A Bovalino (Rc) la “mortificazione” di non poter avere uno stadio di calcio degno di questo nome è veramente tanta ed è palpabile nell’aria ad ogni angolo di strada. La situazione infrastrutturale in cui versa l’intera struttura sportiva è divenuta drammatica come drammatico è il silenzio che lo avvolge ormai da qualche tempo. Il “Lollò Cartisano” (a lui, vittima di ‘ndrangheta, è intitolato lo stadio!) è ormai vetusto ed obsoleto e necessita di un consistente restyling. Soprattutto negli spazi a bordo campo destinati a ricevere i tifosi di entrambe le squadre si sta in maniera approssimativa e disagiata e, in queste condizioni, se ne sentono veramente di tutti i colori: “più che un campo di calcio questo sembra un campo di patate”, “è veramente indecoroso fare centinaia di chilometri e ritrovarsi seduti su un pezzo di cemento sporco e circondato da sterpaglie” oppure ancora “più che un campo di calcio sembra un campo di concentramento”, queste sono solo alcune delle frasi captate in occasione delle varie partite. Logicamente i sentimenti che albergano nel cittadino bovalinese, udito il proferire di queste frasi, sono come in un mare in tempesta: senso di disperazione, di smarrimento e di vergogna allo stesso tempo, e pensare che la struttura sportiva porta il nome di un cittadino bovalinese vittima di ‘ndrangheta (Lollò Cartisano, rapito ed ucciso nel lontano 1993), una persona splendida che spese i migliori anni della sua vita a calcare questo rettangolo di gioco indossando con prestigio e passione i gloriosi colori amaranto della sua squadra del cuore. Ricordiamo che pochi mesi fa la famiglia Cartisano, con una manifestazione pubblica che ebbe molto risalto ed in segno di protesta, ha provveduto a coprire con un drappo amaranto la targa affissa sul muro di cinta dello stadio. Stasera sui social è apparso un altro segnale inequivocabile del malcontento generale e che ci fa capire che il vaso è colmo; il messaggio è stato lanciato dai “Boys Bovalino 1997” che su un profilo facebok hanno postato il seguente messaggio: “Era il 28 maggio 2017, a pochi giorni dalle elezioni comunali, quando il nostro gruppo si presentò ai candidati a sindaco con uno striscione “VOGLIAMO LO STADIO NUOVO…BOVALINO MERITA RISPETTO”.
In quei giorni fu un susseguirsi di comunicati dei vari contendenti alla carica di sindaco, varie promesse di impegno massimo verso un qualcosa che appartiene alla comunità bovalinese ma da troppi anni abbandonata a se stessa. Se poi mettiamo che nell’agosto 2011 il vecchio stadio comunale è stato intitolato ad una vittima di ‘ndrangheta, sequestrata ed uccisa nel lontano 1993, il discorso, o meglio il non discorso, assume contorni surreali. Ma torniamo a noi. Durante la campagna elettorale del 2017 grazie anche al compianto giornalista Mimmo Agostini che ha dato visibilità alla nostra protesta, in comune si è svolta una riunione alla presenza di Don Ciotti il quale assicurava “pieno appoggio al futuro sindaco di bovalino sulla questione del Lollò Cartisano, affermando che la strada da percorrere, seppur tortuosa, era percorribile” Adesso, noi non vogliamo puntare il dito contro nessuno ma la situazione da maggio 2017 ad oggi è cambiata solo in peggio. E’ sotto gli occhi di tutti lo stato vegetativo in cui versa lo “stadio”(?) di bovalino. Di promesse e rassicurazioni ne abbiamo sentite tante negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi giorni, ma la triste e cruda realtà dice che il campo sportivo è inutilizzabile anche per questa stagione con enorme dispendio di forze da parte dell’Asd Bovalinese, dell’Audax e dei tanti tifosi che si vedono privati di un bene abbandonato dalla negligenza amministrativa accumulatasi negli anni e dalla burocrazia. Le abbiamo provate tutte. Dagli striscioni ai comunicati, dalle proteste sui social e sui giornali, dalla nostra assenza nelle partite casalinghe e non…siamo stanchi! E’ inutile parlare di sport e legalità quando uno stadio intitolato ad un martire bovalinese barbaramente ucciso versa in quelle condizioni. Dov’è lo stato? (volutamente scritto in minuscolo). Dove sono le associazioni antimafia? Queste pagliacciate, solo per riempire una serata di agosto o le pagine dei giornali, non ci appartengono. SENZA SE E SENZA MA VOGLIAMO LO STADIO NUOVO così come altre città, da Reggio a Crotone, possono vantare. Se c’è la volontà, ma davvero la volontà di fare e ridare alla comunità un bene prezioso allora si potrà davvero parlare di legalità, in caso contrario le passerelle fatele in altri paesi…noi ne abbiamo abbastanza di passerelle propagandistiche. Esortiamo la famiglia Cartisano a far rimuovere definitivamente la targa da quello scempio, o almeno fino a quando non ci sarà un intervento serio e risolutivo, Bovalino merita rispetto, Lollò reclama rispetto…adesso basta!
Boys Bovalino 1997
(scritto dal corrispondente locale Pasquale Rosaci – foto di archivio)