio agro-silvo-pastorale deve essere obbligatoriamente destinato alla libera caccia ed ogni cacciatore può entrare nei fondi privati anche contro il volere del proprietario (art. 842 del codice civile). In Sicilia si può sparare 5 giorni alla settimana da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, quindi in condizioni di visibilità precarie. Insomma, la caccia è un problema di pubblica e privata incolumità che le norme regionali – fatte apposta per incoraggiare una caccia sfrenata, distruttiva e pericolosa – ignorano colpevolmente pur di non far mancare il consenso elettorale delle doppiette.
Non è un caso che – come testimonia lo studio reso noto ieri dal WWF Italia – fra le Regioni bocciate dai Tribunali amministrativi nella scorsa stagione venatoria vi sia proprio la Sicilia, assieme ad Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria (per ben tre volte), Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Veneto. “Le vittorie giudiziarie non ci confortano (anche se occorre ricordare che ogni giorno di caccia in meno significa la salvezza di migliaia di animali), visto che confermano ancora una volta che le Regioni non hanno la capacità di tutelare la Natura e la fauna selvatica. Reiterano da anni comportamenti del tutto illegittimi, censurati e condannati più e più volte dai giudici italiani ed europei (compresa la Corte Costituzionale) e dalle Istituzioni dell’Unione Europea. Ciò dimostra una totale inadeguatezza nel rispettare le regole europee ed internazionali che impongono restrizioni e limiti all’attività venatoria per la tutela e conservazione di animali selvatici ed i loro habitat naturali” dice Dante Caserta, Presidente WWF Italia.
“Dal Governo Crocetta e dalle forze politiche dell’Assemblea regionale siciliana (sia di maggioranza sia di opposizione) ci aspettiamo un deciso cambio di rotta rispetto alla politica filovenatoria finora egemone in Sicilia e di sudditanza verso la potente lobby armieristica. Speriamo che dopo il terribile bilancio di questa stagione di caccia – auspica infine Bonfanti, parere pienamente condiviso, peraltro, con il presidente del WWF Sicilia Francesco Alaimo – la classe dirigente siciliana sappia intervenire anche in questo settore per dare tutela al patrimonio faunistico e ripristinare la legalità nel mondo della caccia”.
Per meglio tutelare la fauna e non essere costretti ancora a ricorrere alla giustizia amministrativa il WWF chiede alle istituzioni regionali di dare adeguata e concreta applicazione alle norme europee sulla conservazione della fauna selvatica e garantire il rispetto delle norme poste a tutela di habitat e specie, in particolare quelle che disciplinano l’attività venatoria, che costituisce uno dei fattori che contribuiscono alla perdita di biodiversità (insieme ad altri fattori negativi quali il consumo del suolo, gli inquinamenti, i cambiamenti climatici).
Per info: WWF Sicilia 091583040 – cell. 349.5750285 (E. Bonfanti)
INCIDENTI DI CACCIA IN SICILIA – STAGIONE VENATORIA 2012-2013
-
gio 27 dic 2012 GODRANO (PA) – MORTO IN SEGUITO AD UN COLPO PARTITO DAL SUO FUCILE
-
lun 24 dic 2012 CASTEL DI LUDICA (CT) – CACCIATORE MUORE ANNEGATO
-
lun 26 nov 2012 A PANTELLERIA I FUNERALI DEL PICCOLO MANUEL BELVISI. E’ LA SETTIMA VITTIMA DELLE ARMI DA CACCIA IN DUE MESI
-
dom 21 ott 2012 SANTA NINFA (TP) – CACCIATORE SCAMBIATO PER PREDA FERITO
-
dom 07 ott 2012 SAN CATALDO (CL) – IMPALLINATO DA UN AMICO
-
lun 24 set 2012 CATANIA – SPARA E COLPISCE AUTOMOBILISTA FERENDOLO A UNA GUANCIA
-
sab 1 set 2012 APERTURA CACCIA. POLIZIA PROVINCIALE DENUNCIA 15 CACCIATORI
Lo scopo finale del WWF è fermare e far regredire il degrado dell’ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura.