Non è facile definire Corrado Alvaro: romanziere, poeta, giornalista, traduttore, saggista, drammaturgo, critico teatrale, autore di sceneggiature, soggetti e collaborazioni per il cinema. Ha visto nascere – e a volte tramontare – mezzi, strumenti e stili comunicativi tra i più diversi. Ha diretto il quotidiano Il Popolo di Roma e il Risorgimento di Napoli, è stato tra i fondatori del “Sindacato Nazionale Scrittori”, direttore del Giornale Radio nell’Italia liberata del ’45 – costretto a dimettersi dopo solo un mese –, collaboratore di vari programmi radiofonici e televisivi e membro della Commissione Consultiva per l’aspetto culturale del costume nei programmi Tv (1954- 1956). Ma esiste un tratto caratteristico dell’autore di Gente in Aspromonte, in oltre trent’anni di attività culturale e lettura della contemporaneità, ed è la sua costante fedeltà alla Settima Musa.
Ossessionato da quest’arte “estremamente raffinata, e pure brutale e rozza”, da questa “nuova tragedia moderna, senza mediazioni né attenuanti”, Corrado Alvaro ha scritto di Cinema ogni qual volta gliene fosse data l’occasione (il suo primo articolo è del 1923 e l’ultimo del 1956, pochi mesi prima di morire). Ma cos’è il Cinema? Un’“arte meccanica” che contribuisce alla stupidità umana, un anestetico per le coscienze, una “suggestione” che falsifica la realtà o un’arte che, al pari della letteratura e del teatro, dovrebbe avere come fine la possibilità e la necessità di “illuminare la vita”, di “lavorare utilmente alla formazione della società”?
Oltre un centinaio di articoli e saggi (per lo più inediti) ci danno un quadro complessivo della ricerca compulsiva e spasmodica di Corrado Alvaro sulla Settima Arte, una visione critica e saggistica attraverso la quale – come ha scritto Gian Piero Brunetta – ha “interpretato fenomeni che al critico professionale sfuggivano, spostando continuamente l’attenzione ai fenomeni più svariati, dal cinema al film, dall’autore al fruitore, dal testo al contesto”.
Maria Cristina Briguglio è docente di Italiano, Storia e Geografia negli Istituti Statali di Istruzione Secondaria. Ha conseguito la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l’Università di Roma La Sapienza, con una tesi su “I teatri alla Radio”, in collaborazione con Rai Radio Tre, e la laurea magistrale in “Testo, Linguaggi, Letteratura”, con una tesi di Letteratura Italiana su “Le donne di Corrado Alvaro tra realtà e mistero”. Ha un Master Universitario di II° liv. In Didattica dell’Italiano come seconda lingua, presso l’Università della Calabria e ha frequentato corsi di perfezionamento in didattica della lingua italiana, scrittura creativa e cooperative learning. Collabora con associazioni culturali, enti di formazione e premi letterari.
Giovanni Scarfò, direttore della Cineteca della Calabria e Presidente del Centro Studi, Ricerche e Promozione Cinematografica “Francesco Misiano”. L’attività di Giovanni Scarfò si manifesta secondo la direttiva di una promozione umana e sociale nel campo della cultura cinematografica con la pubblicazione di libri e articoli sul cinema, la realizzazione di programmi televisivi, manifestazioni, produzioni e regie cinematografiche. Ha pubblicato: “Corrado Alvaro Al Cinema,” “La Calabria nel cinema”, “Cinema e Mezzogiorno”, “Farmacinema”, “La Canzone d’Aspromonte“, “Cine Tour Calabria”. Ha curato la regia dei docufilm: “Melissa 49/99” (1999), “Il caso Misiano” (2005), “La canzone d’Aspromonte” (2012), “Bellezze e Rovine: l’Italia – il Mezzogiorno – di Umberto Zanotti Bianco” (2014). Ha collaborato alla sceneggiatura ed è il produttore esecutivo dei docufilm di Matteo Scarfò: “Anna, Teresa e le Resistenti“ (2010), “Bomb! Burning fantasy” (2015) e “l’Ultimo sole della notte” (2018).
Appuntamento Sabato 2 marzo 2019 alle ore 18,00 presso il Caffè Letterario Mario La Cava in Corso Umberto I, 114 a Bovalino (RC). Per maggiori informazioni: Tel. 347.6912472, info@mariolacava.it , www.mariolacava.it