La triste avventura vissuta la sera di capodanno da Cristian, cittadino francese di colore senza alcun documento addosso e che sembra essere piombato a Bovalino come sceso dal cielo, non ha smesso di vivacizzare in questi ultimi due giorni i social sul quale si è detto (e scritto) di tutto e di più, enfatizzando con una vena di strumentalizzazione soprattutto sociale che in questo caso riteniamo fuori luogo, una situazione che forse sarebbe stato meglio ricondurre subito nella giusta misura. Infatti, dalle notizie trapelate da alcune fonti istituzionali intervenute sul posto, sembrerebbe che Cristian non si sia reso conto per nulla dell’accaduto e ciò lo testimonierebbe il fatto che dalle immagini del video diffuso, che ricordiamo sono state riprese da un cittadino (ex amministratore locale) di passaggio fortunatamente in quel momento, lo stesso non si scompone proprio e, sfidiamo chiunque a non avere una reazione istintiva se colpito da un getto d’acqua, infatti anche su questo ci sarebbero dei dubbi, infatti tra le ipotesi in cantiere ci sarebbe anche quella che potrebbe essersi trattato di un telefonino messo ad alto volume con lo scopo di infastidirlo.
Comunque, fortunatamente l’epilogo avuto oggi è stato del tutto positivo e lo si è ottenuto soprattutto grazie ad una rete sinergica di volontariato che ha operato insieme sin da subito: Istituzioni, volontariato, parrocchie (San Nicola di Bari di Bovalino e San Martino di Bosco Sant’Ippolito) e forze dell’ordine (polizia ferroviaria di Locri e Commissariato P.S. di Bovalino), che hanno lavorato alacremente per risolvere in maniera degna ed umana un momento buio vissuto, contro la sua volontà, da una persona inerme che ha avuto soltanto la colpa di avere occupato per qualche ora una panchina della stazione ferroviaria di Bovalino.
Tra i soccorritori, tutti meritevoli di un plauso collettivo, quelli ad aver agito con un pizzico di tempestività in più è stata l’Associazione “Auser Noi ci siamo” di Bovalino, che nella giornata odierna ha portato a compimento il programma elaborato per ridare dignità umana a Cristian. Di seguito riportiamo il post che da alcune ore campeggia sulla pagina facebook del sodalizio in questione:
“Nuova vita per Cristian. Lasciamo agli organi competenti il compito di indagare sullo spiacevole episodio verificatosi la notte di Capodanno ai danni di Cristian, il clochard accampato sulla panchina presso la stazione ferroviaria di Bovalino. Vogliamo raccontarvi, invece, di come ci siamo occupati di lui, “risollevandolo” da una condizione disumana. Lo abbiamo supportato e rifocillato con beni di prima necessità come cibo e indumenti adatti alla stagione invernale. Il sindaco di Bovalino, Maesano, aveva disposto un luogo riparato e comodo dove poteva trasferirsi, ma Cristian non aveva accettato di lasciare la “sua” panchina. Sta di fatto che l’episodio di bullismo, subito la notte di Capodanno, ha rafforzato in lui la fiducia nei nostri confronti e, anche per forza di cose, si è affidato ai nostri interventi e alle nostre decisioni. Abbiamo così creato una rete di solidarietà attraverso conoscenze e organi istituzionali e, disposto, quindi, come necessità primaria, una doccia calda, avvenuta per gentile concessione della parrocchia di Bovalino, presso i locali che ospitano la sede Auser. – La doccia, che per noi è prassi quotidiana – racconta Antonio Pecorella – per lui è stato un evento eccezionale, non finiva più di insaponarsi e sciacquarsi, godendosi immensamente quei momenti, poi, grazie ai numerosi volontari, ha indossato indumenti puliti – Ieri era venuto a trovarlo Don Rocco, parroco di Bosco S. Ippolito, il quale gli ha offerto, presso la sua parrocchia, un letto caldo per la notte scorsa. Stamattina è in viaggio, sul pulmino Auser con Antonio Pecorella, l’assessore comunale Pasquale Blefari e una cospicua quantità di beni alimentari. Viene accompagnato al centro accoglienza immigrati “Villaggio Globale” di Riace Marina. Grazie all’intervento del sindaco Maesano e della segretaria CGIL, Mimma Pacifici, ad attenderlo c’è Mimmo Lucano, il quale ha dato disponibilità di accoglienza. Come era nei nostri intenti, abbiamo riparato le ali di questo sfortunato Angelo e fornito le condizioni per irrobustirle sempre di più”
Pasquale Rosaci