Tutte le sedi sono buone (compresi i social network) per discutere e far valere le proprie idee, ma non bisogna mai dimenticare che al centro dell’interesse ci deve essere “sempre e comunque” il benessere della comunità.
Negli ultimi decenni il tempo non è mai stato galantuomo con Bovalino ed i suoi cittadini, e non lo è stato nemmeno quest’anno perchè oltre ad essere ancora condizionato dal prolungarsi della crisi ha offuscato in maniera considerevole l’immagine di un paese che viene spesso additato per essere stato gestito e governato da una giunta che avrebbe prestato il fianco alle ingerenze della criminalità organizzata e che di conseguenza, si sarebbe infiltrata all’interno dell’attività politico-amministrativa dell’Ente.
Da qui, lo scioglimento del consiglio comunale decretato lo scorso 2 aprile dal Consiglio dei Ministri su proposta del Prefetto di Reggio Calabria ed il conseguente affidamento della gestione temporanea dell’Ente ad una terna commissariale. Con questo provvedimento si sperava che ogni cosa sarebbe ritornata facilmente al suo posto, ma se ciò si è verificato dal punto di vista formale con una governance istituzionale al di sopra di ogni sospetto, lo è stato meno nella realtà delle cose e lo testimonia il fatto che i problemi di ieri sono anche i problemi di oggi, a partire dalla raccolta dei rifiuti che procede a singhiozzi, complice l’esiguità di automezzi ma anche di uomini e di risorse finanziarie che sono indispensabili per la loro manutenzione, stesso discorso per quanto riguarda le strade, la viabilità ed il verde pubblico per finire poi all’annoso problema del pagamento dei canoni dell’acqua che, ad onor del vero, i Commissari hanno affrontato di petto affidando ad una ditta il compito di effettuare il censimento ed il monitoraggio delle varie utenze disseminate nell’intero territorio comunale, a tal proposito molti cittadini si stanno domandando, a giusta ragione, se al termine del lavoro saranno sempre i soliti a dover pagare oppure, una volta smascherati i “fraudolenti” si potrà attuare il criterio tanto di moda che dice: “pagare tutti per pagare meno” e questa sarebbe già un’ottima notizia per il nuovo anno.
E’ chiaro che le radici della crisi e della contrazione delle risorse è una delle questioni principali con le quali non solo i Commissari ma anche le associazioni, i movimenti culturali ed i gruppi politici sono chiamati a confrontarsi: di fronte a tali istanze è necessario muoversi nella logica di aiutare il territorio a stare dentro il cambiamento con una “posizione attiva e propositiva” (qualche movimento dal canto suo lo sta già facendo, ma sarebbe auspicabile un lavoro sinergico di tutte le componenti politico-sociali del paese per addivenire a risultati concreti che possano dare vero slancio sia alla ripresa che allo sviluppo economico del territorio).
E’ solo aiutando la crescita del livello di comprensione di queste dinamiche che si può contribuire a far uscire dal tunnel la comunità bovalinese rimasta per troppo tempo ferma al palo. Ma, evidentemente, non la pensano cosi i vari gruppi e movimenti politico-culturali del luogo perchè invece di discutere e confrontarsi sulle tante problematiche che affliggono quotidianamente la comunità, si “punzecchiano” (soprattutto attraverso i social network) con argomentazioni ad ampio respiro politico che nulla hanno a che vedere con gli interessi quotidiani della gente cui non importa nulla di sapere se il centrodestra o il centrosinistra riuscirà o meno a coalizzarsi in prospettiva nazionale, nè tantomeno gli interessa di sapere dell’appartenenza politica di un determinato soggetto o dell’altro, loro vogliono solo usufruire dei servizi per cui pagano profumatamente le tasse e vogliono che si realizzi un radicale cambiamento nel modo di amministrare il bene comune.
Purtroppo non si è ancora compreso che Bovalino, per le sue radici e le sue tradizioni storiche, culturali e turistiche merita di essere elevato ad altro rango in quanto ha le potenzialità sia umane che di pensiero per sviluppare tutti quei progetti di crescita sociale e culturale necessari per uscire fuori dal ghetto in cui è stato “colpevolmente” relegato. Quindi, per fare ciò, è necessario che vengano lasciati fuori dalla porta le presunzioni di parte (o di pennacchio) e gli interessi di partito (o di coalizione) che mal si sposano con gli interessi della comunità.
E’ ora che si cominci a parlare “solo ed esclusivamente” di Bovalino e dei suoi problemi, ponendosi come unico obiettivo quello di rimetterlo sulla giusta carreggiata, solo cosi il paese potrà finalmente tornare a vedere la luce e guardare lontano.
Pasquale Rosaci