Antonio Mazzeo ha partecipato a nome della lista “L’Altra Europa con Tsipas” – in cui è candidato nella circoscrizione delle isole per le Europee 2014 – alla due giorni di convegni e dibattiti”L’Europa sono anch’io” a Lampedusa.
L’iniziativa – che ha preso il via il 4 Aprile si è conclusa nel primo pomeriggio del 5 aprile – si iscrive in seno al convegno internazionale “Lampedusa Città dell’Europa: per un’Europa di uomini, donne, popoli, dignità e diritti”, promosso da Emmaus Italia, con Emmaus Europa ed Internazionale, Legambiente, Libera, e l’Italia sono anch’io. L’obiettivo dell’evento è di formulare proposte dirette e concrete per modificare le politiche sulle migrazioni e, nell’immediato, salvare vite umane.
Nel suo intervento, Antonio Mazzeo ha espresso la massima condivisione a nome suo e dell’intera lista “L’Altra Europa con Tsipras” per le dieci “priorità per il parlamento Europeo” presentate dagli organizzatori dell’evento, con richiesta di sottoscrizione rivolta ai candidati delle europee 2014. Mazzeo ha inoltre ripercorso tutte le mancanze delle politiche rivolte all’immigrazione e della prima accoglienza dei rifugiati, che hanno reso l’isola di Lampedusa una frontiera iper-militarizzata, tristemente nota per le stragi avvenute nelle acque che la lambiscono. Problemi nati non dal fenomeno delle migrazioni in sé – che da sempre caratterizzano la storia dell’umanità – ma dal modo securitario con cui viene gestito:
“L’isola di Lampedusa è lo specchio delle politiche securitarie che vengono adottate per l’intera Sicilia, considerata una frontiera da rendere invalicabile con immani investimenti militari. Lo scandalo delle disinfestazioni di massa esploso proprio nel centro di prima accoglienza di quest’isola, ha messo a nudo, inoltre, il business della prima accoglienza, spesso mascherato da ipocrite ragioni umanitarie. È ora di chiarire una volta per tutte che operazioni come Frontex e Mare Nostrum non sono di soccorso, ma di controllo del Mediterraneo, con il solo scopo di trasformare la Sicilia da isola lager – quale già è – ad isola fortezza, tramite la militarizzazione totale del Mediterraneo e lo spostamento della frontiera invalicabile dell’Europa direttamente sulle coste del Nord Africa. Viceversa, l’Europa che vogliamo è uno spazio aperto, di pace e condivisione. Un’Europa che accolga e non respinga. Un Europa fondata sul rispetto e non sulla prevaricazione dei forti sui più deboli, che siano paesi terzi del Sud del mondo o gli stessi paesi comunitari ridotti in ginocchio dalle politiche dell’austerity che protegge le banche sulla pelle dei popoli”.
Ecco i 10 punti sottoscritti da Antonio Mazzeo a nome della lista “L’Altra Europa con Tsipras”:
1. Ratifica della Convenzione dell’ONU del 18/12/1990 “sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”.
A distanza di 23 anni dal varo della Carta da parte dell’Assemblea delle Nazioni Unite, essa non è stata ancora ratificata da parte di nessun paese europeo.
Chiediamo che l’Unione Europea ratifichi la Convenzione al fine di assicurare un quadro di riferimento omogeneo ed universale a livello comunitario per la garanzia dei diritti umani dei migranti e dei loro familiari.
2. Garanzia del diritto di voto amministrativo ed europeo.
Una parte significativa dei cittadini che vivono in Europa è esclusa dalla possibilità di partecipare attivamente alla vita della comunità in cui risiede.
È urgente un’azione dell’Unione Europea finalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fine di riconoscere ai cittadini stranieri non comunitari il diritto di voto alle elezioni amministrative ed europee, al fine di colmare una grave discriminazione nell’esercizio del più elementare diritto alla partecipazione democratica.
3. Riconoscimento della cittadinanza europea.
È urgente un’azione dell’Unione Europea finalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fine di favorire l’acquisizione della cittadinanza del paese di residenza da parte dei cittadini stranieri stabilmente residenti e da parte dei “figli dell’immigrazione” nati in Europa o qui trasferitisi in tenera età e che frequentano le nostre scuole. Si tratta, anche in questo caso, di promuovere un principio di uguaglianza e di inclusione sociale.
4. Garanzia del diritto di arrivare legalmente in Europa.
È urgente l’adozione da parte dell’Unione Europea di politiche migratorie che rendano effettivamente possibile alle donne, agli uomini e ai bambini di altri continenti di raggiungere legalmente il territorio europeo senza mettere a rischio la propria vita. In particolare, è necessario: a) ampliare e armonizzare le norme che regolano l’ingresso nell’Unione Europea per motivi di lavoro; b) riformare il Regolamento Dublino III, abolendo l’obbligo di presentare richiesta di asilo nel primo paese di arrivo; c) aprire canali di ingresso protetto per le persone bisognose di protezione internazionale.
5. Politiche migratorie aperte all’inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro.
Una gestione corretta e positiva delle politiche migratorie, oltre che a rispondere alle necessità del mercato del lavoro consentendo agli immigrati pari opportunità ed un permesso di soggiorno per ricerca occupazione, cosa che non avviene con le norme irrazionali in vigore, deve anche facilitare l’inserimento lavorativo per i richiedenti asilo e per i titolari di protezione internazionale che sino ad oggi sono anch’essi penalizzati dalle norme restrittive ed anch’essi in balia del lavoro nero e del supersfruttamento.
6. Garanzia della libertà personale e chiusura dei centri di detenzione.
In tutti i paesi europei sono presenti centri di detenzione nei quali sono detenuti i migranti colpiti da provvedimenti di espulsione. Si tratta di strutture chiuse e presidiate dalle forze dell’ordine in cui viene limitata la libertà personale delle persone detenute. Tali centri espongono i migranti a trattamenti inumani e degradanti e non garantiscono l’effettività dei provvedimenti di espulsione auspicata dai legislatori nazionali. La chiusura delle strutture di detenzione in tutti i paesi dell’Unione è necessaria e urgente.
7. Diritto a un’accoglienza dignitosa.
I sistemi di accoglienza dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati dei diversi stati membri sono fortemente differenziati e caratterizzati da standard di accoglienza diversificati. La standardizzazione e l’armonizzazione dei sistemi di accoglienza sono indispensabili anche al fine di riequilibrare la presenza dei migranti e dei richiedenti asilo nel territorio dell’Unione e favorire il loro inserimento sociale e lavorativo nella società di residenza.
8. Garanzia della parità di accesso ai sistemi di welfare.
L’accesso dei migranti all’istruzione, ai servizi sanitari, alle prestazioni sociali e previdenziali deve essere garantito in tutti i paesi dell’Unione Europea. Sollecitiamo l’Unione Europea ad intraprendere iniziative volte a rafforzare la prevenzione e la tutela contro le discriminazioni istituzionali che diano luogo a disparità di trattamento in questi ambiti.
9. Liberare il dibattito pubblico dalla xenofobia e dal razzismo.
Sollecitiamo un maggiore impegno delle istituzioni comunitarie finalizzato a rafforzare la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto di tutte le forme di stigmatizzazione e di istigazione alle discriminazioni e al razzismo nei confronti dei migranti e delle minoranze da parte di rappresentanti del mondo politico, istituzionale e dell’informazione.
10. Tutela dei diritti dei minori.
Tutti i paesi dell’Unione Europea devono proteggere i diritti dei minori stranieri sulla base di una parità di trattamento con i cittadini dei paesi di residenza e di transito. I minori stranieri sono inespellibili e in nessun caso può essere limitata la loro libertà personale.
Comitato “L’Altra Europa con Tsipras – Messina –