Il controllo capillare del territorio esercitato dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria in tutta la giurisdizione continua a produrre i propri effetti in termini di sicurezza. Questa volta a finire in manette sono stati padre e figlio.
Nello specifico i Carabinieri della Stazione di Ortì unitamente ai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, a seguito di perquisizione eseguita con l’ausilio di unità cinofila di Vibo Valentia, nei confronti di Vadalà Teodoro cl. 59 e Domenico Giuseppe cl. 93, entrambi originari di Terreti, rinvenivano occultate in varie zone dei terreni di loro pertinenza:
– fucile marca “Benelli” cal. 20 con matricola abrasa, con nr. 5 cartucce incamerate;
– fucile cal. 20 a canne sovrapposte, con matricola abrasa, con nr. 2 cartucce incamerate;
– fucile marca “Breda”, cal. 12 con matricola abrasa;
– pistola cal. 6,35 con matricola abrasa, con serbatoio carico di nr. 6 cartucce;
– pistola a salve priva di tappo rosso, marca “Valtro”, modello ap/92, cal.8 con serbatoio;
– pistola a salve priva di tappo rosso, marca “Bruni”, modello 92, cal.8, con serbatoio;
– nr. 95 cartucce vario calibro (12, 20, 7.65).
Quanto rinvenuto veniva posto sotto sequestro e repertato per la successiva trasmissione al Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina, al fine di effettuare le perizie balistiche del caso in modo da verificare l’eventuale compatibilità delle stesse con reati recentemente commessi.
Alla luce di quanto accertato dai Carabinieri, i congiunti venivano arrestati e condotti presso la caserma di Ortì da dove, al termine delle formalità di rito, venivano associati presso la Casa Circondariale di Arghillà, per ivi rimanervi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina, che disponeva altresì la convalida dell’arresto eseguito dalla Polizia Giudiziaria per il reato di detenzione di armi clandestine.