Tutti insieme per la Sicilia. La Cisl si mobilita in tutto il Paese, ma per l’iniziativa regionale di sabato prossimo a Palermo il sindacato chiama in causa anche e soprattutto il Governo regionale e i rappresentanti all’Ars e la deputazione nazionale.
“100 piazze per il lavoro che non c’è” è lo slogan scelto dalla Cisl per l’iniziativa nazionale: lotta alla precarietà soprattutto giovanile e tutela dei redditi di lavoratori e pensionati sono i temi del “Jobs day”.
A Palermo, in piazza Indipendenza, a partire dalle 9,30, confluirà il popolo Cisl: giovani, meno giovani, donne, uomini, lavoratori, senza lavoro, pensionati.
La parola d’ordine all’indirizzo della politica e del Governo sarà “Svegliatevi!”, perché la Sicilia sta affondando a causa di tre emergenze: economica, sociale e del lavoro, amministrativa.
La Cisl Messina chiede che anche la deputazione regionale e nazionale faccia la propria parte chiedendo un forte impegno del Governo e della politica regionale e nazionale per le emergenze siciliane: economica, sociale e amministrativa che si potrà realizzare attraverso azioni coordinate sul territorio.
“Riteniamo – sostiene il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese – che la Sicilia abbia un’unica grande priorità: il lavoro che non c’è, per giovani e meni giovani, necessità di politiche straordinarie che attraggano concretamente investimenti e ne aiutino la realizzazione, politiche di risanamento e riduzione degli sprechi, un taglio-choc delle tasse, generali e locali, perché ripartano i consumi e il ciclo produttivo, unitamente alla cancellazione di tutte le forme di precarietà, soprattutto giovanile. La gravissima situazione economica, finanziaria e sociale della Sicilia con durissime vertenze occupazionali – continua Genovese – non potrà risolversi senza azioni urgenti che favoriscano investimenti e nuovo lavoro, politiche di ristrutturazione della spesa e di risanamento del debito”.
La Cisl Messina chiede alla deputazione regionale e nazionale di attivarsi per favorire politiche per l’attrazione di investimenti, e anticicliche, per rivitalizzare l’economia locale, politiche di risanamento e riduzione degli sprechi (partecipate, appalti, costi standard), l’utilizzo efficace delle risorse per mettere in moto economia locale, e per offrire servizi adeguati a sostenere il disagio sociale crescente, azioni per l’emergenza amministrativa che ha infilato la Sicilia, con tutti gli enti locali, in un circolo vizioso (meno occupazione, meno entrate erariali, taglio dei servizi e dell’assistenza, aumento della tassazione locale).