Ad aggravare ancor più la già delicata posizione politico-amministrativa di Bovalino e della sua comunità ci ha pensato anche la Regione Calabria calando un carico da undici. Infatti, due giorni fa è apparsa su un quotidiano online della locride (Lentelocale) la notizia che la regione Calabria ha revocato al comune di Bovalino, con apposito decreto, un finanziamento di ben 1.200.000,00 mila euro stanziato nel lontano 2004 per il “restauro del castello di Bovalino Superiore”. Nell’aprile del 2006, l’Ente jonico aveva ricevuto un anticipo di 240.000,00 euro per l’inizio dei lavori, ma da allora niente e nessuno a quanto sembra, si è mosso per far si che il finanziamento venisse integralmente erogato (verosimilmente i lavori, anche se iniziati, non sono poi mai proseguiti e come di solito avviene nel nostro “bel paese” l’opera è rimasta una eterna incompiuta), in pratica roba da gabibbo. La beffa maggiore, a quanto è dato sapere, è che la somma anticipata dovrà essere interamente restituita alla regione Calabria nell’arco di trenta giorni dalla pubblicazione del decreto di revoca, comprensiva degli interessi fin qui maturati. Alla luce di quanto è emerso, da cittadino, è lecito domandarsi: “che fine hanno fatto questi soldi ?” ed inoltre, “per colpa di chi si è perduto il resto del finanziamento ?”, “chi ha deciso che il restauro non s’ha dà fare e soprattutto perchè ?”. I cittadini vogliono sapere, hanno il diritto di sapere, esigono di sapere ! ed a questa domanda dovrà dare una risposta non solo chi ha lasciato da poco lo scettro comunale ma anche tutti coloro che nel tempo hanno avuto incarichi di responsabilità sia nella gestione dei fondi erogati che nel controllo dello stato d’avanzamento dei lavori delle opere finanziate. Certo, questo ultimo evento rappresenta veramente un paradosso, se pensiamo che oggi si fanno i salti mortali e le carte false per ottenere un finanziamento pubblico (nazionale o europeo che sia) e invece, Bovalino che il finanziamento l’aveva ottenuto che fà ? lo lascia marcire nelle casse regionali dimenticandosi di reclamarlo, mentre ai suoi cittadini gli succhia il sangue con l’incremento costante delle tasse sui servizi. Ebbene il 2 aprile scorso, come ormai risaputo, la scure dell’Autorità di governo si è abbattuta come una mannaia sul consiglio comunale di Bovalino, decretandone lo scioglimento per: “accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata all’interno del sistema politico-amministrativo”. Tale decisione, ha tarpato indubbiamente le ali alle diverse forze partitiche ed ai movimenti politico-culturali del paese che già erano pronti ai nastri di partenza per confrontarsi democraticamente nella tornata elettorale di primavera. L’obiettivo, dopo cinque anni di miope ed ostinata amministrazione che ha prodotto solo l’accentuarsi di una crisi profonda, non solo economica e politica ma anche di identità, era quello di garantire ai bovalinesi, la ripartenza sociale, culturale e finanziaria dell’Ente e dell’intero comprensorio. Il danno causato, anche alla luce dell’ultimo episodio, è stato chiaramente rilevante, al punto che ancora oggi a distanza di due mesi in paese non si parla d’altro (ossia delle mancate elezioni che ci avrebbero permesso di tornare a nuova vita). Oggetto delle legittime rimostranze dei cittadini sono la quasi totale assenza dei servizi a fronte di un elevato indice di tassazione e la pochezza di argomentazioni, idee ed iniziative amministrative manifestate dal sindaco e dalla sua maggioranza. A questo punto, Bovalino sembra assomigliare sempre più ad un pugile “suonato” dai pugni dell’avversario che lo ha costretto all’angolo del ring, …per cedere definitivamente manca solo il colpo del knockout !. Ma siccome il male non viene sempre per nuocere, ecco che per mettere a punto la “pacificazione sociale” intervengono i commissari prefettizi nominati dal Prefetto di Reggio Calabria a seguito dello scioglimento; funzionari di governo che dall’alto della loro esperienza tecnica ed amministrativa e dal loro imponente senso di responsabilità, regneranno su Bovalino per 18/24 mesi affinchè si possa poi andare a libere elezioni e sciogliere il paese dalla morsa che attualmente lo tiene legato. Pertanto, bene il lavoro intrapreso dai commissari straordinari, bene che si operi con risparmio e sobrietà, bene confrontarsi per sviluppare energie ed intendimenti positivi in proiezione politica futura e bene il costante occhio vigile dei contribuenti che mai deve abbassare la guardia sugli interventi posti in essere. Ora attendiamo solo di sapere di chi sono le responsabilità denunciate. Con queste premesse, Bovalino ha finalmente un’opportunità per ricrearsi una verginità sociale e politica che lo pacifichi con i suoi cittadini.
Foto sopra: Il castello di Bovalino Superiore – Fonte immagine: panoramio.com
(Pasquale Rosaci)