Mondo affettivo e mondo economico hanno spesso valori diversi e contrastanti. Come si potrebbe paragonare un matrimonio d’amore con uno di convenienza? Per il mondo affettivo il valore principale in un matrimonio è la passione, l’innamoramento, l’amore, per il mondo economico sono più importanti i soldi di papà o una buona dote. La famiglia è un valore fondamentale del mondo affettivo come l’impresa lo è per il mondo economico.
Nel mondo economico hanno valore la grinta con la quale si affrontano le situazioni difficili e gli avversari; il dinamismo e la rapidità con i quali vengono prese le decisioni; le capacità comunicative e persuasive; l’intraprendenza, la determinazione e l’inventiva; la capacità di adattamento e l’intuito; la caparbietà e le capacità organizzative.
Nel mondo affettivo hanno valore i gesti, le carezze, la vicinanza, i doni, le cure. Hanno valore le parole e l’ascolto; la disponibilità ed il sacrificio; la presenza e la stabilità; la continuità e la fedeltà. Nella dimensione affettiva hanno valore le parole, ma anche i silenzi ed i gesti. Una parola o un gesto di dolcezza e tenerezza ci fa innamorare, piega la nostra volontà, illumina e riscalda la nostra giornata ma, a volte, anche la nostra vita. Una parola sgarbata, aggressiva ci intristisce, ci mette sulla difensiva, ci riempie di risentimento, di collera o di tristezza. Così come ci innamoriamo per una parola, a volte l’amore finisce o viene messo in crisi per qualche parola di troppo, detta senza riflettere, che ferisce o offende.
Ma anche il silenzio è un valore. C’è il silenzio che accoglie l’altro, c’è quello che lo respinge. Nel silenzio parlano gli occhi che comunicano istantaneamente desiderio o disillusione, amore o odio, presenza o assenza, accoglienza o rifiuto.
Ma anche nel mondo economico le parole hanno un grande valore. Parole per vendere, parole per comprare, parole per lavorare. Parole per trovare un accordo. Parole per scrivere le regole della convivenza civile. Parole per condannare. Parole per assolvere.
Molte persone del campo della comunicazione sono pagate per dire o scrivere delle frasi: per intrattenere, per divertire, per convincere della bontà di un prodotto, per piegare la volontà del compratore, o per fare accettare la propria tesi dai giudici.
Poco spazio, ma solo perché è difficile saperli utilizzare correttamente, hanno invece nel mondo economico i silenzi. Sebbene i più bravi pubblicitari sappiano che i migliori spot non solo non urlano o incitano a comprare ma sono strutturati in modo tale da entrare dolcemente nell’animo umano con immagini ricche di silenzi.
Nel mondo economico sono importanti le idee, soprattutto le nuove idee.
Molte imprese sono nate e si sono imposte sul mercato in seguito ad una nuova idea. Un’idea per inventare un prodotto, un’idea per presentare e vendere meglio o meglio distribuire le merci. Una nuova idea per costruire, un’idea nuova per commerciare o viaggiare.
Al contrario, nel mondo affettivo le parole o i gesti che vincono e convincono non sono quelli nuovi, quelli moderni, quelli all’ultima moda, ma quelli tradizionali, quelli vecchi, quelli antichi come il mondo e come l’umanità. Il cuore di un bambino, di una persona innamorata, di un anziano ha bisogno degli stessi gesti, delle stesse carezze, delle stesse certezze, delle stesse parole usate dalle madri, dalle persone innamorate, dai figli affettuosi, migliaia e migliaia di anni fa.
Il mondo della produzione ha bisogno di dinamismo, quanto il mondo degli affetti ha bisogno di lentezza e pacatezza. Il mondo della produzione ha bisogno di grinta mentre il mondo degli affetti si nutre di dolcezza e accoglienza.
I valori in comune.
Così come vi sono le differenze esistono anche alcuni valori in comune e molte sinergie. Alcune volte il contrasto nei valori, tra il mondo affettivo e quello economico, è più apparente che reale. Si dice che se una madre resta un giorno in più in casa con il proprio figlio ammalato la famiglia sottrae qualcosa all’impresa. Se l’impresa costringe una madre a disinteressarsi dei problemi del figlio per venire a lavorare è l’impresa che toglie qualcosa alla famiglia. Si dice inoltre che la vita, soprattutto la vita umana, ha un grande valore nel mondo affettivo, molto meno in quello economico.
Molto di quanto viene detto non sempre è vero. Se il responsabile di un’impresa è una persona veramente capace e preparata, non potrà disinteressarsi dei problemi familiari dei suoi dipendenti, in quanto occupato a tenere conto solo degli utili che alla fine della giornata avrà portato all’azienda. Gli saranno sufficienti pochi attimi di riflessione per rendersi conto che un dipendente sereno, appagato e grato rende molto di più di un dipendente ansioso o con problemi familiari. Un dipendente soddisfatto e lieto lavorerà con più lena e soprattutto farà molto meno errori.
Ritornando all’esempio della madre con il figlio ammalato è miopia pensare che una madre preoccupata per aver dovuto lasciare a casa il figlioletto con la febbre, renda di più di una madre serena che sente il datore di lavoro vicino e comprensivo dei suoi bisogni.
Per quanto riguarda il valore dell’onestà e della sincerità, nell’ambito delle relazioni umane questi due valori sono essenziali. Come portare avanti un’amicizia o un amore senza che vi sia onestà negli intenti e sincerità? A prima vista questi due valori sembrano molto meno importanti nel mondo economico.
Eppure tutti i buoni economisti sono convinti del contrario. La disonestà e le bugie non pagano anche in campo economico. Se, mediante mille sotterfugi e qualche bugia, la pubblicità ci convince a comprare un prodotto, quando questo prodotto non corrisponde in modo sostanziale a quanto descritto, la ditta che lo ha messo in vendita ne resterà segnata negativamente per anni, sia dai piccoli compratori che dai grossisti e rivenditori.
Se una banca ci consiglia un investimento poco solido e fa andare in fumo i nostri sudati risparmi sicuramente ne avrà per anni un ritorno negativo. Se un negoziante tra i suoi banconi continua a tenere dei prodotti scadenti, difficilmente la sua saracinesca sarà a lungo aperta.
Così come nel mondo economico una società o un’impresa nasce spesso piccola e gracile, nel garage sotto casa e poi gradualmente si amplia e si consolida, anche la vita affettiva e relazionale nasce piccola e gracile. Essa, anche se, come gli altri aspetti della vita umana, è già presente prima della nascita, come d’altra parte sono presenti in boccio tutte le altre funzioni umane, non è certamente uguale a quella che conosciamo nell’adulto. Si amplia e si arricchisce gradualmente come un albero che cresce e apre le sue foglie lucide al sole, per poi dare, in primavera, i suoi fiori splendidi ed i suoi frutti saporiti in estate.
Ma quando i conflitti familiari e di coppia scuotono l’animo del bambino, la vita affettiva risulta fragile come un piccolo albero costretto ad affrontare il vento e le intemperie che possono sbatterlo, scuoterlo e strapparlo fin dalle radici, così come possono piegarlo e spezzarlo. La vita affettiva relazionale è fragile di fronte alla carenza di affetto e di attenzioni costanti di cui il bambino ha bisogno e di cui non può fare a meno. È fragile di fronte ad un ambiente non idoneo al suo sviluppo se questo è troppo freddo, troppo lontano dai suoi bisogni, poco attento e disponibile nei confronti dell’amore.
Nell’animo dell’uomo l’apertura e la disponibilità all’altro nascono con l’amore, si alimentano e si arricchiscono con l’amore. Non vi è altro alimento adatto. Il mondo affettivo non ama i surrogati perché l’amore, l’attenzione e la presenza non hanno surrogati.
Un’altra caratteristica in comune è la persistenza dei ricordi. Mentre dimentichiamo subito dopo un esame, con notevole rapidità quanto appreso in lunghe interminabili giornate di studio, al contrario un gesto affettuoso o una frustrazione, una carezza o una violenza subita da bambini, vengono ricordati per decine d’anni se non per tutta la vita.
Come per sempre viene ricordato uno sgarbo, un atteggiamento freddo, un comportamento assente, soprattutto da parte di persone importanti per la nostra vita affettiva come i genitori.
La persistenza della memoria emotiva affettiva per decenni, sia in modo conscio che in maniera inconscia, è dovuta a meccanismi di difesa presenti in tutti gli esseri viventi specialmente nei mammiferi. Questi per poter sopravvivere devono poter ricordare per tutta la vita chi è loro amico e chi è loro nemico. Chi li può aiutare e chi può far loro del male. Non è solo l’elefante che ricorda per anni uno sgarbo subito dal suo addestratore, ma tutti gli animali, chi più chi meno, ricordano i gesti affettuosi come quelli aggressivi o le punizioni eccessive.
La persistenza della memoria non è estranea al mondo economico, anzi è una delle sue caratteristiche peculiari. Il buon manager deve saper ricordare e riconoscere l’affidabilità e la correttezza dei fornitori e dei collaboratori, così come anche noi clienti dobbiamo avere buona memoria per ricordare persone e società corrette e puntuali che ci hanno venduto un buon prodotto affidabile, rispetto a quelle che ci hanno buggerato con i loro prodotti scadenti, con la mancanza di attenzione o di puntualità nella consegna.
Tratto dal libro di Emidio Tribulato “Mondo affettivo e mondo economico”