Una festa religiosa e popolare con la tradizionale processione per le vie del paese e tra le tante chiese, fuochi d’artificio, musicisti di strada e convivialità diffusa. Nel primo pomeriggio, prima della Santa Messa, iniziativa simbolica nel rione “u mancusu” in ricordo di Giulia Cecchettin e contro la violenza sulle donne.
Sabato 25 Novembre 2023, nell’antico borgo, si sono svolti i tradizionali festeggiamenti in onore di Santa Caterina V.M. d’Alessandria. Secondo la tradizione, Caterina – giovane cristiana nobile, bella e colta – fu martirizzata nel 305 d.C. ad Alessandria d’Egitto, centro di antiche culture e capitale della tradizione sapienziale cristiana.
I testi, tardivi, con il racconto della vita e del martirio sono una “Passio greca” del VI-VII secolo scritta probabilmente con scopi edificanti da un chierico di Alessandria o da un monaco del Sinai, e una Conversio forse del secolo VIII. Il suo martirio si colloca all’epoca di Massenzio, o Imperatore Massimino, che perseguitarono duramente i cristiani. In occasione di una grande celebrazione sacrificale agli dei voluta dall’imperatore, Caterina, rifiutandosi di aderire, avrebbe così apostrofato il sovrano: “Perché vuoi perdere questa folla con il culto degli dei?
Impara a conoscere Dio, creatore del mondo e suo Figlio Gesù Cristo che con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno”. Fu poi posta, per volontà diretta dell’Imperatore Massimino, su una ruota uncinata e torturata a morte, trafitta fatalmente da una spada. In quel di Badolato, da secoli, si registra una devozione popolare enorme per la Santa alessandrina, considerata quasi una Madonna: “A Madonna ‘e Santa Caterina”.
Per tanti, nel borgo, questa festa popolare e religiosa è considerata la festa dei “mancusani”, cioè dei cittadini del rione “u mancusu” di Badolato (lato sinistro del borgo), contadini laboriosi denominati in passato “tamarri commati” (con propri piccoli appezzamenti di terra) ed i cui catoja erano ricchi di derrate alimentari e buon vino. Fino a pochi decenni fa, nella comunità locale, Santa Caterina V.M. d’Alessandria era conosciuta come la “Zangàra” (portatrice di pioggia) e si raccontava portasse il primo vero freddo autunnale con l’acqua e la pioggia (ed è proprio quello che si è verificato Sabato 25 Novembre dal punto di vista meteorologico!).
La festa, a cura della Confraternita di Santa Caterina, è stata caratterizzata dalla tradizionale tredicina con tredici giorni di preghiera – dal 12 al 24 Novembre – nell’antica chiesa di Santa Caterina (la chiesa più antica esistente all’interno del centro storico). Sabato 25 Novembre, i festeggiamenti civili sono stati anticipati da una Santa Messa e dalla tradizionale processione per le vie e tra le antiche chiese del paese. La processione si è conclusa con il tradizionale “ballo del ciuccio” e con uno spettacolo pirotecnico in Piazza Castello.
Per le vie del rione “mancusu” e del borgo presenti anche zampognari, anticipando di fatto le prossime festività natalizie, e musicisti di strada con il cantastorie Andrea Bressi ed i “Giamberiani Suoni Tradizionali” che hanno poi animato la parte finale della festa.
Logicamente non sono mancati gli stand enogastronomici, le tradizionali aperture private dei tanti “catoja” con autentici momenti di convivialità diffusa, la degustazione delle prime zeppole salate che a Badolato si iniziano a friggere proprio a partire dal 25 Novembre per le celebrazioni di Santa Caterina (la zeppola col buco al centro ricorda anche la ruota della tortura della Santa).
Importante, infine, l’iniziativa delle consorelle e dei confratelli “paparinari” della Confraternita di Santa Caterina V.M. d’Alessandria (col nuovo priore Totò Scoppa) che si è tenuta nel primo pomeriggio.
Vista anche la grande storia che contraddistingue la vita di Santa Caterina, si è voluto ricordare Giulia Cecchettin, partecipando solidarietà e vicinanza alla famiglia, con un messaggio simbolico contro la violenza sulle donne: per le vie del rione ed in prossimità della Chiesa sono state collocate delle scarpe rosse (che rappresenteranno il sangue delle donne uccise e scomparse a causa della violenza sessista) e prima della processione tutte le donne presenti in chiesa sono state omaggiate di una gerbera rossa (fiore che simboleggia amore sincero, modesto, un amore lontano dall’eccessiva passione, un amore pacato, simbolo di forza e coraggio).