Il Direttore Generale dell’Asp di Catanzaro, Dott. Giuseppe Perri, interviene in merito alla conferenza stampa tenuta in data odierna dalla Presidente della Lilt di Catanzaro, avv. Concetta Stanizzi relativamente alla convenzione con l’Asp di Catanzaro. In particolare, si precisa che la conferenza stampa della Lilt è stata convocata solo dopo la comunicazione dell’Asp, prot. n. 00078417 del 08/08/2017, con la quale si chiedeva di istituire un gruppo di lavoro che rimodulasse la convenzione sulla base della normativa vigente, visto che la convenzione risale al 2008.
“La convenzione che questa Azienda ha stipulato con la LILT – Sezione provinciale di Catanzaro – per la collaborazione in ambito di prevenzione oncologica, risale ormai ad oltre nove anni fa (Delibera n° 2912/2008) e non risulta più coerente con l’evoluzione normativa realizzatasi in ambito sanitario nell’ultimo decennio. Tale comunicazione è obbligata per adeguare l’accordo alla nuova normativa.
La norma impone alle Aziende sanitarie di effettuare gli screening e può anche avvalersi di alcune collaborazioni con il terzo settore, ma sempre nei modi e nei tempi previsti dalla norma, restando sempre prerogativa delle Asp la garanzia delle attività di screening previste dai LEA. La Struttura Commissariale, in esito alla recente valutazione delle attività dei Centri Screening Aziendali, ha rilevato, con DCA n° 50/2015, non solo carenze strumentali e di personale, ma anche croniche criticità di tipo organizzativo, responsabili di sottrarre donne allo screening organizzato, di aumentare l’inappropriatezza del test di screening stesso, nonché di incrementare i carichi di lavoro dei centri coinvolti. Di conseguenza, I’Asp di Catanzaro ha ritenuto necessario proporre la rimodulare della convenzione in essere con la Lilt, al fine di razionalizzare e coordinare gli interventi, ottimizzando la funzionalità del servizio reso ai cittadini e perseguendo esclusivamente l’obiettivo di incrementare i livelli di copertura dello screening nella popolazione. E’ stato proposto addirittura da parte dell’Asp un incremento delle attività da acquistare che la stessa Lilt ha rifiutato. Attuare un programma di screening oncologico non equivale a sottoporre la massima quantità di esami al maggior numero di individui, il più fequentemente possibile, ma consiste nell’individuare la popolazione che potrebbe trarne maggiore beneficio, stabilire quale sia il miglior test da eseguire e la cadenza con cui eventualmente ripeterlo. Lo stesso vale per gli eventuali approfondimenti diagnostici e per gli interventi terapeutici da mettere in atto.
Per fare un esempio confacente: sottoporre una paziente con mammografia negativa ad approfondimenti diagnostici di II livello, non significa attuare un programma di screening oncologico nè avere a cuore la salute delle donne ma significa: effettuare un esame inutile, sprecare risorse pubbliche, incrementare i carichi di lavoro dei centri screening, intasare le liste di attesa, abbassare l’adesione allo screening programmato della popolazione target. Gli screening oncologici sono esami gratuiti condotti su una fascia più o meno ampia della popolazione allo scopo di individuare precocemente i tumori o i loro precursori, quando non hanno ancora dato segno di sé e sono più facilmente curabili. Dal momento che lo screening si rivolge a popolazioni che possono essere anche molto ampie, ed è pagato dal sistema sanitario regionale, occorre coniugare l’efficacia diagnostica del test alla sostenibilità economica del programma.
Inoltre, l’Asp di Catanzaro, con Deliberazione n. 633 del 23.09..2016, ha adottato il Regolamento per la disciplina delle attività di volontariato presso l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro al fine di disciplinare, in linea generale, il rapporto che si instaura con le Associazioni di volontariato che facciano richiesta di prestare la loro attività presso le strutture dell’Azienda e al quale risulta necessario che anche la Lilt si uniformi. Scopo istituzionale di questa Azienda sanitaria è la tutela della salute delle cittadine e dei cittadini della propria area di competenza, attraverso interventi appropriati di prevenzione, promozione della salute, cura e riabilitazione, consolidando l’integrazione interistituzionale e con le associazioni di volontariato, in una logica di corretto ed economico utilizzo delle risorse.