cardiologo Pietro Pescetelli di Agnone del Molise 2016In questa prima settimana di gennaio 2017 la neve è stata abbondante su tutto il Sud Italia e persino nelle isole. E pare che fino al 20 gennaio ne cadrà ancora tanta, accompagnata dal gelo. Così l’Università delle Generazione riprende dal sito amico www.altomolise.net l’intervista che le sorelle Mariarosaria e Serella Carosella hanno fatto al cardiologo Pietro Pescetelli di Agnone del Molise sulle problematiche inerenti specialmente lo spalare la neve da parte di soggetti cardiopatici. Essendo tale intervista di grande utilità sociale la riproponiamo a numerose testate giornalistiche, che preghiamo di citare la fonte. Buona neve a tutti!…

Intervista al cardiologo Pietro Pescetelli

 In questi giorni sono stati pubblicati diversi articoli sul rischio cardiaco legato all’attività dello spalare la neve per le liberare le strade e le case. Può confermare questo rischio?

Il rischio in linea di massima è confermato. Il freddo, e con freddo intendo soprattutto le temperature particolarmente rigide, è estremamente dannoso per la salute e questo è dimostrato anche dai casi di cronaca dei clochard che sono morti.

Quali sono gli effetti del freddo sull’organismo?

Il freddo finisce per determinare sull’apparato cardiovascolare e respiratorio una depressione dell’attività cardiaca e della frequenza cardiaca. I senzatetto, per esempio, che spesso sono anche alcolisti, alle basse temperature muoiono proprio per arresto cardiorespiratorio che è un danno diretto del freddo sul nostro organismo. In questi casi l’alcol, spesso assunto per introdurre nel corpo un qualcosa di caldo, provoca una vasodilatazione che disperde ancora di più il calore e quindi, in ambienti particolarmente freddi, può facilitare un esito fatale. Anche nei soggetti particolarmente predisposti come gli anziani o anche i bambini il rischio è maggiore.

Spalare la neve o uscire in condizioni climatiche dure come una bufera può quindi essere rischioso?

E’ evidente che spalare la neve così abbondante nei nostri paesi come in questi giorni e in condizioni climatiche così rigide provoca un enorme dispendio di calore ed energia da parte dei muscoli e del cuore. Lo sforzo sottopone l’apparato cardiovascolare a un notevole stress.

Quindi quali sono i soggetti più a rischio?

Se l’apparato cardiovascolare è di un giovane che non ha particolari problemi cardiaci non succede nulla, tranne forse far aumentare l’appetito al giovane spalatore. Il problema è che nelle nostre società, dove i giovani sono sempre di meno, questo lavoro è spesso fatto dagli anziani che hanno necessità di uscire, magari anche per andare a comprare il pane. Purtroppo questo tipo di attività se fatta da un soggetto, che teoricamente o potenzialmente, ha una patologia cardiovascolare di tipo ischemico, può essere mortale. Questo perché normalmente quando fa molto freddo l’organismo tende a ridurre la quantità di sangue alla pelle e per concentrarlo nei visceri, cioè nella parte più interna del corpo in modo da conservare il più possibile la temperatura. Ma se si va a fare un lavoro fisico in una situazione di freddo intenso c’è uno spostamento di sangue verso i muscoli e quindi si determina una dispersione di calore, anche perché si tende a sudare. Spalando la neve, inoltre, ci può essere qualcuno che avendo troppo caldo tende a togliersi la giacca e questo aggrava il raffreddamento.

Quindi per gli anziani ci sono maggiori rischi?

Si. Nei casi di patologia ostruttiva delle coronarie, frequente negli anziani, siccome il cuore ha bisogno di più sangue quando si lavora si rischia il cosiddetto “furto coronarico”. In sintesi accade questo: se c’è un’arteria coronarica che porta sangue e una che non lo fa, quella che lo porta ne prende di più. Per fare un paragone accade l’opposto della favola di Robin Hood dove si ruba al ricco per dare ai poveri. Nel “furto coronarico” è l’arteria ricca a rubare sangue a quella povera e in questo modo diminuisce l’apporto di sangue ad una parte del cuore. Ecco che allora si può andare incontro nel migliore dei casi ad un’angina, che però col riposo passa, e nel peggiore può scatenarsi una sindrome coronarica acuta che causa l’infarto.

Infarto che può essere mortale…

L’infarto può essere immediatamente mortale, perché può determinare un’aritmia e in genere le aritmie mortali nell’infarto si hanno entro le due ore. Un’attività fatta con le più buone intenzioni, dunque, può essere mortale.

Quali consigli è possibile dare per evitare rischi alla salute?

Il problema generale è che noi, come al solito, pensiamo di essere onnipotenti ma non lo siamo. Bisogna invece fare le cose con estrema cautela. Non bisogna mai superare quelli che sono i propri limiti fisici. Questo vuol dire che un soggetto che è abituato a fare attività fisica importante, come un giovane che va in palestra o fa sport, ha una riserva di lavoro maggiore rispetto a chi non fa questo tipo di attività. Ma non bisogna mai raggiungere i limiti eccessivi di sforzo perché la stanchezza è già il sintomo della riduzione di sangue che arriva ai nostri muscoli. Una prova da sforzo, ad esempio, è considerata valida quando si raggiunge l’85% della frequenza cardiaca massima teorica che uno si può permettere e non il 100%. E questo vale per un atleta. Certo, è difficile dare un livello su “quanto ci si può sforzare” . E’ un dato individuale, ma l’importante è non arrivare mai all’esaurimento muscolare del tipo “sono stanco, non ce la faccio più”. Questo no e vale soprattutto per quelli che non sono più giovani e o non sono allenati a sforzi fisici eccessivi, soprattutto quando fa freddo.

Nello specifico per gli anziani cosa consiglia?

Il consiglio per le persone che sanno di avere problemi cardiaci è di non fare assolutamente nulla, non muoversi, non fare sforzi e stare al caldo. E se proprio bisogna uscire bisogna farlo con spostamenti che non comportino uno stress fisico perché con il freddo intenso si può andare incontro a situazioni anche drammatiche. Se poi è proprio indispensabile spalare la neve bisogna farsi aiutare sia per ridurre lo sforzo, sia per essere sicuri che qualunque cosa accada c’è qualcuno a chiamare i soccorsi. L’altra cosa a cui bisogna stare attenti è il rischio di traumi ortopedici che in questo periodo è massimo. Cadere su una lastra di ghiaccio e fratturarsi un femore è molto facile. Se ti va bene ti rompi solo un polso, ma se sei anziano la rottura del femore può significare passare dall’autonomia domiciliare ad una condizione di dipendenza definitiva dagli altri, con il rischio di dover abbandonare la propria casa se non c’è nessuno che ti assiste.

Sembra banale ricordarlo, ma anche l’abbigliamento è importante per la salute quando di esce a temperature molto basse…

L’abbigliamento è fondamentale. Deve essere un abbigliamento termico che mantiene il calore dell’organismo. Adesso sono disponibili tessuti tecnici molto leggeri come quelli che si usano per lo sci alpino e che ci difendono molto bene dal freddo.

Tornando sulla questione degli alcolici: è bene evitarne l’assunzione prima di sforzi fisici al freddo?

E’ bene evitare l’assunzione di alcol perché è un vasodilatatore e può determinare un peggioramento del “furto coronarico” in soggetti che hanno una stenosi (restrizione) di un’arteria coronaria. L’assunzione di alcol sicuramente può avere un effetto gradevole, ma magari davanti al camino quando si torna a casa, ma prima e durante uno sforzo non dà beneficio perché può peggiorare l’ischemia cardiaca e comunque aumenta la dispersione di calore. Inoltre si possono avere anche ischemie agli arti inferiori o alla pelle. Non bisogna mai dimenticare che il freddo è un nemico per il nostro organismo.

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