Lo sgomento dell’Associazione per la morte del Carabiniere di 56 anni dopo oltre un mese di ospedale. Chiare ed evidenti le responsabilità politiche del governo nazionale e regionale, della classe parlamentare calabrese a Roma, delle forze locali e provinciali: tutti responsabili morali della strage di stato sulla S.S.106
Il 18 novembre scorso sulla S.S.106 si è registrato a Badolato l’ennesimo terribile incidente nel quale è rimasto gravemente ferito il Carabiniere Gabriele Formicola di 56 anni mentre stava compiendo il proprio dovere. L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, insieme agli oltre 60.000 iscritti al gruppo facebook omonimo, ha sperato che riuscisse a sopravvivere e a superare questo momento ma purtroppo dopo oltre un mese di lotta in ospedale Gabriele ci ha lasciati oggi dopo due giorni in cui ha subito un peggioramento e di conseguenza un aggravamento.
Gabriele Formicola è la trentaduesima vittima della S.S.106 nell’anno 2016 dopo Eugenio Vadalà di 28 anni e Giuseppe Barone di 18 anni deceduti l’8 gennaio a Bocale fraz. di Reggio Calabria, Francesco Nicola Dati di 29 anni deceduto il 21 gennaio a Cirò Marina (KR), Carmela Palermo di 66 anni deceduta il 6 febbraio a Rossano (CS), Francesco Gaetano di 62 anni deceduto il 13 aprile a Corigliano Calabro (CS), Maria Cristina Brancatisano di 53 anni deceduta il 15 maggio a Montebello Jonico (RC), Pasquale Scarano di 67 anni deceduto il 16 maggio a Brancaleone (RC), Vittorio Leotta di 25 anni e Deborah Ranieri di 21 anni deceduti il 22 maggio a Sant’Andrea dello Jonio (CZ), Dmytro Lazarenko di 27 anni deceduto il 29 maggio a Ferruzzano (RC), Francesco Manoiero di 20 anni deceduto il 04 Giugno a Catanzaro Lido, Francesco Antonio Tarantino di 61 anni deceduto il 22 Giugno a Simeri Crichi (CZ), Giuseppe Varlaro di 22 anni deceduto il 5 luglio a Cassano all’Ionio (CS), Francesco De Salvo di 61 anni deceduto il 17 luglio a Rossano (CS) e Domenico Ciccarello di 62 anni deceduto il 27 luglio a Roccella Jonica (RC), Herde Yanosch di 30 anni e Fabio Capalbo di 27 anni deceduti l’11 agosto a Calopezzati (CS), Vittoria Lopilato di 23 anni, Lorena Lopilato di 24 anni, Francesca Bressi di 24 anni, Pasquale Papaleo di 25 anni deceduti il 21 agosto a Santa Caterina dello Jonio (CZ), Roberto Santini di 51 anni, la moglie Rossella Sardiello di 46 anni, ed il figlio Marco di 19 anni deceduti il 27 agosto a Villapiana (CS), Giuseppe Amodeo di 82 anni deceduto il 22 settembre a Cariati (CS), Petro Izay di 73 anni deceduto l’1 ottobre a Pellaro fraz, di Reggio Calabria e Maria Concetta Livieri di 87 anni deceduta il 12 novembre a Stalettì (CZ), Vincenzo Staglianò di 67 anni deceduto a Soverato (CZ), lo scorso 8 dicembre, Valentina Antonietta Pia Bomparola di 20 anni deceduta il 17 dicembre a Corigliano Calabro (CS), Mario Fausto Sacco di 65 anni e Luca Dattilo di 36 anni deceduti il 22 dicembre a Roccella Jonica (RC).
32 vittime sulla S.S.106 nel 2016. Una vittima ogni 11 giorni.
L’Associazione intende ribadire e sottolineare che tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana ed intende evidenziare, inoltre, che quanto accade purtroppo da sempre sulla S.S.106 ha delle chiare ed evidenti responsabilità politiche: il silenzio e l’indifferenza del Governo nazionale e regionale, della classe parlamentare calabrese a Roma, delle amministrazioni locali e provinciali, delle forze sindacali. Tutti, nessuno escluso, coloro i quali rivestono ruoli istituzionali, sono moralmente responsabili dell’olocausto sulla S.S.106.
L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” si stringe attorno alla Famiglia della vittima, ai parenti, ai Colleghi della “Benemerita” Arma dei Carabinieri ed al Comando di Catanzaro, ed agli amici tutti, a cui esprimiamo sentimenti di vicinanza e cordoglio.
Noi non dimenticheremo Gabriele ed, insieme, tutte queste vite spezzate sull’asfalto della “strada più pericolosa d’Italia”. Noi non resteremo indifferenti ed in silenzio davanti all’ennesima tragedia di una strada sempre più serial killer in Calabria ed in Italia. La “strada della morte”, non ci stancheremo mai di ripeterlo, rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana.