Contrattualizzazione Lsu/Lpu calabresi, Censore (PD) soddisfatto: «Raccolti i frutti di un lungo lavoro, grazie alla delegazione calabrese del PD e al messaggio di forte discontinuità rispetto al passato arrivato dal Presidente Oliverio»
«I problemi che attanagliano la nostra terra possono essere risolti soltanto con la forza dei fatti e in questi giorni stiamo raccogliendo i primi frutti del lungo e avvincente lavoro svolto, nella convinzione che rappresenti solo un primo e decisivo passo su materie delicate come il lavoro e il precariato».
E’ quanto afferma il Deputato del PD Bruno Censore, commentando, con viva soddisfazione, l’avviato percorso di contrattualizzazione degli lsu-lpu calabresi e che sta vedendo, in queste ore, gli enti locali calabresi impegnati a redigere i contratti di assunzione a tempo determinato dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità.
«In primo luogo – continua il Deputato del PD, il cui lavoro parlamentare è stato determinante – siamo riusciti a colmare la disparità di trattamento che in passato c’è stata a danno del bacino di lavoratori calabresi, attraverso misure tese ad attenuare una vicenda di inaccettabile precarietà, la cui mancata risoluzione avrebbe seriamente rischiato di mettere in ginocchio non solo il futuro di circa 5.000 lavoratori con le rispettive famiglie ma anche la normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali calabresi».
E’ stato lo stesso Censore, assieme ai colleghi Bruno Bossio, Aiello e Covello a presentare un emendamento alla Legge di Stabilità che, di fatto, ha avviato il percorso di contrattualizzazione.
«L’emendamento presentato dai parlamentari calabresi del PD – ricorda Bruno Censore – ha consentito, al fine di scongiurare il fermo della normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali e, ancor più, per contrastare una situazione preoccupante sul piano economico ed occupazionale, che il Governo stanziasse 50 milioni di euro da destinare agli enti pubblici della regione Calabria al fine di stipulare un contratto di lavoro ai lavoratori impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità e ai lavoratori di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 1º dicembre 1997, n. 468. Pertanto – osserva ancora Censore – la legge n.147 del 27 dicembre 2013 ha previsto, al comma 209, che al fine di razionalizzare la spesa per il finanziamento delle convenzioni con lavoratori socialmente utili e nell’ottica di un definitivo superamento delle situazioni di precarietà nell’utilizzazione di tale tipologia di lavoratori con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro dell’interno si provvedesse ad individuare le risorse finanziarie disponibili destinate a favorire assunzioni a tempo indeterminato. Contestualmente – afferma ancora il Deputato del PD – il comma 212 ha previsto che con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, sarebbero stati stabiliti le modalità e i criteri di assegnazione delle risorse».
Il decreto relativo alla contrattualizzazione degli LSU-LPU calabresi è stato registrato presso la Corte dei Conti nei giorni scorsi, dunque, ammontano a 50 milioni di euro i fondi arrivati da Roma in favore degli enti locali calabresi.
«Dalla nostra postazione istituzionale lavoreremo per far sì che ulteriori risorse siano assicurate anche per i prossimi anni, ma intanto – conclude Bruno Censore – un messaggio di forte discontinuità rispetto al passato è arrivato inequivocabilmente anche dal nuovo Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, che ha dimostrato con i fatti la volontà di stare dalla parte dei lavori precari, assicurando risorse regionali pari a 38 milioni di euro che vanno ad aggiungersi alle risorse ministeriali destinate all’uopo, ossia 50 milioni, che serviranno a sostenere il superamento di una condizione di precariato storico, viziata dall’assenza del contratto di lavoro e di copertura previdenziale da quasi un ventennio, serviranno a definire una vicenda che, se non adeguatamente affrontata, avrebbe rischiato di compromettere la normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali e a ridare dignità e prospettive a migliaia di lavoratori calabresi».