Caro Tito, si avvicina Capodanno 2015 e speriamo con i migliori auspici davvero e indistintamente per tutti! C’è una bellissima tradizione in numerosi nostri paesi calabresi, legata a ogni primo giorno dell’anno: la statuina di Gesù Bambino portata casa per casa come benedizione ed augurio. E’ una tradizione che mi piace ancora tantissimo, persino adesso che mi ritengo non-credente o, meglio, agnostico riguardo le religioni (quantunque, a modo mio, ne sia un tenace ricercatore filosofico e sociologico). E mi piace davvero tanto che ho cercato di “importarla” qui in Molise. E c’ero quasi riuscito. Infatti, negli anni novanta, mons. Antonio Santucci (allora amatissimo vescovo di Trivento nel cui territorio insiste Agnone, la cittadina dove abito) si era detto assai favorevole. Purtroppo, i suoi parroci non hanno accolto la proposta del rito della visita di Gesù Bambino casa per casa.
Nel mio paese natìo, Badolato, è assai sentita da tutti (se si escludono i protestanti e le famiglie colpite da un recentissimo lutto). Negli difficili anni cinquanta, sociali e della mia infanzia, Gesù Bambino entrava anche nelle case dei più accesi comunisti, pure di quelli che negavano il battesimo ai propri figli. Infatti, come si può rifiutare una visita beneaugurante effettuata non soltanto dalla statuina del Bambinello ma anche dall’intera comunità che arriva attraverso rappresentanti festanti, preceduti da zampogna e ciaramella, dal “fuoco sacro” e da altri simboli che affondano le radici nella nostra cultura più remota (anche pre-cristiana), che ideologie e religioni non riescono ancora a cancellare? E, in effetti, l’avvicinarsi del gioioso e caratteristico suono della zampogna fa ancora aprire tutte le porte delle case già illuminate del rione e le famiglie restano davanti alle porte, ai balconi e alle finestre in attesa dell’arrivo del Bambinello. I bambini accendono le barrette scintillanti, alcuni adulti sparano festanti colpi di pistola o di fucile, i ragazzi le bombe-carta. Il cuore di ognuno palpita molteplici emozioni.
La tradizione vuole che sia tutta la famiglia al completo ad attendere il Bambinello, recato dal parroco del paese, da altra persona consacrata o da un componente assai vicino alla chiesa. Spesso accade che figli sposati si spostino alla casa paterna, con la propria famiglia, per accogliere tutti insieme il Divino Redentore. Il rito prevede la consegna del Bambinello nelle mani del capofamiglia il quale gira tutte le stanze per la benedizione della casa e poggia delicatamente la statuina su ogni letto.
Poi, si offrono dolci, vino e liquori al parroco e al seguito e, a seconda della devozione, si cambia il vestitino del Bambinello oppure Gli si mette uno nuovo confezionato appositamente e spesso Lo si adorna di ori e di altri ex-voto. Tutte le famiglie affidano offerte in denaro, in prodotti del proprio lavoro (specialmente olio d’oliva, grano, legumi, salami, uova, ecc.) che vengono dati ai poveri o venduti (ponendo il ricavato nel libretto postale o bancario della parrocchia per le future necessità o come cassa per le festività del patrono).
Ai miei tempi della mia presenza a Badolato (anni 50-80) il giro del Bambinello si effettuava il 31 dicembre per gli uffici pubblici, per i negozi e per la case di campagna, mentre il primo gennaio per le case del paese. Il corteo, cui allora partecipavano soltanto uomini, era così composto: un anziano avanzava con una lampada ad olio per indicare l’itinerario prestabilito e consolidato, simboleggiando l’arrivo della Luce.
Lo seguivano da vicino zampogna e ciaramella (l’una veniva dal vicino paese di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio e l’altra dalla limitrofa Isca sullo Jonio). Seguiva il parroco con in braccio il Bambinello, accompagnato da coloro che raccoglievano ogni tipo di offerte (compreso quello con la valigetta dei vestitini e degli ori devozionali o ex-voto del Bambinello). Di solito il corteo era animato dai bambini del quartiere. Molto probabilmente è (più o meno) ancora così.
Qualche anno fa, ho fatto una piccola indagine telefonica per sapere in quali paesi calabresi è ancora viva tale tradizione. Inizialmente pensavo che fosse una usanza tipica della sola Diocesi di Squillace, invece, interrogando altri parroci, ho avuto conferma che il Bambinello gira le case anche di alcuni paesi della provincia di Reggio e di Vibo. Sarebbe assai utile (anche ai fini antropologici, sociologici, delle tradizioni popolari e della fede religiosa) fare una più attenta e capillare ricerca (avallata dalle Diocesi calabresi) per realizzare una vera e propria mappa ragionata e commentata sulla tradizione della visita di Gesù Bambino nelle case. Tale visita, ho notato, non si effettua unicamente il primo gennaio ma variamente, in taluni paesi, da Natale all’Epifania.
In alcuni paesi tale tradizione non viene più rinnovata a causa del massiccio spopolamento o per altri motivi (anche, ad esempio, a Belvedere Spinello, in provincia di Crotone, come mi ha appena confermato al telefono la grande poetessa Nicolina Carnuccio) … a volte per il cambio generazionale dei parroci e dei fedeli o per dissidi interni alle parrocchie o semplicemente perché tale rito non viene sentito più come prima. Beati quei paesi e quelle comunità che ancora hanno quella che reputo in assoluto una delle più belle, intense e significative tradizioni del mondo!
Personalmente, da molti anni sto proponendo (persino sollecitando vescovi, sindaci, parrocchie e confraternite) di realizzare un “Museo del Bambinello” visto e considerando che è un evento davvero tanto importante e di grande valore sociale e culturale. Sarei assai lieto se tale Museo venisse fatto a Badolato, che vanta a riguardo una assai sentita tradizione, pure di presepi (notevole è quello della chiesa di San Domenico con quel che resta delle numerosissime e pregiate statue del settecento napoletano). Per incoraggiare i miei concittadini, mi sono pure messo in contatto con la signora Hiky Mayr la quale a Gardone Riviera (in provincia di Brescia e a 500 metri dal Vittoriale di Gabriele D’Annunzio) il 19 novembre 2005 ha aperto il prezioso “Museo del Divino Infante” (visitato ogni anno da decine di migliaia di persone da ogni parte del mondo: tel. 0365-293105 e 335-360520 info@il-bambino-gesu.com). Tale museo (frutto di oltre 40 anni di ricerche) raccoglie, restaura e mette in mostra sculture di ogni dimensione raffiguranti Gesù Bambino.
Perché non si potrebbe fare a Badolato o in altro luogo della Calabria? Sarebbe un altro utile polo di attrazione devozionale e turistica. Attorno ad un simile Museo (che dovrebbe essere aperto tutto l’anno, pure a beneficio delle scolaresche) potrebbero essere realizzate altre iniziative come, ad esempio, il mercatino dei presepi e la esposizione e la premiazione dei presepi più belli negli angoli più ameni del borgo medievale, magari in collaborazione con i famosi presepisti napoletani di Via San Gregorio Armeno o addirittura dei mercatini di Bolzano, Salisburgo e Innsbruck che tanto turismo ed acquirenti attraggono prima e dopo Natale. Con tanti alberi d’ogni tipo che abbiamo, perché non sviluppare un artigianato presepiale e non, abbinandolo alle porcellane, alle maioliche con altri temi e figure attinenti alla cultura calabrese e italica?…
Intanto, a corredo di questa lettera e per onorare il mio ottimo amico Mimmo Badolato, ti evidenzio alcune sue foto relative al giro del Bambinello effettuato lo scorso anno a Soverato (cittadina dove abita da parecchi decenni). Come si può vedere, anche qui, la tradizione prevede la zampogna e la ciaramella, mentre la statuina è affidata ai laici, ad una donna in particolare. In una foto Mimmo Badolato è davanti al suo presepe di casa e in un’altra recente immagine (con la maglietta a righe larghe) è ritratto accanto al noto antropologo Vito Teti di San Nicola da Crissa, docente all’Università della Calabria. Potrebbe essere proprio il prof. Teti (tanto amico di Badolato borgo e dell’Associazione Culturale La Radice) il curatore, il supervisore o il coordinatore di un Museo del Bambinello a Badolato oppure ovunque in Calabria ci siano le concrete premesse di realizzazione. Sono sempre più convinto che un Museo del Bambinello sarebbe un grande successo turistico e culturale ed aumenterebbe la devozione (sia religiosa che laica) e l’interesse verso tale Presenza o Mito e verso un fenomeno che ha significati assai profondi e, comunque, degni di essere conosciuti ed evidenziati al resto del mondo, poiché sono uno dei segni più belli della nostra antichissima civiltà jonica. Ottimo anno 2015 a tutti! Saluti e baci, Domenico Lanciano.
(Lunedì 29 dicembre 2014 ore 11,18)