“Affidare il destino delle province a riduttivi requisiti quali la dimensione territoriale e la popolazione residente ignorando completamente l’invasività della criminalità organizzata e il suo forte radicamento nel tessuto economico e sociale del territorio è davvero frutto di preoccupanti e gravi ragionierismi istituzionali”.Così la senatrice del Pdl, Dorina Bianchi commenta allarmata gli esiti dell’ultimo Consiglio dei Ministri che ha definito i criteri di riordino delle province previsti dal decreto sulla spending review.
“A partire già da lunedì in Commissione Bilancio – fa sapere la senatrice Bianchi – sarò ostinata nel far valere le vere motivazioni per evitare la soppressione delle Province di Crotone e Vibo Valentia, palese atto di abbandono dello Stato con conseguenze nefaste per tutti i cittadini che rischiano di vedersi privati, in un colpo solo, di vitali e fondamentali presidi di legalità e di democrazia”.
“L’emendamento da me presentato nei giorni scorsi e condiviso con il collega Bevilacqua – precisa ancora la parlamentare del Pdl – chiede la non soppressione delle Province nei territori con rilevanti criticità, quali quelli nelle Regioni dell’Obiettivo Convergenza e ad alta densità mafiosa. Per l’ennesima volta, proverò a ricordare agli esponenti del Governo che la sola ‘Ndrangheta fattura oltre 44 miliardi di euro pari al 3,2 per cento del Pil nazionale. E, inoltre, Crotone e Vibo Valentia si collocano tra le prime sei province nella classifica dell’IPM, l’indice di penetrazione mafiosa realizzata dall’Eurispes per misurare il grado di fragilità e di permeabilità dei territori ai tentacoli dei principali sodalizi criminali”.
“E, infine, il 50 per cento degli imprenditori calabresi, secondo una indagine dell’istituto Demoskopika, – rincara la senatrice Bianchi – chiede un rafforzamento dei presidi di legalità per combattere la criminalità organizzata. In direzione diametralmente opposta si muove il decreto “Taglia Province”. Prefetture, questure, comandi provinciali delle forze dell’ordine, camere di commercio, agenzie delle entrate, vigili del fuoco e corpo forestale dello stato, solo per citarne alcuni, – continua l’esponente politico del Pdl – non possono, dunque, essere barattati per mere logiche di “creatività contabile al ribasso” a dispetto del peggioramento certificato della mobilità istituzionale e sociale”.
“Siamo quindi in presenza di un provvedimento – conclude la Bianchi – che mette seriamente a rischio la legalità e la coesione sociale delle nostre comunità, generando un perverso e pericoloso effetto moltiplicatore per le strategie di radicamento e di rafforzamento territoriale delle ‘ndrine”.