In Giappone un tempo era molto diffusa la pratica dell’ Harakiri, una sorta di cerimoniale cui ricorrevano i samurai giapponesi che praticavano il suicidio obbligatorio o volontario per sottrarsi alla pena capitale, o per manifestare in maniera eclatante la propria protesta contro un’ingiustizia patita o per esprimere il proprio cordoglio per la morte del suo signore. Si praticava squarciandosi il ventre con la spada ed era, appunto, il privilegio esclusivo della casta dei samurai.
In effetti, a pochi giorni dal primo metaforico “harakiri” praticato dall’ex Assessore allo sport nonché Vice Sindaco dell’allora Giunta Zappavigna, rimasta in carica dal 2005 al 2010, Sebastiano Primerano, che dalle colonne di un quotidiano locale aveva lanciato l’allarme titolando: “Lo stadio è una vergogna cittadina”, ancora oggi, sulle colonne dello stesso quotidiano locale, è tornato sull’argomento un altro amministratore dell’epoca, l’Avvocato Giuseppe Serranò, che dice, in breve sintesi: “Vicenda complessa e controversa ma allo stesso tempo semplice, se ci sono state difformità si sanano e le strutture diventano fruibili, se le difformità sono insanabili si eliminano in tempi accettabili”, ragionamento plausibile che in pratica è come dire…e che ci vuole? oppure, ipotizzando uno scenario tutto napoletano “chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato ha dato…”, classico e semplicistico modo di dire per chiudere una questione a prescindere da chi abbia ragione o da chi ne sia rimasto avvantaggiato.
C’è solo un piccolo particolare non trascurabile, che nel corso degli anni a venire c’è stato l’intervento dell’autorità giudiziaria che in sede di indagine, scaturita necessariamente dai risultati emersi e denunciati in merito a delle difformità riscontrate dagli organi preposti sull’effettiva realizzazione dei lavori infrastrutturali dello stadio ha inibito, per prima cosa, l’uso dello stesso. Ricordiamo che i lavori, da quanto è dato sapere, furono finanziati per un importo complessivo di circa 350 mila euro.
Ed è proprio a causa di questo improvviso stop che la società sportiva Asd Bovalinese ha dovuto emigrare, suo malgrado, per più di un anno per poter disputare gli ultimi campionati di promozione in altri lidi (Ardore), con conseguente disagio logistico per i tanti appassionati che domenicalmente seguivano la squadra del cuore assiepando gli spalti di uno stadio che, purtroppo, “non era il loro”. Come se non bastasse, l’ex amministratore, aggiunge: “La politica serve a costruire il futuro correggendo anche errori del passato e non può scadere in vergognose accuse e volgari epiteti: la legalità, la trasparenza, l’impegno, le capacità non vanno sbandierate ma praticate”, giusta affermazione ed allora, visto che un famoso giornalista (Antonio Lubrano) diceva sempre “una domanda mi sorge spontanea”, anche a me, stavolta, la domanda è sorta spontanea: “Perché questi buoni propositi non sono stati praticati nei tempi dovuti?, ma se tutto fosse stato concepito secondo le regole ed i parametri sportivi dettati dalla Federazione, che motivo ci sarebbe stato per l’autorità giudiziaria di inibire l’uso del Cartisano?” …ancora oggi aspettiamo di conoscere le definitive risposte!
Nonostante questi strani quanto inopportuni tentativi esterni di scrollarsi di dosso le eventuali responsabilità che soltanto l’autorità giudiziaria potrà chiarire, l’attuale amministrazione, guidata dal Sindaco Vincenzo Maesano, ha avuto modo di rendere noto in proposito: “Con le proprie esigue risorse di bilancio abbiamo reso agibile i locali spogliatoi e infermeria consentendo alla squadra di tornare a giocare sul proprio terreno di gioco e quindi consentendo a molte famiglie finalmente di far giocare i propri figli a Bovalino. Siamo riusciti, con grandi sacrifici, ad effettuare altri importanti lavori tra i quali la sostituzione di tutta la rete metallica intorno al terreno di gioco, mentre per quanto attiene i costi per la sanatoria della tribuna c’è da osservare che sono piuttosto rilevanti e, per questo, non possono essere sostenuti dal Comune. A tal proposito ci teniamo ad evidenziare che “purtroppo ciò non è sufficiente perché la struttura merita di essere completamente ristrutturata e per questo stiamo verificando diversi e ulteriori canali di finanziamento, da ultimo il bando Sport e periferie 2020 che è stato pubblicato proprio in questi giorni. Accanto a ciò, in questi tre anni l’amministrazione comunale si è dotata di un progetto preliminare di fattibilità dell’opera con i vari rilievi tecnici e conto economico che prevede la ristrutturazione di tutto l’impianto con la realizzazione, tra le altre opere, di un nuovo terreno di gioco in sintetico (costo di circa 110 mila euro). Capiamo che la comunità sportiva è paziente da troppo tempo ma non può arrendersi proprio adesso che vi è un’amministrazione che sta dimostrando con i fatti un’attenzione importante su tutte le problematiche del paese. Il tempo perso e i “soldi spesi male” non possono essere recuperati e soprattutto a poco serve essere in contrapposizione, è necessario piuttosto che ognuno faccia la propria parte, compreso il privato e in tal senso l’amministrazione comunale sta studiando un avviso pubblico per la concessione dell’impianto finalizzata alla sua ristrutturazione visto che esistono moltissimi canali di finanziamento ai quali possono partecipare anche i privati, il che rappresenterebbe certamente un’occasione in più per avere il “Lollò Cartisano” all’avanguardia”
Dispiace, questo si, che in un momento particolarmente favorevole per Bovalino dal punto di vista dei lavori pubblici (nonostante si tratti di un Comune in dissesto finanziario), ci si fossilizzi solo ed esclusivamente sul “problema stadio” che seppur importante non è certamente superiore al fatto di poter disporre, l’anno prossimo, di una mensa scolastica per i bambini delle scuole elementari (Rione Borgo) o di una palestra dove poter far praticare sport (scuola media) o di un’area attrezzata a verde pubblico dove giovani ed anziani potranno trascorrere qualche ora di svago (Contrada Porticato) o, ancora, passare qualche ora in pieno relax e sicurezza nella nuova piazzetta realizzata in frazione Bosco Sant’Ippolito, o percorrere le vie cittadine senza incorrere nelle tante buche che n questi anni erano diventati lo spauracchio numero uno per tutti i cittadini.
“Come comunità, una direttrice ci guida -ha detto il Sindaco Maesano- Il tempo è gratis ma è senza prezzo. Non puoi possederlo ma puoi usarlo. Non puoi conservarlo ma puoi spenderlo. Una volta che l’hai perso non puoi più averlo indietro. (Harvey MacKay)”….e noi quello che stiamo ottenendo non lo vogliamo certamente perdere, ne tanto meno dare indietro!”
(Pasquale Rosaci) – Foto d’archivio: a sx Giuseppe Serranò a dx Sebastiano Primerano