Come in genere si scrive all’inizio di una lettera indirizzata ad un familiare o ad un amico lontano, inizio questa mia breve riflessione dicendo: “miei cari commissari straordinari…”, il 2 aprile scorso il Consiglio dei Ministri ha decretato lo scioglimento del consiglio comunale di Bovalino per “accertate forme di condizionamento della criminalità organizzata all’interno dell’attività amministrativa”. Con questo provvedimento lacrime e sangue per l’intera comunità bovalinese (per usare un eufemismo che va tanto di moda), è stata scritta la parola “fine” ad un progetto amministrativo che in realtà già agonizzava da diverso tempo e che solo la becera e miope illusione di qualcuno ha fatto si che proprio quando si era già in vista del traguardo elettorale non si potesse più tornare alle urne per eleggere una squadra amministrativa in grado di far uscire dal guado delle sabbie mobili l’intero paese.
Dal 2010 in poi, sono stati cinque anni di “ostinata amministrazione” portata avanti ad ogni costo e con qualsiasi mezzo. Fino all’ultimo ha predominato la volontà politica di non voler rassegnare le dimissioni e riconsegnare così il paese ai suoi legittimi possessori (i cittadini). Eppure da diverso tempo e da più parti si erano levate forti le voci che chiedevano agli amministratori di rimettere il mandato agli elettori (opposizione politica, cittadini, associazioni culturali e di volontariato, gruppi politici di ogni colore, commercianti ecc..), tutti le invocavano in maniera chiara ed inequivocabile al fine di poter eleggere in primavera una compagine che fosse in grado di avviare la ripresa di un nuovo percorso civile e democratico che bruscamente si era interrotto nell’anno 2010. Conseguenza di questo “mancato atto d’amore” è stato, come dicevamo prima, lo scioglimento del consiglio comunale e la successiva nomina da parte del Prefetto di Reggio Calabria di tre commissari straordinari cui è stato affidato il difficile compito di traghettare l’Ente in acque più calme e tranquille. Adesso, l’incarico da portare a termine nel volgere di 18/24 mesi è molto gravoso in quanto le problematiche da affrontare sono tante e di non facile soluzione, a causa soprattutto dell’emorragica situazione economica in cui versano le casse dell’Ente.
Tra l’altro, ora bisogna affrontare con immediatezza e senza ulteriori tentennamenti i problemi più urgenti che per fortuna sono stati già messi sotto il mirino dei funzionari prefettizi e che riguardano: la raccolta giornaliera dei rifiuti (con particolare attenzione alle zone periferiche che sono quelle generalmente quelle più penalizzate); la viabilità, che seppur migliorata nella segnaletica deve ancora fare i conti con le innumerevoli “voragini” disseminate lungo tutte le strade del paese; la fruibilità del lungomare, unica e vera valvola di sfogo, che nonostante una sfrondatura delle palme versa ancora in condizioni indecenti soprattutto nel lato sud, dove i marciapiedi sono pieni di sabbia da una parte e di rifiuti dall’altra; la realizzazione della “raccolta differenziata” dei rifiuti che ancora versa in condizioni embrionali e non vede per nulla la luce, al contrario di quanto invece sta accadendo proprio in questi giorni nei paesi limitrofi (Bianco ed Ardore); lo smaltimento dell’enorme ammasso di suppellettili e mobili di arredo obsoleti (divani, sedie e poltrone) ed elettrodomestici di ogni sorta, depositati dai soliti “incivili” nei pressi dei cassonetti. A tal proposito, si segnala la mancanza di un’apposita isola ecologica, fin qui tanto decantata ma ancora mai entrata in funzione; il dilagante fenomeno del “randagismo ” che quotidianamente siamo costretti a registrare e tanti altri problemi che sono sotto la lente d’ingrandimento, come dicevamo prima, sia dei funzionari prefettizi che degli occhi vigili dei cittadini.
Fin qui lo stato attuale dei fatti, ma Bovalino è ben altro e quanto prima la sua popolazione darà prova delle sue reali capacità di rimboccarsi le maniche per raggiungere l’obiettivo che mira a riportare la cittadina jonica nel contesto socio-culturale che effettivamente le compete. D’ora in avanti si dovrà essere obbligatoriamente attenti e vigili affinchè “diritti e doveri” camminino di pari passo infatti, è solo puntando su di essi che si può fondare un nuovo patto di cittadinanza che ci permetta di uscire fuori dal tunnel in cui involontariamente e per colpe altrui ci siamo ritrovati. Tra le altre cose, la volontà di collaborare per il conseguimento del “bene comune” è stato da subito manifestato non solo dai singoli cittadini ma anche dalle numerose associazioni culturali, politiche e di volontariato che hanno a cuore le sorti del paese. In questo senso il movimento “Agave” ha tracciato la via maestra che speriamo possa essere seguita a breve da tanti altri soggetti politici e culturali di cui Bovalino è ricca, perchè come si suol dire l’unione fa la forza ed in questo caso anche il bene comune. I cittadini sono consapevoli che è solo con la “buona amministrazione” che si potranno ottenere risultati duraturi nel tempo e per realizzare ciò è necessario, anche da parte loro, invertire la rotta soprattutto nel comportamento quotidiano e nel modo di relazionarsi con le istituzioni. Lo stato attuale delle cose richiede la necessità di riscoprire i valori e gli ideali smarriti (senso civico in primis) e richiede anche concentrazione di intelligenza, di passione ed energia per ridare speranza e fiducia nel futuro, senza di essi ogni tentativo di migliorare, purtroppo rimane un sogno vano. In conclusione voglio rivolgere un caloroso invito ai Signori Commissari affinchè non si chiudano nei meandri della burocrazia ma “scendano in strada” a contatto diretto con la gente perchè è con il dialogo e con il contatto ed il calore umano che tante volte si ottengono i migliori risultati.