Al teatro comunale di Badolato Marina prosegue l’attività della residenza teatrale “MigraMenti. Poetiche del viaggio” gestita dalla compagnia Teatro del Carro Pino Michienzi, nella promozione dei giovani artisti calabresi più meritevoli, mettendo in luce il loro costante lavoro di ricerca e professionalità oltre che il talento che dimostrano di avere. Domenica 19 maggio, con inizio alle ore 17.00, nel cartellone della residenza diretta da Anna Maria De Luca e Luca Maria Michienzi e inserita nel sistema regionale delle residenze teatrali della Regione Calabria, finanziate con i fondi dell’Unione Europea, è in programma infatti lo spettacolo di chiusura della stagione 2012/2013 del teatro dedicato a bambini, ragazzi e famiglie: ad andare in scena ci sarà il Teatro dei Grassi saturi con “Quel pazzo d’Orlando”, uno spettacolo teatrale liberamente tratto dall’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, con Mariagrazia Bisurgi e Dario Manti, i costumi di Simona Naso, l’arrangiamento musicale di Alessandro Rizzo.
Il Teatro dei Grassi saturi è una giovane compagnia che nasce dalla collaborazione tra l’associazione ConImieiOcchi e la Ludoteca Papore con l’intento di realizzare progetti culturali nell’ambito teatrale, con particolare attenzione al teatro-ragazzi. I membri della compagnia si occupano di diverse attività tra cui laboratori teatrali, laboratori creativi, e produzione di spettacoli teatrali. Nel corso degli anni, i fruitori sono stati le scuole primarie e secondarie, e ludoteche pubbliche e private, i circoli culturali e i teatri. Una delle componenti essenziali del loro lavoro è il progetto “Erre”, ovvero il recupero e il riciclo dei materiali, tanto per le scenografie e i costumi degli spettacoli, quanto per l’impostazione dei laboratori creativi per la costruzione di burattini, maschere ed altri oggetti derivanti da un utilizzo critico delle risorse. “La nostra scrittura teatrale – spiega il Teatro dei Grassi saturi nelle note allo spettacolo “Quel pazzo d’Orlando” – racconta la storia del cavaliere Orlando e la sua follia per l’amore non corrisposto dell’audace Angelica e attraverso il susseguirsi di vari personaggi (la maga Logistilla, il prode Astolfo, l’Ippogrifo, Zerbino, il gentile Medoro, il Mostro Orrilo), abbiamo ricomposto e percorso ‘la via di Orlando’, mettendo in scena, attraverso la logica del cartone animato, un linguaggio diretto e multiforme, seguendo in questo le riflessioni di Italo Calvino che si domanda: chi è questo poeta che soffre di come il mondo è e di come non è e potrebbe essere, eppure lo rappresenta come uno spettacolo multicolore e multiforme da contemplare con ironica saggezza?”. “Quarantasei canti in ottave per 38.736 versi: come affrontare un poema così complesso? Come affrontare un capolavoro geografico dove lo spazio e il tempo reale sfumano, si dilatano e in cui il lettore può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi? Immergendoci nella lettura del poema – spiegano ancora nelle note – abbiamo scoperto le infinite vie e storie che Ludovico Ariosto mette in piedi, attraverso una scrittura fantastica che viaggia tra la realtà storica e la realtà immaginifica, tra elementi simbolici e umane passioni, realizzando un intreccio nel quale il lettore rischia di perdersi, esattamente come accade ai personaggi del canto XII nel palazzo/labirinto del Mago Atlante”.