randagismoE’ ancora irrisolto nel territorio del Comune di Bovalino Marina (RC) il dilagante fenomeno del “randagismo”; fenomeno che non è per nulla nuovo ma si trascina da diverso tempo senza che nessuno abbia mai fatto, fino ad oggi, qualcosa in concreto per debellare questo “grave pericolo pubblico” (eppure nel tempo, le segnalazioni a chi di dovere sono state più d’una !). Tale condizione non è imputabile alla volontà dei nostri cari amici a quattro zampe ma bensì alle precarie condizioni socio-ambientali in cui sono costretti a vivere ed al continuo rimpallo di responsabilità tra gli Enti istituzionali che dovrebbero provvedere alla tutela degli animali stessi ed alla salvaguardia della salute pubblica.

Questi animali, presumibilmente abbandonati dai loro padroni, vagano senza meta per le strade del paese ed ogni giorno aumentano sempre più di numero fino ad assumere le proporzioni di un “branco” che ora comincia veramente a creare fobia e psicosi da paura. Ogni giorno non è difficile imbattersi, anche in pieno centro cittadino, in una squadra di 10/12 cani che si trascinano l’uno dietro l’altro proprio come un trenino, senza una meta fissa, in condizioni igieniche e di salute al limite della sopravvivenza e in condizioni psicologiche estreme dovute al probabile abbandono. La zona più battuta da questo branco è la zona sud (lato Reggio Calabria) in prossimità del ponticello di “Malachia” che dà lo sbocco a mare, lungo la via XXIV maggio nei luoghi dove insistono terreni incolti e coperti da una fitta vegetazione, le aiuole adiacenti un supermercato dove spesso bivaccano lacerando per fame intere buste di rifiuti, la stradina prospiciente il palazzo dove ha sede la biblioteca comunale e l’altra sera, per la prima volta, sono stati avvistati addirittura sul marciapiede del Corso Garibaldi a 50 metri dalla frequentatissima farmacia. Nella considerazione che il rischio di incontrare il branco è veramente alto, appare opportuno segnalare qualche suggerimento: quando si avvista un branco di cani randagi la prima cosa da fare è mantenere la calma, non cominciare a correre, primo perchè loro sicuramente saranno più veloci di noi e secondo perchè in questo modo si alimenterebbe in loro l’istinto alla caccia della preda con conseguenze spesso tragiche, al contrario bisogna allontanarsi in maniera lenta e discreta pur mantenendo un atteggiamento forte e dominante nei loro confronti, con questi semplici accorgimenti è facile uscire illesi dallo spiacevole incontro.

Tale problematica non è da sottovalutare, anzi vanno presi con urgenza i provvedimenti più idonei per tutelare non solo l’incolumità personale dei cittadini ma anche la salute pubblica infatti, questi randagi, sono portatori e facili diffusori di pulci, zecche e quant’altro di dannoso per la salute dell’uomo. E’ quindi necessario sollecitare l’intervento delle parti aventi causa, ossia l’Ente Comunale e Provinciale (con i rispettivi uffici) e l’Azienda Sanitaria Provinciale, ciascuno per la parte di propria competenza. A scopo puramente preventivo ricordiamo che i randagi possono rappresentare un “pericolo pubblico” dal quale bisogna guardarsi soprattutto quando essi si muovono in branco e sono istigati ad attaccare l’uomo per paura, rabbia o semplicemente per fame. In realtà il fenomeno del randagismo si sviluppa proporzionalmente a quello dell’abbandono, infatti più cresce quest’ultimo fattore maggiori sono le possibilità che i cani abbandonati si aggreghino tra di loro sviluppando in branco tutta la loro carica aggressiva. Per contrastare questa forma di randagismo occorrerebbe agire con un’adeguata campagna di informazione e sensibilizzazione estirpando una volta per tutte il problema dell’abbandono, ma è risaputo che soprattutto da noi non è facile pervenire a questo risultato. Sta ora ai Commissari straordinari prendere il pallino in mano e far si che anche per questa problematica, come altre che fortunatamente cominciano a intravedere la luce, si intervenga in maniera urgente ed idonea a scongiurare il peggio, ancor più ora che siamo già nel pieno della stagione estiva. (Pasquale Rosaci)

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