L’emergenza sanitaria nazionale scaturita dal diffondersi del virus COVID-19 sta imponendo a tutti un radicale cambiamento dello stile di vita, un cambiamento che ha dettato non solo tempi diversi ma soprattutto modi diversi, di agire e di relazionarsi con gli altri. Infatti, rimanere vincolati all’osservanza di determinate regole, ancor più se rigide perché dettate da un pericolo incombente che mina l’integrità della salute pubblica, non rientra nella normalità delle cose e, per questo, sin dall’inizio dell’emergenza, si è stentato sia nell’articolazione delle prescrizioni da parte di chi ci governa che nel rispetto delle stesse da parte dei cittadini. Ora, siamo ad un mese esatto dall’avvio di questa pandemia che ha assunto una connotazione planetaria, i numeri dei contagiati e dei decessi sono ancora molto elevati, soprattutto al nord più che al centro-sud e, per questo, le difese non devono essere abbassate ma bensì mantenute alte per evitare che il virus si diffonda anche a queste latitudini. Ben venga, quindi, da questo punto di vista, il tormentone giornaliero dei Sindaci che non sanno più cosa inventarsi per far si che i propri concittadini rispettino le prescrizioni indicate dalle autorità e rimangano chiusi in casa a tutela della loro salute e di quella della collettività.
Anche a Bovalino, comune della fascia jonica reggina, si cerca in ogni modo di fronteggiare l’emergenza coronavirus ed i risultati ottenuti (zero contagi), dimostrano che tutto sommato la cittadinanza ha ben risposto ai sacrifici loro richiesti. Tutto è certamente frutto di responsabilità dei cittadini stessi, ma anche di una capillare azione comunicativa messa in campo dagli amministratori (Sindaco in primis) che da subito hanno raccomandato l’osservanza totale delle regole: divieto di fare assembramento e di rimanere in casa; file ordinate ai supermercati ed alle farmacie; distanze minime rispettate; uso diffuso di mascherine e guanti e quant’altro ritenuto utile ad evitare il minimo accenno di possibile contagio. Allo stesso modo non è stato facile, soprattutto per i tanti giovani, rinunciare allo svago ed al divertimento anche perché da sempre sono stati abituati a bruciare le tappe e a condurre un tenore di vita che spesso li porta fuori dal rispetto delle regole.
Ed è proprio pensando a loro che ci poniamo delle domande: “Ma i giovani come hanno preso questo repentino cambiamento dello stile di vita?” -e, ancora- “Come stanno rispondendo ai divieti imposti dalle autorità?” A questi interrogativi abbiamo cercato di dare delle risposte facendo un breve sondaggio, tramite collegamenti internet, che andiamo a sintetizzare così: “Sembra di vivere in un paesaggio lunare, un paesaggio cui non eravamo certamente abituati. Il fatto di non vedere gente in giro appesantisce ancora di più le nostre preoccupazioni che sono tante e tutte dettate da un futuro incerto. Stiamo toccando con mano le ristrettezze che i nostri anziani hanno già vissuto in periodo di guerra e, quindi, comprendiamo bene i sacrifici che sono stati fatti per uscire da quel periodo buio. Ora, il nostro pensiero non è solo rivolto alla nostra persona, ma soprattutto ai nostri cari e, per questo, il fatto di non poter andare a frequentare i soliti locali di svago anche se ci pesa non ci rende insoddisfatti ma consapevoli di fare la cosa giusta. Per noi giovani, che già partiamo con un fardello pesante d’insicurezza sulle spalle non è facile affrontare questa nuova situazione, ma stiamo cercando in tutti i modi di affrontarlo con grande senso di responsabilità perché siamo certi che anche da quest’esperienza scaturirà un segno tangibile e positivo così com’è avvenuto nel passato in tutte le altre crisi che hanno coinvolto l’umanità”
Da parte dell’amministrazione comunale, per voce del Sindaco, Vincenzo Maesano, abbiamo ricevuto la seguente dichiarazione: “I giovani -da quello che vedo andando in giro per i normali controlli- sono quelli che stanno rispettando di più le prescrizioni imposte dalle autorità. Probabilmente ciò è dovuto oltre che ad un normale e corretto senso civico anche all’uso costante ed appropriato della tecnologia che hanno a disposizione (internet e social su tutto). In realtà, dati alla mano, posso affermare che proprio loro sono quelli più ligi al dovere e, per questo, rappresentano un bell’esempio da seguire. Di contro, devo invece registrare che le sanzioni che fino a ieri sono state elevate dalle forze dell’ordine riguardavano tutte persone adulte, persone che in maniera inopportuna era ancora in giro senza avere cura del rischio che stavano correndo per loro stessi e per la comunità intera e questo mi è dispiaciuto molto. Ho ribadito in ogni modo che bisogna uscire di casa solo per reali motivi di necessità e per quelli regolarmente autorizzati. La situazione è molto seria e per questo nessuno è immune o si può sottrarre agli obblighi imposti. Questo è il momento di essere tutti responsabili, solo così riusciremo a superare questo difficile momento. Fino all’altro ieri ho dovuto emettere ben 90 ordinanze di quarantena domiciliare obbligatoria e tante altre sono state emesse nella giornata di ieri. Prendiamo esempio dai nostri ragazzi e cerchiamo di remare tutti dalla stessa parte, solo così saremo certi di poter uscire fuori dal tunnel e sperare in un domani migliore”
(Pasquale Rosaci)