In una cornice suggestiva e con un’atmosfera festaiola del Borgo antico di Bovalino superiore (è in corso la Festa patronale in onore di Maria SS. Immacolata) è stato presentato l’ultimo libro di Santo Gioffrè.
E’ stata una bellissima serata quella che ieri sera si è vissuta a Bovalino Superiore, Borgo antico della cittadina jonico-reggina, che soltanto qualche mese fa è stato inserito nella rete del circuito nazionale dei “Borghi Autentici d’Italia” che conta oltre 250 borghi. L’occasione è stata data dalla presentazione dell’ultima fatica letteraria di Santo Gioffrè, medico, scrittore e politico calabrese, nato a Seminara (Rc) il 13 maggio 1954. L’opera, dal titolo “Fadìa” (Castelvecchi editore), segue nel tempo altre importanti opere come per esempio, giusto per citarne qualcuna: “Leonzio Pilato”-2007, Rubettino Editore; “Artemisia Sanchez”-2008, edito da Mondadori (Premio Efebo d’Oro 2009) dal quale è stata tratta anche una serie Tv Rai; “La terra rossa”-2010, edito da Rubettino Premio Tulliola-Renato Filippelli-2021); “Il gran Capitan e il mistero della Madonna nera”-2014, edito sempre da Rubettino; ecc…).
La splendida location di Piazza Camillo Costanzo II, ubicata proprio davanti alla Chiesa Matrice ”S. Maria ad Nives”, interessata in questi giorni dalla Festa patronale in onore di Maria SS. Immacolata (29/08 – 08/09), ha reso l’atmosfera ancora più calda ed accogliente. Presenti, oltre a numerosi ed incuriositi cittadini, c’erano: il Sindaco di Bovalino e Presidente dell’Associazione dei Sindaci dei Comuni della locride, Avv. Vincenzo Maeano, l’Assessore alla Cultura e Priore dell’Arciconfraternita Maria SS. Immacolata, Prof. Pasquale Blefari; il parroco della locale parrocchia, Don Rigobert Elangui; il Prof. Davide Codespoti, docente di Italiano e Storia; il Presidente dell’Auser “Noi ci siamo” di Bovalino, Avv. Paolo Graziano.
L’opera di Gioffrè, ambientata in Siria, racconta della storia di un amore proibito fra Andrea (“figlio mulo”), medico italiano nato da una relazione lussuriosa tra un ricco padrone dell’epoca e la sua umile serva, e Fadìa, monaca siriana. L’opera rappresenta, in un certo senso, il ritorno dell’autore al suo primo amore…la narrativa. Si tratta di un viaggio intrapreso dall’autore nel Mediterraneo, un viaggio nel quale ebbe modo di soffermarsi più volte nella martoriata Siria dove la cultura, la storia e la religione s’intrecciano spesso con quelle di altre terre e popoli lontani, aprendo gli scenari e le riflessioni sui rapporti sempre conflittuali tra Oriente ed Occidente, tra spiritualità e materialismo. Al centro del racconto, vive una vicenda umana ed esistenziale dove prende corpo una profonda storia d’amore tra, appunto, Andrea e Fadìa, un amore che sottolinea come il sentimento amoroso è, da sempre, motore trainante ed imprescindibile della nostra esistenza. “Fadìa”, per Gioffrè, rappresenta un ritorno alla narrativa pura, suo primo grande amore, ma stavolta le radici non affondano nella storia bensì nella contemporaneità dell’esistenza umana e contemporanea, mostrandoci un mar mediterraneo orientale sempre più afflitto da guerre continue, intestine e cruente.
Con lo scrittore ha dialogato il Prof. Davide Codespoti, un dialogo dai contenuti sostanziali, concreti ed umani che ha rapito l’attenzione di tutti i presenti. “E’ stato un piacere ed un onore poter presentare il libro del Dottor Santo Gioffrè -ha detto Codespoti- e dialogare con lui su tempi importanti come la sanità e la guerra in Siria, che purtroppo è ancora in corso, è stato di certo motivo di sicuro accrescimento culturale ed ideologico. “Fadìa” è un’opera godibilissima e coinvolgente allo stesso tempo, uno scritto che invoglia a continuare la lettura, oltre che essere un romanzo di formazione e di denuncia sociale di un sistema valoriale ormai in declino per tutto l’occidente”
Anche lo scrittore, sulla propria pagina facebbok, ha voluto esprimere la propria soddisfazione ed il personale ringraziamento agli organizzatori dell’evento, questo il suo messaggio: “Ieri sera, a Bovalino Superiore, (la potente Motta Bovalina del Maresciallo D’Aubigny) piazza affollata e discussione piena di spunti stimolanti intorno al mio romanzo, FADIA. Ringrazio il Prof. Davide Codespoti, il Sindaco, Vincenzo Maesano, Paolo Antonio Graziano-Pres. Auser, l’Arciconfraternita, l’Ass. Pasquale Blefari e il Parroco Rigobert Elangui. Ieri sera, ho provato una sensazione antica, dove il calore e la voglia della discussione e conoscenza era vera, autoctona ed autentica. Quest’anno, in Calabria, abbiamo assistito, nel campo del mercato-maquillage pseudo-culturale, lautamente finanziato mordi e fuggi, a variopinti spettacoli, inverniciati con banali scene tra costrutti e sfavillanti premi, concorsi, festival, che per nulla hanno inciso o lasciato alla Calabria se non l’amaro retrogusto che si prova nel constatare l’abuso che si può perpetrare verso una Terra debole e priva di difese intellettuali. Dove, persino, avvengono prove tecniche di neo-colonialismo culturale”
Il messaggio di Gioffrè, a noi, pare un chiaro e forte monito ad invertire la rotta. Destinatari del suo messaggio? la politica, i giovani e le istituzioni tutte che non possono e, anzi, non devono cavalcare l’onda mediatica del momento che vuole una società debole e priva di contenuti valoriali ma serve, invece, una società che riscopra e conservi la cultura e la bellezza dei luoghi, della storia e delle tradizioni popolari, veri ed unici valori inestimabili per avere in futuro una società a misura d’uomo e senz’altro migliore.
Pasquale Rosaci