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Mai come adesso possiamo dire che è giunto il momento di realizzare una “rivoluzione ecologica” che consenta all’uomo di rallentare, se non frenare del tutto, la folle corsa verso il precipizio più nefasto rappresentato dallo sconvolgimento climatico delle stagioni. Il forte grido di aiuto per i repentini cambiamenti climatici e per i danni ambientali che ne conseguono è stato già lanciato (l’ultimo è quello della giovane Greta Thumberg) e fanno parte ormai della nostra vita quotidiana, essi rappresentano “il problema” che non può essere più rimandato ma, al contrario, va affrontato dall’intero pianeta con assoluta urgenza e risolutezza. Per questo motivo, nascono e si diffondono sempre più movimenti ambientalisti che hanno lo scopo di focalizzare l’attenzione sui gravi rischi che stiamo correndo tutti se non poniamo un freno alla produzione indiscriminata di gas ed altri elementi e sostanze chimiche che intossicano l’ambiente.

Rimanendo nella nostra realtà, la Calabria, com’è noto, è forse la regione a più alto rischio idrogeologico a causa della sua particolare caratteristica morfologica che consente, in pochissimo tempo, di raggiungere dalla montagna il mare, caratteristica sicuramente positiva dal punto di vista turistico ma molto pericolosa se il problema lo si inquadra sotto l’aspetto prettamente geofisico. Infatti, la continua cementificazione; il disboscamento di buona parte dell’ambiente naturale e vegetale circostante causato colpevolmente dall’uomo per  consentirne il pascolo; l’accumulo di detriti e di rifiuti di ogni genere che ostruiscono torrenti, valloni e fiumare; possono innescare, a macchia di leopardo, delle vere e proprie “bombe ad orologeria” pronte a detonare al verificarsi di condizioni meteo avverse, cosa che purtroppo è già più volte avvenuta in questi ultimi anni. E’ per questo motivo che gli interventi di bonifica, tutela e controllo del territorio non sono mai troppi, perché la pulizia stagionale degli alvei dei torrenti e delle fiumare deve avvenire con un lavoro sinergico condotto da tutti gli Enti competenti e preposti a tale compito. Per questo è importantissimo non trascurare neanche la manutenzione dei più piccoli corsi d’acqua, perché spesso sono proprio questi a rappresentare i rischi maggiori per l’uomo e per l’ambiente. “La gente non sa più cosa sia il territorio. E’ nata una società dispersa, non collegata con lo spazio fisico dove vive, ecco perché vengono trattate male le fiumare. Il fatto più grave è però l’ignoranza e l’inconsapevolezza del rischio che si corre”, così ha detto tempo  fa Adriano Paolella, docente universitario della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria e Responsabile del Wwf  per il progetto “Sviluppo sostenibile”

Ed è  proprio per  tenere alto il livello di guardia che il Movimento “Movimundi”, ligio al motto “Conoscere per cambiare”, ha organizzato in collaborazione con il movimento politico-culturale “Agave”, sotto il patrocinio del Comune di Bovalino, un convegno dal titolo: “Fiumare non discariche”, all’interno del quale si aprirà una tavola rotonda sullo stato di salute delle fiumare  e sulle proposte operative che si riterrà più opportuno intraprendere. Il convegno si terrà il giorno 8 agosto 2019, con inizio alle ore 18.30, presso il Sistema Bibliotecario Territoriale Jonico e sarà introdotto e coordinato da Arturo Rocca, Presidente dell’ Osservatorio Ambientale “Diritto  per la vita” e componente del Movimento spontaneo “Movimundi”; parteciperà tra gli altri anche Enzo De Liguoro che illustrerà “La carta della terra” All’evento prenderanno inoltre parte autorevoli e qualificati esponenti del mondo Istituzionale, culturale e ambientalista che illustreranno, anche con dovizia di elementi video-fotografici, lo stato di salute della nostra terra e degli accorgimenti che bisognerà adottare per contrastarne il dissennato uso. Tutti sono invitati a partecipare.

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