Il Sottosegretario di Stato Graziano Delrio ha portato il saluto del Governo italiano, nel semestre di presidenza europea, alla assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, incentrata sul tema “la famiglia e il futuro dell’Europa”, e aperta dal presidente della Cei, Cardinale Angelo Bagnasco.
“La vostra riflessione è coerente con la grande importanza che gli europei attribuiscono alla famiglia” ha affermato Delrio.
“Siamo convinti che per risolvere i gravissimi problemi del lavoro, che oggi affliggono il nostro Paese, vi sia bisogno in primo luogo che l’Europa sia unita. L’Europa oggi si unisce nella paura dei default finanziari. Noi vorremmo invece che l’Europa fosse spinta ad agire per le sue ambizioni: di rafforzare la sua cultura, la sua identità, la sua civiltà e anche per aprire strade nuove. Tra queste strade nuove, certamente, vi è il tema della famiglia”.
L’importanza del sostegno alla famiglia, ha detto Delrio, “è inclusa a pieno diritto nelle politiche di coesione e sviluppo dell’Unione Europea, di cui porto la responsabilità per il Governo italiano, che si può articolare in diversi settori: dalla promozione di servizi all’infanzia e alla non autosufficienza per gli anziani, fino alle politiche di armonizzazione dei tempi di vita e lavoro. Un sostegno alle politiche di promozione della scuola e dell’educazione, di cui nessuno può discutere la prerogativa prima e libera alla famiglia, fino alle necessarie e non più rinviabili politiche di giustizia fiscale per il sostentamento alle famiglie numerose”.
“Tutte queste politiche pubbliche non possono e non devono avere la pretesa di sostituire, ma piuttosto di accompagnare la famiglia – ha affermato il Sottosegretario – riconoscendone l’altissimo valore sociale e comunitario e non solo a riguardo la generazione dei figli. Semplicemente, crediamo, queste politiche devono porre i giovani che intendono avere un progetto di vita e le famiglie già costituite nelle condizioni di esercitare pienamente la loro libertà e di raggiungere, o perlomeno di lavorare per conquistare, la felicità privata e la felicità pubblica”. Quella “felicità pubblica” molto radicata nelle Costituzioni europee: cioè “la convinzione che l’uomo realizzi se stesso solo nella relazione e nell’assunzione di responsabilità nei confronti dell’altro”.