Se non fosse stato per il maledettissimo Covid, questi sarebbero stati i giorni della Sagra del pistacchio di Bronte.

La cittadina si sarebbe preparata ad accogliere centinaia di migliaia di turisti ed appassionati, giunti veramente da ogni dove non solo per assaggiare il verde pistacchio di Bronte dop, ma anche per assistere alle variegate iniziative musicali e culturali che solitamente fanno da contorno all’evento.

Purtroppo, come già accaduto lo scorso anno, non è cosi. Come per tantissime altre manifestazioni, niente Sagra del Pistacchio. Troppo pericoloso per la salute di tutti organizzare un evento che ogni anno complessivamente attira 100 mila persone che si affollano fra gli stand.

Impossibile organizzare tutto nel rispetto del protocollo anticovid per le manifestazioni.

Come fare, infatti, ad allestire i tornelli di ingresso di una manifestazione che viene allestita nella strada principale del centro storico, intersecata da una miriade di stradine?

Come allestire ingressi ed uscite forzate nella via Umberto di Bronte che quando arriva la folla diventa stretta?

Eppure il sindaco Pino Firrarello ci ha provato in tutti i modi. Diverse sono state le riunioni con tecnici ed esperti sulla sicurezza e sulle misure anticovid. Alla fine ci si è resi conto che la Sagra poteva essere organizzata solo un uno spazio perfettamente delimitato, in modo tale da contingentare le presenze, e così grande da accoglierei gli oltre 90 stand, i commercianti e tutta la gente. Uno spazio in grado di istituire i percorsi di ingresso ed uscita con personale costantemente impegnato nei controlli del green pass, indispensabili per entrare all’interno di manifestazioni.

Trovandolo si sarebbero comunque sacrificate le attività produttive e turistiche del centro storico, perché la Sagra del pistacchio è anche il coinvolgimento della Città dal punto di vista economico, sociale e soprattutto culturale, con chiese, musei e mostre che rendono l’atmosfera festosa ed incantata.

“Ma l’appuntamento – afferma il sindaco Pino Firrarello – non è per nulla annullato, semmai rinviato. Magari sarà organizzato con modalità diverse, riservato solo ai produttori di pistacchio, in una location appositamente allestita, ma vi assicuro che appena le condizioni lo consentiranno organizzeremo qualcosa. Non sarà la tradizionale Sagra del pistacchio, ma comunque un motivo valido per venire a Bronte ed assaggiare quanto di buono i brontesi sono in grado di preparare con il pistacchio”.

In effetti è vero. Assaggiare un gelato o un dolce al pistacchio a Bronte ha veramente un sapore diverso, unico ed impareggiabile. Per questo in tanti non rinunciano alla festa.

“Un peccato non organizzare la Sagra! – continua Firrarello – Se avessimo avuto una minima possibilità di garantire ordine, sicurezza e benessere ai visitatori, per adesso le strade di Bronte sarebbero una grande vetrina verde. Ci rifaremo. – continua – Dipende da noi. Rispettando le opinioni di tutti, se attraverso il vaccino riuscissimo a raggiunge l’immunità, forse in futuro potremo riacquistare anche la liberta di organizzare le sagre in sicurezza ed andarle a visitare. Fino a quando – conclude – il virus rischia di provocare vittime, vivremo sempre nel panico”.

Intanto questo era anno di raccolta. Per tutto il mese di settembre, infatti, i brontesi si sono trasferiti nelle campagne. E l’annata ha superato le previsioni. Buona la quantità, ottima la qualità dell’Oro verde. Si prevede quindi un’annata speciale che darà gusto a tutte le prelibatezze che ristoratori e pasticceri sanno preparare. Prelibatezze chiaramente, al gusto del verde pistacchio dei Bronte dop.

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