21 gennaio.2009 – Un altro “goal” è stato messo in rete dal cartellone della stagione teatrale, patrocinata dall’assessorato comunale alla Cultura guidato da Sonia Munizzi, e dalla direzione artistica-organizzativa di Gregorio Calabretta e di Vittorio Puntieri. Edoardo de Filippo ha trionfato ancora. Le sue commedie sono lezioni di vita e Paolantoni, nei panni di Gennaro, e la sua compagnia, in cui il caratterista Paone, nelle vesti di don Alberto, è uno dei perni del cast di attori, tutti per altro bravissimi, hanno saputo rendere onore al grande autore-attore napoletano. Se, per un attimo, si fossero chiusi gli occhi si sarebbe avuta l’impressione di assistere ad una delle magistrali interpretazioni dello stesso De Filippo, Paolantoni, infatti, oltre ad essere un bravo attore partenopeo è anche di scuola Edoardiana e questo è un merito aggiunto. Gli ambienti in cui si sono svolti i fatti sono stati tre: l’albergo, la casa del conte e la questura. Mirabile il cambio della scenografia: dalla casa del conte alla questura si è passati a sipario aperto, senza creare momenti morti, ma distraendo il pubblico con un sensuale tango tra la bella Bice e don Alberto e poi tra Bice e il delegato. La storia era tutta incentrata su un imbroglio: due madri, due figli e tre padri e attorno a questo equivoco si dipanano vicende di una comicità irresistibile.(m.a.c.)
Gazzetta del Sud del 21.01.2010