L’Agricoltura torna a muovere il pensiero: è quanto sta accadendo in Europa, sul territorio nazionale; ma anche sul territorio regionale. Le motivazioni, l’energia, la vivacità e la ricchezza di idee, che gli Agricoltori e gli Allevatori stanno dimostrando nelle varie manifestazioni, che si sono svolte e si stanno svolgendo diffusamente, meritano di essere valorizzate per consentire di arrivare al vero obiettivo, che deve essere finalmente colto a partire da queste iniziative: una vera revisione delle politiche agricole europee e nazionali, a partire da quelle regionali! Questa è la ragione dell’iniziativa, che si terrà nell’Aula Consiliare del Comune di Acquedolci alle ore 18:00 del giorno 20 febbraio 2024, alla quale sono invitati a partecipare tutti gli operatori agricoli e movimenti di Agricoltori e Allevatori, che ne condividono le finalità.
L’occasione sarà utile per contribuire a perfezionare una “carta” degli Agricoltori e Allevatori dando vita al momento fondativo della Rete dei Trattori Siciliani, che, a partire da concrete azioni da proporre al Governo Regionale, tra le quali la convocazione urgente degli “Stati Generali dell’Agricoltura”, possa portare alla “Seconda Riforma Agraria” regionale, che li coinvolga nel processo di ribaltamento del paradigma, che li ha visti, ad oggi, imputati e non protagonisti, per perseguire l’obiettivo di un giusto reddito e di un giusto valore alle loro produzioni. Il promotore Francesco Calanna ha spigato che la rete, democraticamente gestita, elabora e definisce un manifesto di rinascita e chiama a sostegno tutti coloro i quali sono consapevoli che i produttori di ricchezza primaria nell’isola sono gli agricoltori e gli allevatori.
Essi rivendicano il diritto ad un reddito giusto e ad un riequilibrio del rapporto con la GDO; politiche comunitarie, nazionali e regionali a sostegno della loro attività. Non vogliono abbandonare la loro terra per andare ad ingrossare le fila di chi, in passato, allettati da una vita più comoda e senza angherie, sono andati via per non tornare mai più. Vogliono essere liberi dal giogo delle multinazionali tendenti sempre più a controllare la “banca del cibo”, schiacciandoli sotto il tallone dei loro monopoli; riaffermano con forza il ruolo di custodi del territorio, del paesaggio e dell’ambiente; liberarsi dalle pastoie amministrative, in cui sono precipitati per colpa di una burocrazia asfissiante, che ha finito con il mortificare; reclamano più assistenza tecnica nelle aziende per stare al passo coi processi d’innovazione e modernizzazione, e al tempo stesso, l’accesso ad una maggiore liquidità che l’attuale sistema bancario rende impossibile, magari riattualizzando un apposito fondo di rotazione; pretendono di essere gli artefici del loro futuro con politiche di territorializzazione della spesa secondo una corretta applicazione della metodologia. Chiedono un articolato processo di riforme, una seconda riforma agraria siciliana, senza indugiare in mance e/o concessioni di dubbia utilità, finalizzati a rafforzare il ruolo di chi oggi avrebbe il dovere morale di dichiarare il proprio fallimento nella missione nobile e tradita della rappresentanza.
Al Governo Nazionale dicono che è tempo di cambiare passo e riformare il sistema CAA (centri di assistenza agricola) in Italia, responsabilizzando il sistema delle libere professioni di settore; inoltre, chiedono il riequilibrio dell’assegnazione dei fondi PAC improntato al criterio di equità, oggi puntualmente disatteso, tenuto conto che, a parità di condizioni, un agricoltore del nord riceve molto più di un agricoltore del sud. Alla Mitteleuropa rivendicano un riequilibrio solidale delle politiche agricole più attente all’agricoltura mediterranea; l’attività pionieristica di conversione al biologico delle aziende, per soddisfare la domanda europea di cibo sano e di qualità. Per questo chiedono di voltare pagina sul tema del cibo sintetico e sulle lobbies della chimica e degli OGM.
All’Europa chiedono anche la revisione della regolamentazione sulle importazioni extracomunitarie, che contrastano con gli interessi delle produzioni nazionali degli Stati europei e, soprattutto, contrastano con gli interessi dei consumatori ad avere cibo sano e di qualità, determinando gravi turbative al regolare funzionamento del mercato. Chiedono inoltre un rafforzamento del cosiddetto secondo pilastro (politiche di sviluppo rurale); quindi, maggiori risorse e più attenzione per le aree rurali mediterranee, caratterizzate dallo spopolamento e dall’invecchiamento, recuperando sulle “politiche di scarto” e incentivando la multifunzionalità dell’azienda agricola, i servizi al territorio e politiche per favorire le nascite. Un’Europa, che invecchia, non ha futuro ed il loro futuro sarà nell’unità e nella solidarietà.
Foti Rodrigo