Sicilia e infrastrutture: dal polo industriale più a sud d’Europa arriva l’ultima chiamata per fare dell’Isola un hub intermodale, crocevia di merci, persone e sviluppo sostenibile. Le nuove prospettive contro la crisi dei mercati e la concorrenza internazionale. Riflessioni e proposte per la tutela dell’economia siciliana e delle aziende di trasporto in un contesto di competizione globale. Da Gela, il polo industriale più sud dell’Europa, TransfrigoRoute Italia Assotir, Associazione Italiana Imprese di Trasporto, lancia l’ultima chiamata all’Italia e all’Europa: contro la crisi dei mercati, la concorrenza internazionale, la Sicilia sia HUB del Mediterraneo: una vera piattaforma intermodale, con strade, autostrade, ferrovie e porti e aeroporti, crocevia dei mercati dell’Europa che guardino ai paesi frontalieri e alle economie emergenti. Questi i temi che verranno affrontati sabato prossimo, 28 maggio, ore 9, hotel Peretti (c.da Giardinelli), in occasione del convegno nazionale “La Sicilia Hub del Mediterraneo”.
Daranno i saluti il sindaco di Gela Domenico Messinese, il presidente regionale Assotir Salvatore Sciagura. Concluderà i lavori il sottosegretario ai Trasporti, senatrice Simona Vicari.
“Il convegno di sabato si svolge a Gela ma ha un respiro nazionale e per certi versi internazionale: l’isola infatti rappresenta un prototipo dei fenomeni che sono destinati a ripercuotersi su tutto il Paese. E contiamo di avere tra i nostri ospiti il Presidente Rosario Crocetta” afferma Claudio Donati, Segretario generale di T.I. Assotir In Italia. Solo all’interno dei nostri confini, il trasporto su strada rappresenta l’85% dello spostamento di merci. L’autotrasporto si rivela così un anello della produzione e dei consumi imprescindibile, formando un binomio inscindibile con il marchio del made in Italy. Ogni settore deve farvi ricorso: emerge così la stretta interdipendenza dell’autotrasporto con ogni comparto dell’economia italiana. I dati forniti da ISTAT ed EUROSTAT relativamente al 2014 sono eloquenti nel dimostrare la varietà di prodotti coinvolti: in cima alla lista compaiono i materiali inerti (minerali e prodotti di cave e miniere), che costituiscono il 14%; seguono prodotti alimentari, bevande, tabacchi con il 13%; materiali da costruzione come vetro, ceramica, calce rappresentano il 12,5 %; metalli e manufatti il 7,8%; i prodotti agricoli il 5,2%; prodotti chimici e petroliferi insieme danno un altro 8%.
Dalla Sicilia parte una grande percentuale dei prodotti ortofrutticoli che arrivano sulle tavole di tutta Italia e di numerosi Paesi europei.
IL CASO SICILIANO. Un omaggio alla città di Gela, alla Sicilia del Sud Est e alla sua posizione strategica nel Mediterraneo e un momento di riflessione sull’inefficienza logistica che l’Isola subisce nei trasporti via terra e via mare e di confronto con i politici ai quali verranno sollecitate risposte precise e interventi immediati.
La Sicilia presenta una carenza infrastrutturale per quanto riguarda la rete autostradale, canale primario per il trasporto su gomma, e la rete portuale, per la quale i limiti del caso siciliano sono emblematici del freno posto alle potenzialità italiane. Con il raddoppio del Canale di Suez, la Sicilia potrebbe acquisire un ruolo ancor più strategico negli scambi tra Europa, Africa e Asia, ma conferma una scarsa competitività dell’Italia nel sistema portuale, mentre sono in crescita altre realtà nell’Africa Mediterranea, soprattutto in Marocco.
I DATI – La Sicilia e il Brennero sembrano lontani, ma non lo sono così tanto se pensiamo che proprio dal Brennero passano 500 veicoli pesanti ogni ora, la attraversano 40 milioni di tonnellate di merci ogni anno, di cui 30 milioni viaggiano appunto su gomma. Ed è sempre dal Brennero che passa un terzo dell’export italiano verso l’Europa centrale, di cui i tre quarti viaggia su gomma. Il danno, solo per le imprese di trasporto, sarebbe di oltre 150 milioni di euro. Ma le conseguenze finirebbero per ripercuotersi su tutte le Piccole e Medie Imprese italiane, a partire proprio da un settore strategico come quello agroalimentare della Sicilia.
“La Sicilia paga per i problemi nazionali e aggiunge sul piatto della bilancia – anticipa il coordinatore Pino Bulla vice presidente nazionale Assotir – l’inesistenza di infrastrutture che consentano almeno l’idea dell’alta velocità e, nel frattempo, il completamento delle autostrade Catania-Ragusa e Catania-Gela; un piano preciso che identifichi, potenzi e adegui i porti per le tratte commerciali; tariffe competitive e non da monopolio da e per l’Isola; intermodalità e sicurezza. La Sicilia – conclude Bulla – non è solo la parte terminale dell’Europa ma punto strategico per tutti i Paesi del Mediterraneo”.
L’evento di sabato si propone dunque come uno spunto per il rinnovamento del settore, inteso non solo come autotrasporto, ma in relazione a tutta la logistica che riguarda la mobilità delle merci.
Il CONVEGNO – Nelle due tavole rotonde, moderate dalla giornalista Monica Adorno, in cui si alterneranno addetti ai lavori e politici. Nella prima, tecnica, interverranno Patrizia Costanzo, presidente T.I. Assotir di Palermo e Trapani; Mario Cugno, certiquality (Sicurezza e qualità); Giuseppe Messina, Mediolanum (Sistema bancario per il trasporto) e Santo Figura, chirurgo, dirigente medico. Le conclusioni saranno affidate alla presidente Nazionale Transfrigoroute Italia Assotir Anna Vita Manigrasso.
Nella seconda tavola rotonda, politica, interverranno Claudio Donati, segretario Nazionale T.I. Assotir; Nino D’Asero, deputato regionale, Vincenzo Vinciullo, presidente commissione bilancio all’ARS, Giovanni Pistorio assessore regionale ai trasporti, Giovanni La Via, presidente Comm. Ambiente, Sanità e Sicurezza alimentare Parlamento Europeo, Giuseppe Castiglione, sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Simona Vicari, sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e Trasporti.