Il rinvenimento delle armi e del munizionamento, per il quantitativo ma soprattutto per l’offensività delle stesse, lascia ipotizzare che la “Santa Barbara” di Contrada Battifoglia fosse nella disponibilità non soltanto dei due soggetti tratti in arresto ma anche della locale organizzazione mafiosa.
Nella serata di sabato, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno tratto in arresto due pregiudicati: Munafò Giampiero, 30enne di Castroreale e Di Natale Carmine, 40enne di Barcellona, per i gravi reati di detenzione e porto di armi e munizioni comuni da sparo, alterazione di arma comune da sparo, detenzione di armi e munizioni da guerra, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli arresti rappresentano il positivo esito di complesse attività info-investigative condotte dalla Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, sviluppatesi dopo i recenti episodi di intimidazione verificatisi nella città del Longano, anche con l’uso di armi. I Carabinieri della Compagnia, infatti, nelle varie articolazioni in divisa e in abiti borghesi, hanno attivato specifici servizi sia investigativi per far luce sulla natura degli episodi e sugli autori, ma anche di prevenzione e controllo del territorio al fine di monitorare la presenza di armi clandestine nel centro tirrenico che possano essere adoperate per “operazioni di fuoco” da parte della malavita locale. In tale contesto si inserisce il blitz di sabato sera, avvenuto in contrada Battifoglia, che ha portato all’arresto di due soggetti e al rinvenimento di un vero e proprio arsenale: armi da guerra, munizioni, un ordigno artigianale e un ingente quantitativo di sostanza stupefacente.
I Carabinieri della Stazione di Barcellona, già da qualche giorno, stavano monitorando alcuni siti della città dove avevano notato la presenza di soggetti con precedenti penali che avevano destato sospetto. Nella serata di sabato, i due soggetti poi tratti in arresto sono stati avvistati proprio all’interno di una casa rurale in stato di abbandono, circostanza che ha indotto i militari a predisporre uno specifico servizio di osservazione per comprendere esattamente il motivo della loro presenza sul posto. Una volta usciti dall’abitazione è scattato il controllo. Sottoposti a perquisizione immediata, il MUNAFÒ è stato trovato in possesso di una pistola cal. 9×21, di fabbricazione tedesca con matricola abrasa, che occultava sulla persona, già carica con 10 colpi; mentre il DI NATALE è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico. La successiva perquisizione dell’immobile rurale ha permesso di rinvenire un borsone, abilmente occultato in un sottoscala, che conteneva: un fucile mitragliatore Zavasta M70 AB2 cal. 7.62 con due caricatori “a banana” (si tratta del fucile di assalto Ak47 di fabbricazione serba, noto come kalashnikov); una mitragliatrice cal. 32 verosimilmente di fabbricazione slava, tipo uzi, con matricola abrasa; un fucile tipo doppietta, cal. 12, “a canne mozze” con matricola abrasa, un ordigno artigianale composto da un cilindro in alluminio contenente materiale esplodente e miccia detonante, circa 150 munizioni per armi comuni da sparo e da guerra, utilizzabili per tutti i tipi di armi rinvenute nel corso della perquisizione. In un altro anfratto dell’abitazione, occultato in un foro della parete è stato rinvenuto un involucro sottovuoto dove erano conservati circa 200 grammi di cocaina in purezza, oltre a materiale per il confezionamento della sostanza.
Il rinvenimento delle armi e del munizionamento, per il quantitativo ma soprattutto per l’offensività delle stesse, lascia ipotizzare che la “santa Barbara” di Contrada Battifoglia fosse nella disponibilità non soltanto dei due soggetti tratti in arresto ma anche della locale organizzazione mafiosa che, nonostante le recenti operazioni condotte dalla Procura Distrettuale di Messina proprio con i Carabinieri della Compagnia di Barcellona, della Sezione Anticrimine di Messina e di altre FF.PP., continua a mantenere contatti operativi sul territorio.
Le armi, tutte perfettamente funzionanti e ben oliate – nel corso della perquisizione veniva rinvenuto anche un kit di pulizia delle armi da guerra con oli e solventi per mantenerle in stato di efficienza -, saranno sottoposte ad accurati esami di laboratorio presso il RIS di Messina al fine di verificare se siano state utilizzate negli atti intimidatori della serata del 15 ottobre scorso o in altri eventi delittuosi in cui siano state utilizzate armi.
Gli arrestati, come disposto dal Sost. Proc. Francesco Monaco, della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, sono stati condotti al carcere di Messina “Gazzi”.