E’ passato quasi un anno dall’inizio della pandemia e la battaglia contro il nemico invisibile non si è ancora conclusa, anche se grazie ai tanti vaccini prodotti nel mondo si può dire di essere sulla buona strada. In quest’anno, a pagarne le principali conseguenze sono state soprattutto le persone più fragili (anziani), le attività economiche sottoposte ad uno stress continuo di apertura e chiusura e gli studenti che hanno dovuto adattarsi, almeno in Italia, ad un sistema scolastico del tutto nuovo e con molte lacune al suo interno, lacune evidenti per quanto riguarda soprattutto l’organizzazione e l’innovazione sia didattica che tecnologica, un gup evidentissimo se paragonato ai sistemi scolastici degli altri paesi europei.
E così mentre in tutta Europa le scuole non hanno quasi mai chiuso o, se lo hanno fatto, è stato solo per qualche brevissimo periodo, da noi la situazione è ben diversa, vuoi per l’incompletezza delle linee internet (la Calabria è forse la peggiore con oltre il 30% di famiglie che non hanno la connessione al sistema informatico) o per l’inadeguatezza dei sistemi di trasporto o, ancora, per la scarsa digitalizzazione del sistema paese che pone inevitabilmente dei limiti spesso insormontabili. Pertanto, con questo particolare scenario appare quanto mai necessario appoggiarsi non solo all’aiuto istituzionale, ma anche a quello rappresentato (e spesso garantito) dal mondo del volontariato, un ambito che quasi sempre opera nel silenzio a tutela dei diritti dei più fragili e deboli.
A Bovalino (Rc), l’esempio è dato dall’Associazione Auser “Noi ci siamo…” guidato da Antonio Pecorella, coadiuvato dalla moglie Maria Sgambelluri, membro anche della Consulta delle Associazionni bovalinesi, e da tanti altri volontari che si dedicano con passione ed amore nell’aiutare il prossimo. Si tratta, in pratica, di una Onlus che si occupa soprattutto dei bisogni delle persone svantaggiate cercando di alleviarne le difficoltà, i disagi e spesso anche le sofferenze familiari. Eloquente la frase di Papa Francesco che campeggia in evidenza sulla pagina facebok del gruppo: “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, degli anziani, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”
E proprio per tenere fede al contenuto di questo messaggio da tempo, ormai, l’associazione opera con grande impegno all’interno della comunità bovalinese, ma non solo. In questo periodo di pandemia l’attività si è concentrata sul mondo scolastico che, come dicevamo prima, sta soffrendo la mancanza della didattica in presenza ed il disagio è ancora più accentuato per quei ragazzi affetti da serie problematiche sia fisiche che mentali, ragazzi che necessitano, pertanto, di un adeguato sostegno fisico ma soprattutto psicologico. Per questo motivo si è pensato di dare un giusto supporto con l’aiuto di volontari-docenti che ogni giorno si prendono cura dell’insegnamento dando appuntamento, per il momento solo a quattro ragazzi (1 di scuola media e 3 di scuola d’istruzione superiore) presso il centro sociale (sede dell’Auser “Noi ci siamo…”) dove lo spazio è ampio ed assicura lo svolgimento delle lezioni in condizioni di massima sicurezza. Tra gli insegnanti volontari ci sono la professoressa Tota Sacco (ex docente di lettere) e suo figlio, il professore Davide Codespoti (docente di italiano e storia e scrittore).
Abbiamo raccolto le loro impressioni riguardo quest’attività: “In un momento sociale ed economico tanto critico per via della pandemia da covid-19 -ha detto la professoressa Tota Sacco- mi sembrava opportuno dare il mio contributo per poter aiutare questi ragazzi, anche a causa dei problemi derivanti dalla DaD (didattica a distanza), sistema innovativo che la scuola italiana sta usando per supplire all’impossibilità dell’insegnamento in presenza. L’esperienza era stata già maturata con il movimento politico-culturale “Agave”, che aveva creato un doposcuola gratuito per i bambini bovalinesi più bisognosi. Anche in quella occasione avevano partecipato dei volontari, tra cui anche mio figlio, che ha voluto ripetere l’esperienza. Il volontariato è la quinta essenza dell’Auser, di cui faccio parte, e arriva là dove le altre istituzioni non arrivano. Di ciò c’è sempre bisogno, ancor più in un momento difficile e delicato come quello che stiamo vivendo oggi”
Sulla stessa lunghezza d’onda il professore Davide Codespoti: “Quando mi hanno proposto di aiutare alcuni ragazzi svantaggiati, in difficoltà adesso per i tanti problemi legati alla pandemia, ho accettato volentieri e prontamente, anche perché ho sempre desiderato poter insegnare agli altri. Anche adesso, pur essendo impegnato con delle supplenze a scuola, non ho accantonato l’esperienza già maturata, ma continuo a svolgerla in quanto sono consapevole dei disagi che vivono quotidianamente questi ragazzi e le loro famiglie. Quindi, anche con l’aiuto di mia madre, Tota Sacco, insegno loro sia le materie umanistiche (il mio campo d’insegnamento), sia la matematica di base. E’ senz’altro una bella esperienza alla quale non mancherò, finchè possibile, di dare il mio modesto contributo”
(nelle foto: un momeento associativo presso il centro sociale; il logo dell’Auser Bovalino “Noi ci siamo…”ed a seguire, la Professoressa Tota Sacco ed il Professor Davide Codespoti)
Pasquale Rosaci