de-luca-e-falcomataTerremoto dello Stretto, una tragedia ancora viva nella memoria di Messina e di Reggio Calabria. 28 dicembre 1908, ore 5.20: un terremoto dell’11°grado della scala Mercalli distrusse la città di Messina e parte di Reggio Calabria, oltre 80mila le vittime e 100mila gli sfollati.

Il sindaco siciliano, Cateno De Luca ricorda: “in 32 secondi gran parte della città fu rasa al suolo cancellando il 90 per cento degli edifici e secoli di storia e di arte”.

Subito scattarono i soccorsi: per primi i marinai di due navi, inglese e russa, in transito sullo Stretto. Presto cominciarono ad arrivare aiuti umanitari, soprattutto da molte regioni del Nord del Paese. “Delle donazioni c’è ancora traccia nella intitolazione di strade, ospedali e scuole – spiega il sindaco –“. E prosegue: “la lunga e lenta ricostruzione, peraltro incompiuta, è stata un’occasione per creare una città moderna dove vie, ampie e squadrate, hanno creato un modello di edilizia antisismica”. Quindi De Luca spiega come il post terremoto “rappresenta una piaga tuttora aperta composta di aree di degrado urbano popolate da alloggi fatiscenti”, le cosiddette baracche, strutture realizzate nell’emergenza del terremoto del 1908 e che si tramandano da generazioni. Quindi conclude: “per cancellare la ferita del sisma è necessario riqualificare queste aree di degrado e porre fine ad una storia secolare di precarietà e di abbandono da parte delle istituzioni”.

Per mantenere la memoria della tragedia, il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà così commenta il terremoto dello Stretto, avvenuto 112 anni fa: “il Paese si fece trovare impreparato, la macchina dei soccorsi arrivò in ritardo, con conseguenze sia economiche che sociali”. E il sindaco spiega: “il nostro è un popolo abituato a cadere e a ripartire con un senso di orgoglio, di identità e di appartenenza, per ricordarci la nostra storia, quello che siamo e quello che siamo stati”. La tragedia del terremoto ci ricorda di avere “rispetto per il paese in cui si vive, solo così – conclude il sindaco reggino – si possono costruire basi solide per il futuro della nostra terra. (di Francesca Romagnoli)

Fonte: Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani: Link

 

 

 

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