Si è svolta domenica 30 agosto 2015 alle ore 19.30, nella suggestiva cornice di Villa Rosa nel rione Sant’Elena di Bovalino Marina (RC), la presentazione del libro dal titolo: “Breve” epopea di gente di nessuno, scritto dal Professore Franco Giordano la cui ispirazione è scaturita dalla volontà di tenere fede ad un preciso impegno preso con la sua coscienza di figlio e per rendere il doveroso omaggio alla storia “incredibile ed appassionante” che ha visto protagonisti, negli anni del post conflitto mondiale, i suoi genitori (Luigi e Maria Catina Giordano, accomunati dallo stesso cognome ma con origini diverse, siciliane lui, calabresi lei). La serata è stata particolarmente qualificata dalla presenza oltre che di un numeroso pubblico, anche da numerosi ospiti che non hanno voluto far mancare all’autore il loro particolare saluto, infatti erano presenti: Silvana Fonti Presidente del “Lyons Locri”, Concettina Audino Presidente “Accademia città di Roma”, Francesco Ferraro Presidente “Associazione Culturale Conca Glauca”, Francesco Primerano Copresidente “Associazione Culturale Sant’Elena”, Marisa Romeo Sindaco del Comune di Ferruzzano (RC) e Domenico Crupi Presidente della comunità del Rione sant’Elena. La serata, è stata impreziosita dalle avvincenti testimonianze storiche sul tema portate da: Luciano Greco Provveditore agli Studi della città di Cosenza (forse il più giovane provveditore d’Italia), Bruna Filippone Scrittrice e membro della Commissione Pari Opportunità Snadas-Miur, Bruno Chinè scrittore e saggista, Anna Manna scrittrice e pittrice, Bruno Panuzzo Editore della “Brumar” che ha sposato il progetto del Professore Giordano. Tornando al libro, c’è da dire che il filo conduttore dell’opera è la continua “fuga” dalla disumanità delle guerre che porta, nella sua “breve epopea…”, il padre Luigi Giordano a giungere in terra calabra (Bovalino) per ricercare le proprie radici dopo essersi riunito al fratello Giuseppe, cosi come fecero ancor prima di loro il nonno Francesco che era stato minatore e soldato e lo zio Gaetano. Gli avvenimenti storici (tra cui è citato anche l’episodio avvenuto il 1° maggio del 1950 a Portella della Ginestra in Sicilia) sono narrati con estrema semplicità e naturale chiarezza e vengono descritti in maniera spontanea cosi come li percepisce la gente. L’opera, oltre ai contenuti storici rievocati, riporta alla mente anche il periodo d’oro di Bovalino e della locride (anni ’50 e ’60), in pratica gli anni della “ripresa”. Infatti, viene esaltata l’operosità della gente comune e l’ingegno di tanti imprenditori locali che si sono messi a correre dietro alla modernità, alle innovazioni ed alla tecnologia, creando al tempo stesso i giusti presupposti per una radicale trasformazione delle condizioni di vita e di sviluppo sociale. L’autore, in pratica, narra le vicende familiari con grande rispetto e riconoscenza verso tutti gli uomini ma soprattutto verso le tante donne della propria “famiglia”, lo fa con chiaro senso di appartenenza al gruppo ma anche al territorio sia di Bovalino, che della locride e dell’amata Sicilia, in quanto terre ospitali che hanno sempre favorito l’integrazione dei popoli e delle varie etnie, e lo fa con uno sguardo che dal passato muove veloce verso il presente ed è orientato verso il futuro, consapevole proprio del fatto che è attraverso il passaggio obbligato dal proprio passato che si prepara e si costruisce il domani. Nel corso della serata si sono registrate anche le performance artistiche di Antonella di Renzo e di Luigi Raffaele e vi è stata la presenza garbata di artisti come Marco Carellario, Attilio Gobatto, il maestro Rafael e Anna Manna. Al pianoforte, con le sue sapienti mani si è esibita Gabriella Cataldo che ha allietato i presenti con numerosi brani tratti dal suo vasto repertorio artistico. Per una sera, la “cultura” ha sbaragliato il campo dalle preoccupazioni e dalle angosce che assillano da un pò di tempo la cittadina jonica reggina e la sua operosa comunità.
(fonte immagine: Adriana Malafarina)
Pasquale Rosaci